XVI - Penalty for Kylian Mbappé!

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«Non so te, ma io qua mi sto abbastanza annoiando» urla Kylian nel mio orecchio, con la voce intercettata dalla musica alta mentre ballavamo in quella pista.
«Hai ragione» rispondo, con in mano l'ennesimo drink della serata.
Lui me lo tira via dalle mani, «Vieni, adesso ti porto io in un bel posto» dice, cestinandolo nel bidone appena seminato.
«Ma il mio povero Cosmopolitan» esclamo, seguendo la sua mano che mi trascinava verso l'uscita.
«Te ne comprerò altri venti. Ora seguimi» afferma.

...

Usciamo fuori dal locale e i fulmini dipingevano tutto il buio pesto che dominava il cielo.

Avevamo entrambi il muso all'aria, «Sei sicuro che sia meglio andare via?» chiedo scettica.
«Si! Ti fidi?» mi chiede, guardandomi negli occhi.

Con tutto quello che mi ha combinato, dovrei sparare un bel 'NO!' diretto, peró a Kylian Mbappé non si può dire di no.

Lo guardo con occhi ironici ma con un tocco di preoccupazione.
«No dai, sei ancora arrabbiata?» mi chiede con un sorriso preoccupato e avvicinandosi sempre di più a me. «Mi passerà» affermo, evitando il contatto visivo, ma lui prende il mio viso con una mano e lo gira in sua direzione, facendo scontrare i nostri sguardi.

«Sai cosa a me non passerá mai e poi mai invece?» mi chiede, con la sua fronte ad un centimetro scarso dalla mia. «Cosa?» rispondo, con le sue dita che premevano con delicatezza le mie guance. «La mia voglia di mangiarti fino al tuo ultimo grido» dice con voce roca, per poi mordersi il labbro.

Devo ammettere che i nostri rapporti intimi, orali o che sia, non erano proprio come quelli dei racconti principeschi. Peró wow, non mi aspettavo una provocazione del genere.

«È tutta la serata che resisto Amira, non mi trattengo se avrai questo vestito addosso ancora per molto» afferma.
Presuntuoso il ragazzo dopo che mi ha fatto avere due attacchi di rabbia in una serata.

Lo guardo con un ghigno, ora invertiamo un po' le abitudini, «Vieni» affermo allungando la mano. Un suo gesto tipico, come tutti sappiamo.
Lui ricambia il sorrisino e si affida alla mia richiesta.

Lo porto nella scala di ferro che si soffermava nel dietro della discoteca e l'altra struttura retrostante.
«Si accomodi pure» lo spingo su un gradino.

Voglio farlo godere come un pazzo, ma che allo stesso tempo non mi tolga neanche un tessuto che ho addosso e non tocchi neanche un centimetro della mia pelle. A lui non piace quando prova piacere solo uno, dice che il sesso in un duo è per provare piacere entrambi. Questo è quello che si merita.

Mi metto a cavaccioni sulle sue gambe e faccio iniziare un bacio passionale.
Eravamo fantastici su questo, perché siamo capaci di mangiarci dal piacere, con anche un pizzico d'amore, come due piante carnivore, per poi pugnalarci per cazzate non parlandoci per giorni.

Echeggiava lo schiocco dei nostri baci in quella scala. Le sue mani erano belle fisse sul mio fondoschiena, facevano dei piccoli movimenti ma nulla di tanto eccessivo.
Mi allontano dalle sue labbra soffici, passando al suo collo, poi al suo busto, ai suoi addominali e infine al suo pube. Alzo la testa e, di mia iniziativa, inizio con le provocazioni.

«Sai com'è Kylian, chi troppo vuole nulla stringe» affermo con tono abbastanza provocante, mentre iniziavo a slacciare il bottone di quella zip che teneva sigillati quei suoi pantaloni, ormai troppo stretti per il suo evidente rigonfiamento.

Lui occhieggia i miei movimenti stupito, «Mh» riesce solo a dire, ascoltando poco quel che dicessi.

Slacciati i pantaloni, tiro giu la zip, «Te l'hanno mai detta questa frase?» continuo a parlare attirando la sua attenzione, mentre lui mi mangia con gli occhi.
«S-si, penso di si» balbetta. «Bene, e te l'hanno mai detto anche che sei un po' presuntuoso?» tiro giù il primo strato, ora mancavano i boxer, «Oppure troppo venticativo..» tolti anche quelli, ora la sua intimità era esposta completamente allo scoperto.
«..egocentrico..» continuo la frase, prendendo in mano il desiderato. Lui sgrana gli occhi,
«..o scontroso?» inizio a muovere esso in un movimento verticale impugnato nella mia mano.

«E ora, su il viso» affermo, posizionando il suo viso difronte al mio, in modo che i nostri sguardi si incontrassero.

Lui sbotta, «T-ti prego Amira, continua» ansima.

Mi rimetto a cavaccioni su di lui continuando il lavoro di mano, «Devi capire che non puoi sempre pretendere tutto dalla vita» sussurro al suo orecchio. Lui inizia a baciarmi il collo, «A a a, cosa ho detto?» dico sorridendo sottovoce, allontanando il suo viso.
Mi guarda con fare confuso ma divertito, io lo guardo con un ghigno mentre continuavo il lavoro.
Butta indietro la testa, «Qualsiasi cosa tu abbia in mente, devo riuscire a farti urlare il mio nome-» afferma, iniziando a respirare affannosamente.
«Ne siamo sicuri?» dico sulle sue labbra sorridendo.

Era sul culmine, lo conosco quando altera il respiro in questo modo.

«Ne siamo proprio sicuri?» chiedo nuovamente e ironicamente ingenua. Lui mi guarda boccheggiando, «Dopo te lo ripagherò questo» ansima con voce strozzata. «Non ripagherai nulla caro Kylian» rispondo scontrosa, proprio come fa lui.
Non ottengo una sua risposta, ma solamente un fiatone. Subito dopo le mie mani umide.
Il mio gioco aveva funzionato.

«Così poco duri Lottin?» chiedo con sorrisino e leccando le mie dita. «Sono durato anche troppo per la magia che hai fatto» mi fissa sorridendo con il fiatone e mentre si riallacciava i pantaloni. «Mi aspettavo qualcosa di più» lo prendo in giro ironicamente, per poi alzarsi ridendo verso la sua auto. Mi fa segno di seguirlo.

A Dream or a Nightmare? - Kylian Mbappé Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora