XLVIII - Il mio regalo di natale

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Tiro giù la maniglia e, «Nascondetevi» disse Marco a me, Oui, Achraf e Joao.
Appena lei aprì, la sua faccia si tinse dello stesso colore del grembiule bianco che aveva addosso.

«O maronna mij» fece un passo indietro mia madre, sgranando gli occhi e poggiandosi una mano sul cuore, «Ma siete reali?» domandó sempre quest'ultima sventolando due braccia davanti a lei.
«Eccerto signò» rispose Marco, con Ney che poggiava il suo braccio sulle spalle di Marco.
«Mi scusi, non è da tutti i giorni ritrovarmi davanti casa: Verratti con sua moglie, Neymar, Mbappé, DiMaria e Julian Draxler» rispose mia madre reggendo l'ironia.
Risposero tutti e quattro con una risata tranne Kyky e Draxler, che non masticavano per nulla l'italiano.

Il dialogo suscitó in me una risata, «Zitta cogliona!» sussurrò Oui ridacchiando anche lei e tirandomi una pacca sul braccio.
Intanto io, Oui, Achraf e Joao eravamo nascosti dietro una piccola parete parallela all'ingresso, vedevamo tutto ma nessuno ci vedeva, peró appena mamma e Marco iniziarono a dialogare, spuntammo fuori anche io e Oui.

«Ti è piaciuta la sorpresa zia?» domandó Oui sorridente mentre sfilavamo in mezzo alla rosa.
«Oui- Amira!» esclamó mia madre portando le mani alla bocca.
«Mamma!» esclamai imitando il suo stupore, ma saltandole addosso.
«Ci siamo anche noi» uscirono strillando in coro i due Hakimi restanti nel nascondiglio.
«Mi volete far pigliare un infarto oggi?» chiese mia madre abbracciando mio fratello e Achraf, riguardando un attimo tutta la folla che avevo portato a casa, «Ma, Amira, mi hai portato in casa anche Mbappé? Il francese con cui eri fissata?» domandò mia madre avvicinandosi velocemente a quest'ultimo.
Kylian, non capendo l'italiano, si limitó a sorridere diventando rosso come un pomodoro, «Porello, nun me capisce» affermó mia madre girandosi in mia direzione. Tutti capivano più o meno quello che mia madre dicesse tranne lui e Drax.

Mi avvicinai al mulatto, forse un po' troppo essendo davanti a mia madre che non sapeva nulla di noi due, «Ha chiesto se sei tu quello con cui ero ossessionata» gli dissi in spagnolo misto francese, tenendogli le mani.
Mia madre fece un balzo, «Ma siamo sicuri che sia Amira?» chiese a mia cugina dietro di lei indicandomi, notando la vicinanza tra me e il francese.

Lei era abituata alla me che appena sentiva anche solo il nome "Kylian Mbappé", saltellava tutta felice per casa rialzandosi d'umore.

Oui, sbellicata dalle risate insieme a tutti gli altri,
«Si si Lucia, è lei. Anche io a volte mi chiedo ancora se sia veramente Amira» confermò lei. Mi girai fulminandola ironicamente.
«Ti farà uscire matto» gli disse mia madre in spagnolo al numero 7, anche lei si arrangiava un po' con questa lingua.
Kylian rispose semplicemente con una risata un po' nervosa, ma non lo biasimo.

«Bene, io direi di entrare dentro prima che qualcuno assalga tutti loro chiedendo foto» ricordai.
«Per fortuna che non avevo ancora iniziato a cucinare il pranzo ragazzi! Peró il posto c'è per tutti» si collegó mia madre alla mia frase, l'accoglienza non manca mai in casa mia.

Pian piano tutti percorremmo le scale di quel palazzo che mi rimbombava fin troppi ricordi in mente. Tutte le volte che ho percorso queste mattonelle ubriaca di ritorno da qualche festino a cui ero andata di nascosto, non ve le so manco elencare da quante sono.

Arrivammo al famoso quarto piano, e, dopo i tre famosi giri di chiave nella serratura, finalmente il profumo al cocco e mango di casa prese ambito di tutte le nostre narici.

«Benvenuti in casa mia!» esclamai gettandomi sul divano in salotto.

A Dream or a Nightmare? - Kylian Mbappé Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora