L'italia é in finale dell'europeo! Non potevo essere piú felice di così! Non provavo un'emozione simile dai mondiali del 2006. In piú, non potete immaginare quanto abbiamo gridato io, Joao e Ouidad ai gol di Barella e Insigne, soprattutto a quello di Nicolò visto che fosse il piú inaspettato dei due. L'11 luglio, il giorno del mio compleanno, si giocherà Italia-Inghilterra, sarà la partita decisiva che deciderà se far vincere a l'Italia l'europeo o meno. Speriamo in bene!
.
«Tesoro mio bello» entra in camera mia Ouidad. «Dimmi carissima» butto via il telefono dalle mani. «L'11 é il tuo compleanno, no?» chiede. Annuisco, «Guarda qua» tira fuori due biglietti d'entrata per la finale allo stadio di Wembley. Rimango a bocca aperta, «Si vola a Wembley Amira!» esclama, ed esce dalla stanza sventolando quei biglietti come fossero verdoni.
«Ma stiamo scherzando?» sussurro tra me e me, seduta al centro di quel letto.
Mi alzo stropicciandomi gli occhi ed esco fuori. Mi siedo al tavolo in cucina dove c'erano anche già Joao e Achraf, «Ma quanto staremo a Wembley?» chiedo. «Una sera Amira, il pomeriggio partiamo e alle 3am abbiamo di nuovo l'aereo» dice con tutta la calma del mondo, come se stesse parlando di andare al supermercato sottocasa a fare la spesa ecco. La guardo sempre piú emozionata, «Tu sei pazza Oui!» esclamo scendendo dallo sgabello.
Scoppia a ridere, «Non sono mica finite qua le sorprese mon amour» mi chiama, mentre mi avviavo in bagno, «Dimmi» dico, tornando indietro. «Parla tu Achr» si rivolge Ouidad a suo fratello. «Allora» prende il respiro Achraf, «C'entra il tuo amore parigino» dice incurvando un sorrisino. Il mio battito inizia ad aumentare, «No no no, cosa staresti insinuando con questo?» dico sventolando l'indice e con il sorriso. «Come te lo spiego senza usare poche parole?» dice, guardandosi in giro, «Aspetta» aggiunge poi.
Digita sul cellulare e dopo un paio di secondi lo posiziona in orizzontale e mi guarda sorridendo, «Sei pronta?» chiede, «Si?» dico confusa ed emozionata. «Et voilà!» appoggia il telefono davanti ai miei occhi con una sua foto, che.. non era una semplice foto, ma questa foto.
[...]
Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
[...]
Rialzo lo sguardo con gli occhi sbarrati, «Ma voi da quanto lo sapevate questo scusate?» mi rivolgo urlando agli altri due. «Ce l'ha detto stamattina anche a noi» risponde Joao. Che gran cazzata.
«E tu quando saresti partito a Parigi per firmare il contratto?» chiedo ad Achraf. «L'altro ieri di pomeriggio» risponde con un ghigno. «E sei tornato?» richiedo. «L'altro ieri di sera» risponde nuovamente, per poi mettersi a ridere.
Io sgrano gli occhi e sbatto un pugno sul tavolo, «Bastardo!» esclamo con il sorriso e puntandogli il dito, «Quel giorno la, noi tre eravamo in piscina. Ricordate?» chiedo nuovamente ai due restanti nella cucina. Entrambi annuiscono.
«Il calcio é cosí tesoro. Un giorno puoi essere tra i campi del Real Madrid ad allenarti e il giorno dopo devi essere su un aereo diretto in United Kingdom perché ti ha appena comprata il Chelsea» mi dice Achraf fiero. Lo guardo alzando un sopracciglio, «Si vabbé dai, tralasciando i tuoi discorsi da filosofo, quando partiresti per Parigi?» chiedo. «Giovedí prossimo».
Lo guardo unendo le mani come i bambini e facendo un po' una faccia da ruffiana. Lui rotea gli occhi, «Si! Venite anche tutti voi tranquilla! Ho già preso la casa in affitto» esclama. «STAI SCHERZANDO VERO?» urlo saltando in piedi con le mani davanti alla bocca. Lui scuote la testa ridendo.
Io e Ouidad ci battiamo il cinque strillando per poi stringerci in uno degli abbracci più belli della nostra cuginanza.
