XLI - "Sto arrivando"

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│ Kylian's POV

«Mi porti al Grand Hotel grazie» dissi, risalendo sul taxi di Amira che era appena ritornato.
Ridacchió l'autista, «Oggi è richiesto quest'hotel?» domandó sarcastico, ma non era proprio il momento di scherzare.
«A quanto pare» risposi freddo come il ghiaccio.

Ci misimo pochissimi minuti ad arrivare, circa quattro o cinque contati.

Il bello é che erano esattamente le tre di notte e io entrai tutto malvestito dentro quella hole che avró percorso magliaia di volte in un solo giorno, oltretutto il primo di vacanza ed anche quello del mio compleanno.

«'sera» affermai con il fiatone alla receptionist, che mi fissava come se fossi un clochard.
«A lei» rispose scettica, per poi tornare a guardare il display.

│ Kylian's POV ended

Mentre messaggiavo con Kylian ero in telefonata con mia madre. Ogni volta che litigo con lei é una tortura assurda, io e mia madre abbiamo un rapporto cosí bello che litigare ci ferisce a entrambe fin troppo, soprattutto in un momento del genere.

«Ma perché non me l'hai detto subito mamma? Cazzo non sono piú una bambina, non ho piú otto anni, quando vorrai capirlo?» strillavo al cellulare in lacrime.
«Perché anche se te lo avessi detto subito che avresti fatto Amira? Non hai le disponibilità economiche per un volo Parigi-Firenze» mi attaccò anche lei in una specie di urlo presa dalla rabbia.

Rimasi in silenzio shoccata, -Ho sentito bene? Veramente mia madre mi aveva detto questo?- non tardò il mio sesto senso.

Sospirò mia madre spezzando il silenzio, «S-Scusami davvero Amira amore mio, sto uscendo di testa in questi giorni» si scusò subito, mi sembrava strano che mia madre azzardasse a sfottermi in questo modo.
Tirai un respiro nella rabbia di iniziare un'altra discussione, ma mi placai subito, «Vabbè mamma ti chiamo in un momento, magari in cui non saremo entrambe su tutte le furie» dissi, staccando il cellulare dall'orecchio.
«Va bene Amira, appena ti sentirai meglio richiamami» mi salutò con voce tremolante. Era pesante per tutti questa situazione.

Tintinnó il mio cellulare appena schiacciai il tasto per attaccare.

da: Kylianinho!
Sto arrivando

a: Kylianinho!
Dove??

da: Kylianinho!
Da te all'hotel

Non ebbi manco le forze di rispondere dandogli contro, mi ero allontanata da lui per venti minuti e già sentivo innegabilmente il bisogno del suo affetto, non ce la facevo.

a: Kylianinho!
Mh.. ti aspetto

Risposi così, ma più i minuti passarono e piú una sua risposta non si fece vedere.

Intanto mi passarono per la testa tutti i ricordi con mio padre: tutti i compleanni, i derby visti assieme sin da piccola nonostante fossimo due rivali, le vacanze a Napoli a casa di mamma: dove tutti lo accoglievano come se fosse un parente di sangue, le sagre in cui mi prendeva in braccio lanciandomi in aria e riprendendomi in mezzo alla folla.

D'istinto mi girai a pancia in giù sul letto, poggiando la faccia sul cusino e iniziando un pianto strillato di lamento, rabbia, tristezza e chi più ne ha più ne metta.
Mio padre era ancora in vita, certo, peró il solo pensiero che potrebbe non risvegliarsi più da quel mostro, mi uccide.

Sentii la porta d'ingresso aprirsi, ma non mi girai. Tanto sapevo già al 100% chi fosse.

«Vieni qui» affermó Kylian buttandosi sul letto e aprendo le braccia. Ancora in lacrime, mi ci buttai senza esitare. Avevo bisogno di lui.
«Rivoglio mio padre» dissi tra un singhiozzo e l'altro.
«Lo hai ancora tuo padre Amira, sia in vita, ma anche qua» affermò, indicando il mio cuore.
«Si ma questa situazione mi ammazza Kylian, non immagini quanto» strozzai con voce tremante.
«Lo immagino, tranquilla che lo immagino» mi rassicurò accarezzandomi la guancia fradicia di lacrime.

Iniziò un vuoto di silenzio strano, ma non di quelli imbarazzanti, di quelli che ti fanno ragionare.

«Ma veramente penso che riempirti dei miei problemi ti faccia solo preoccupare più di quanto tu lo sia già per il lavoro e le altre cose. Apparte che ti ho rovinato il compleanno con-» «Tu non hai rovinato proprio niente Amira» mi interruppe il festeggiato alzando i toni, «Non permetterti mai più di dire una cosa del genere, se c'è la tua presenza nulla è rovinato» aggiunse, avvicinandosi al mio viso mentre ero accoccolata tra le sue braccia.

Stavo fissando tutto quel che dicesse fissandolo dritto negli occhi. Mi serviva, mi serviva che tornasse qua con me.

«Ti amo Kylian» affermai, ancora incollata ai suoi occhi.
«Ripetilo» affermò.
«Ti amo» lo ripetei ammiccando un sorriso a ottanta denti in mezzo agli occhi rossi dalle lacrime.
«Ripetilo» affermò ancora, ma questa volta lasciandomi un bacio a stampo.
«Ti, amo» sillabai.
«Oh shit, ancora non ho sentito» esclamò, facendomi ridere come una matta, «Com'è bello sentirti ridere così» disse, ritornando a guardarmi dritto negli occhi.

Mi stampò un bacio sulle labbra, «Ti amo anche io Amira» sussurrò infine su quest'ultime.

A Dream or a Nightmare? - Kylian Mbappé Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora