113. C&C: film disney

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Pov's Carlotta
<<a volte mi chiedo se fuori di qui, in tutti questi mesi, le persone a cui tengo siano riuscite ad essere anche solo un pizzico orgogliose di me>> mormorai seduta a gambe incrociate sul mio letto, giocando con il maialino di Carola.

<<parli dei tuoi genitori?>> mi domandò Maria, che in quel momento stava provando a farmi dire un po' di me.

<<non solo, però comunque sia soprattutto loro>> affermai.

<<non hanno mai condiviso questa mia passione per la danza per il fatto che gli ricordava la nonna, non capendo che era proprio per quella donna che ho iniziato, poiché la danza mi ha sempre fatta sentire più vicina a lei, permettendomi di comprendere il mondo che da piccola era solita raccontarmi>> raccontai.

<<ma non te l'hanno mai vietato? Cioè non hanno provato ad allontanarti>>

<<no, non gli importava granché di quel che facevo, anche se li infastidiva>> replicai.

<<non capisco perché all'inizio dicevi di avere due genitori amorevoli, quando ora si viene a scoprire che ti hanno fatto tante cose e dato mille paranoie>> disse con tono duro, sembrava quasi arrabbiata, ma allo stesso tempo io ci sentii anche un pochino di compassione.

<<perché non volevo far pena a nessuno, ma specialmente perché io ero la prima ad illudermi del fatto che tutto quello che avevano fatto lo facessero per me, per il mio bene>> dichiarai.

<<non ti hanno mai chiamata da quando stai qui?>> chiese la bionda.

<<no, solo quando sono entrata e poi basta, non li ho più sentiti>> sussurrai abbassando lo sguardo.

<<mi ricordo che tua madre ti aveva detto tante cose carine>>

<<si, peccato che fossero tutte parole>>

<<io ti devo confessare che ti ammiro molto Carlotta. Alcuni ragazzi senza sentire i propri genitori sarebbero crollati dopo neanche due giorni, tu, invece, sei arrivata fino a questo punto con le tue forze, imparando a convivere con mostri orrendi e affrontando la tua paura dell'abbandono, più mille altre insicurezze>> si fermò qualche secondo per riprendere fiato e poi continuò.

<<hai imparato tanto, cercando nel tuo piccolo di migliorarti sempre di più, riuscendoci, e infine sei cresciuta molto. Sei entrata qui in punta di piedi come una ragazza di 18 anni completamente terrorizzata dal possibile parere negativo delle persone; eri piena di insicurezze sul tuo fisico, incapace di sentirti anche solo per un momento più che sufficiente, tormentata in sogno dal ricordo di tua nonna, ed infine vittima di attacchi di panico e ansia. Mi sono subito affezionata a te, infatti sei stata quella con cui ho comunicato di più e con la quale non smetterei mai di parlare>> concluse lei.

Sorrisi.

<<non te l'ho mai detto, ma tu mi hai fatto capire cosa significasse il ruolo di madre e ti dirò di più: ti ho sempre visto come tale>> rivelai.

<<beh credo di doverti rivelare anch'io una cosa prima di liberarti dalle mie grinfie per lasciarti andare dal tuo principe azzurro, che è appena entrato in casetta>> annunciò.

<<dimmi tutto>> pronunciai quelle parole ridacchiando leggermente per il modo in cui aveva chiamato Alex.

<<lo sai che io ho solo figli maschi no?>> domandò.

Annuì.

<<beh è dal 19 settembre 2021, ormai, che è come se ne avessi anche una femmina>> sostenne.

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