06. Passi poco convincenti

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Pov's Carlotta
Tra un'ora e l'altra passate a provare e a riprovare i passi che non mi convincevano della coreografia, non mi accorsi che era ormai giunta l'ora di cena. Avevo, a quanto pare, saltato il pranzo senza accorgermene.

Raccattai tutta la mia roba sistemandola nel borsone di danza per poi spegnere la musica, sistemare la sala in cui mi trovavo e vestirmi.

Per provare la coreografia mi ero messa in top e culotte, infatti mi dovetti rimettere il pantalone della tuta e la maglietta a maniche corte, più la felpa a zip. Infine mi infilai le scarpe ed uscì, finalmente, da quella stanza.

Prima di abbandonare completamente gli studios mi sentii nominare. La voce di Maria rimbombò nel corridoio attirando la mia attenzione.

<<piccola Carlotta!>> esclamò.

<<grande Mary!>> esclamai di rimando, prima di scoppiare a ridere insieme a lei.

<<come stai?>> mi domandò quando le risate cessarono.

<<bene bene, Mary. Te?>> chiesi.

<<molto bene. Lo sai che nella casetta si è creata una certa preoccupazione?>> mi domandò.

<<ehm...no. Che è successo?>> chiesi.

<<sei sparita dal campo visivo di tutti oggi. Ti sei chiusa in una saletta e ci sei rimasta fine a mo e gli altri, nonostante io li abbia avvertiti, sono comunque preoccupati. Hai legato già molto con tutti?>> mi spiegò.

<<all'incirca si. Diciamo che ho parlato con tutti ieri sera e ho subito socializzato con la maggior parte>> la informai.

<<beh...ti conviene tornare, anche perché a momenti io dovrei collegarmi con la casetta per spiegarvi il resto delle regole che ci sono quest'anno>> mi comunicò.

<<si sì, stavo giusto andando Mary>> gli risposi.

<<okay, allora fammi un piacere piccola Carlotta, porta con te anche Giacomo, poiché queste regole dovrà saperle anche lui>> mi disse.

<<d'accordo grande Mary, lo devo andare a chiamare oppure lo chiama qualcuno della redazione?>> chiesi.

<<lo sta chiamando qualcuno della redazione, tranquilla>> mi rispose.

<<d'accordo, d'accordo>> annuì.

Da lì a poco la figura di Giacomo si fece sempre più spazio nel mio campo visivo. Ci salutammo con un abbraccio e dopo aver salutato Mary uscimmo dagli studios.

Durante il tragitto parlammo un po' di tutto. Lui mi raccontò maggiormente della sua voglia di studiare, del perché volesse farlo e soprattutto di sua madre. Io, invece, gli dissi del mio sogno legato al ballo e soprattutto dei miei genitori, raccontandogli vagamente anche del dolore passato quando venni bullizzata.

Non entrai per niente nel particolare, lo feci solo intendere, nient'altro. Mi faceva ancora male pensarci. Era stato il secondo periodo più brutto della mia vita, essendo che il primo era legato al trauma della morte di mia nonna, che purtroppo ancora mi perseguitava.

Arrivati in casetta io mi tolsi le scarpe nel pianerottolo, mentre Giacomo si limitò a pulirsele sul tappetino all'ingresso, essendo che non faceva ancora parte della classe automaticamente non abitava con noi in casetta, per lo meno per ora.

<<faccio entrare due persone. La prima è Giacomo, mentre dietro di lui c'è la ballerina che vi ha fatto preoccupare per l'intero pomeriggio>> comunicò Maria.

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