XXII - Fiati sospesi

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Varco la soglia di camera mia,
«Beh, sarà una notte interessante no?» afferma il mulatto accomodandosi sul mio materasso.
«Non sognare troppo Lottin» rispondo, mentre sistemavo i miei orecchini nel portagioie.

Sento il ragazzone che si alza e mi raggiunge posizionandosi dietro di me.

«Ti giuro Amira, chiamami un'altra volta Lottin e-» sussurra nel mio orecchio.
«E?» lo interrompo, girandomi e incrociando la braccia.
Mi squadra schioccando la lingua, «Questo. Succede questo» risponde, per poi caricarmi sulla sua spalla.

«NO! METTIMI GIÙ KYLIAN!» strillavo, ma il mulatto mi ignorava, correndo per tutti i corridoi della mia casa ridendosela e cercando l'uscita.
«Dove andate voi?» ci chiede Ney dal salotto. «La porto in discarica!» afferma ironico Kylian, per poi uscire e chiudere la porta alle sue spalle.

Una volta varcata essa, mi molló finalmente a terra.

«Cazzo oh! Sei testardo come 'na pietra!» gli strillo ridendo con i capelli scompigliati, ride anche lui.
«Amira, ho una proposta da farti» mi dice, poggiando le mani sulle mie spalle.
Annuisco senza protestare.
«Facciamo gli adolescenti?» mi chiede sorridendo.
Lo guardo ingrottendo le sopracciglia, «In che senso gli adolescenti Kyky?» gli chiedo con un ghigno.
«Boh, facciamo cazzate. Tipo prendere un autobus a caso e scendere quando fa capolinea» si spiega.
Ridacchio, «Ci sto! Ma sei sicuro di voler prendere un mezzo pubblico?» gli chiedo giustamente.
«È letteralmente mezzanotte e mezza Amira! Chi vuoi che ci sia sugli autobus o la metro a quest'ora?» mi dice ridendo.
«Giusto! Andiamo allora!» lo strattono.

La sua idea mi aveva giá gasata, chissà dove saremo andati a finire!

...

Dopo esserci fatti la bellezza di una cinquina di chilometri per raggiungere il centro, mi avvicino alla prima fermata che vedo.

«Ferma la! Lascia controllare al cittadino!» mi sorpassa. Io lo guardo facendogli le vocine e le smorfie.
«Eccolo! Andiamo!» afferma, indicando un autobus che passava proprio in quel momento.
«Ma almeno leggi dove v-» cerco di dire, ma mi interrompe subito.
«A a a, ho detto 'autobus a caso' per un motivo mami. Sali e non rompere» dice, prendendomi per il braccio e caricandomi sull'autobus.

Era vuotissimo, faceva quasi paura. C'eravamo solo noi due e le luci soffuse dell'autobus, sembrava quasi di essere dentro delle foto aestetich di Pinterest.
Non salivo su un autobus dalla bellezza di una decina di mesi, ormai ho finito le scuole da un pezzo.

Mentre ero tranquilla con le ginocchia poggiate allo schienale del sedile davanti, sento l'autobus caricare in salita.
Mi giro sgranando gli occhi verso Kylian, che mi rivolge il mio stesso sguardo, «Oh merda!» esclamiamo assieme, per poi scoppiare a ridere.
Dove cazzo andremo a finire?!

Mi distendo poggiando la testa sulle sue ginocchia e iniziamo a guardarci intensamente, quasi mangiandoci.. se solo potessimo.

«Mamma mia, quegli occhi te li cavo Amira» afferma, distogliendo lo sguardo con un ghigno.
«E per quale motivo?» domando ridacchiando e tirandogli il colletto della camicia, riportando il suo sguardo sul mio.
«Sono oculista guarda!» esclama ironico e io scoppio in una risata isterica, tanto che il francese fu costretto a tapparmi la bocca con la sua mano.
«Non urlare!» esclama sottovoce, mentre io nel silenzio continuavo a singhiozzare dal ridere.

Toglie l'attenzione da me e la poggia sul paesaggio circostante, «Ma siamo al belvedere!» esclama felice come un bimbo. Alzo il busto anche io fissando l'esterno del finestrino, ma il suo viso cattura di più la mia attenzione.

Stavo fissando imbambolata le sue labbra spalancate mentre lui a sua volta fissava quel paesaggio che io non stavo calcolando più minimamente. Parigi lo affascinava così tanto, come se ogni giorno che ci esce la visitasse per la prima volta. Poi la sua felicità mi riscalda sempre il cuore e mi fa cadere in un vortice di emozioni inspiegabile. Ormai ho qualche dubbio che questo ragazzo mi piaccia e basta.

«Kylian» richiamo la sua attenzione. «Mh» risponde, non guardandomi, ma con lo sguardo appiccicato continuamente al paesaggio notturno.
«Girati» affermo. Fa quello che gli dico e subito ci calamitiamo come due metalli.

Tenevo la sua testa bella fissa tra le mie mani, mentre gli schiocchi si facevano sempre più acuti e forti. Le nostre lingue ballavano tra di loro.

«Come mai questo bacio?» mi chiede sorridente, staccandosi.
«Non lo so, mi affascinava il tuo sguardo» affermo senza vergogna, ormai flirtevamo così tanto da fare quasi schifo.
«Come sempre molto ammaliante, signorina Hakimi» sussurra, riavvicinandosi dannatamente veloce alle mie labbra.
«Es claro!» esclamo sussurrando, facendo riunire le nostre labbra.

«Siamo arrivati all'ultima fermata ragazzi!».

A Dream or a Nightmare? - Kylian Mbappé Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora