XXXVI - La gelosia è un tuo tratto fenomenale

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«Le tue sorprese, a distanza di sei mesi che ci conosciamo, ancora mi mettono ansia» dissi per sdrammatizzare la mia agitazione mentre scendevamo dal mezzo.
«È questo il bello di farti sorprese, le fai sentire apprezzate» rispose lui, fissandomi con un sorriso.

Di istinto lo abbracciai, mi faceva sentire così speciale con una semplice uscita. Di solito noi non siamo cosi affettuosi essendo due apatici firmati, peró lui sbloccava questo ghiaccio che avevo dentro.
Non potevo richiedere di meglio.

...

Stavamo camminando da una cinquina di minuti in una strada piena di sale per via del ghiaccio e la neve, e oltretutto ero con tacco a 15 e a spillo. Potete solo immaginare il dolore.

«Siamo arrivati?» chiesi in agonia con una caviglia dolorante.
«Ti prendo in braccio» disse lui, posando il suo sguardo sul mio fisico. Stasera mi stava guardando con altri occhi, più passionali.
«No tranquillo» risposi, giá eravamo in salita, figuriamoci se mi avesse presa in braccio.
«Ti sembrava una domanda?» chiese lui sarcastico.
«Kyli-» come non detto, mi prese in braccio a mo di sposa.

A braccia conserte, lo fulminai, non volevo farlo faticare, era anche vestito bene.

«Complimenti, ti sei rovinato quella giacca stirata perfetta prendendomi in braccio» affermai fulminandolo.
«Ti facevano male i piedi cara, questo ed altro per te» affermó lui.

Girai lo sguardo verso la strada in modo da non farmi vedere, visto che stavo sorridendo e arrossendo come un'ebete per quella frase.

«Ti ho vista eh, peperoncino» richiamò la mia attenzione mentre stavo ancora sorridendo.

Mi girai ancora con quel ghigno in viso e lui mollò un bel bacio a stampo sulle mie labbra. Ahimè potete solo immaginare tutto quello che, in un secondo, si scatenò dentro di me.

«Sei troppo bella stasera, non ti resisto» liberò tutto quello che già avevo notato dai suoi occhi.
«E invece dovrai» passai alle provocazioni con tanto di occhiolino, amavo troppo queste situazioni.
Schioccó la lingua squadrandomi, «Questo non lo confermerei» affermó.
«Credici» risposi, ma sapevo pur io come sarebbe finita.

...

Finalmente arrivammo in quel ristorante dopo minuti e minuti di salita. Mi chiedevo come Kylian facesse a non avere il fiatone, lo avevo quasi io al posto suo.

Mi lasció a terra e subito mi tiró giù la gonna di quel tubino cortissimo che avevo.
«Questo devo vederlo solo io scoperto» mi sussurró poggiando le mani su quest'ultimo.
Di nuovo d'impulso sorrisi maliziosamente, e sorrise anche lui allo stesso modo guardandomi.

Ero così concentrata su quel ragnetto di Kylian che non mi ero accorta nemmeno un po' di tutto quello che avessi attorno, un ristorante fantastico che dava sul Monte Bianco totalmente in mezzo alla neve.

«Ti sei incantata?» mi sconcertò Kylian dal mio film, attendendomi davanti all'entrata.
«Scusami se sono cresciuta in un buco e non ho mai visto panorami del genere» dissi ridendo e raggiungendolo. Rise anche lui subito dopo.

Entrammo all'interno della struttura presi per mano e la cameriera ci guidó verso il tavolo prenotato. Osservavo ogni minimo dettaglio di quel posto, era spettacolare.
Al posto del soffitto c'era una vetrata che lasciava vedere il cielo stellato, ero con il muso all'insù come una deficente.

«Ecco il vostro tavolo ragazzi, buona permanenza» ci indicó un tavolo da due la signorina, per poi sparire in mezzo a quel posto gigantesco.

Mi accomodai difronte al mulattone in giacca e cravatta, che non mi aveva tolto gli occhi di dosso per un nano secondo.
«Oggi in mood sedicenne Kylianinho?» dissi sarcastica.
«Porca puttana chi ti resiste così bella, appena sei entrata si sono girati persino i baristi dietro il bancone» si liberò nuovamente, mordendosi il labbro. Stava morendo dentro.

Lo guardai sorridendo, ma era ora di passare alle provocazioni. Sapevo che in queste situazioni Kylian diventasse più possessivo di Massimo in 365, quindi passai al bello di vederlo incazzato.

«Si, ed uno di quelli era molto carino» dissi, mordicchiando la cannuccia del Campari che mi avevano appena servito.
Alzó lo sguardo deglutendo, «Come Amira Yousra Hakimi?» mi chiese posizionando un indice sul suo orecchio destro.
«Ho detto che uno di loro era molto carino» affermai nuovamente con un ghigno e marcando tutti gli aggettivi della frase.

Mi squadrò con un mezzo sorriso masticando la gomma.

«Beh? Silenzioso today?» domandai ancora sarcastica.

Anche lui aveva un ghigno stampato in viso perché sapeva che non facessi sul serio, però sapevo che stesse morendo di gelosia e il gusto di vederlo arrabbiato mi faceva fare faville.

«Vai a chiacchierare con il barista» rispose lui.
Alzai un sopracciglio, «Ne sei proprio sicuro di sfidarmi così?» chiesi, ancora in mood provocative.
Aveva gli occhi belli fissi sui miei da quando ci siamo seduti, fissarlo per così tanto tempo senza saltargli addosso era un'agonia.
«Si» rispose lui, aveva gettato una bella carta rodente.
«Perfetto» affermai alzandomi dalla sedia.
Lui fissava ogni mia curva mentre camminavo verso il bancone.

-Kylian's POV-

Avevo messo la bella ciliegina sulla torta, sapevo benissimo che alla mora non mancasse sicuramente il coraggio di metterci la faccia e affrontare le cose.

Fissavo quel suo corpo formoso su quei tacchi che la slanciavano ancora di più di già quanto lo fosse, sfilava come una modella. Ma sapendo che le palle di fare le cose le aveva, mi sconcentrai subito dal suo corpo e seguii piuttosto il suo percorso, si stava avvicinando sempre di più al bar.

Chiamai il sommelier affianco al nostro tavolo, «Scusi, potrebbe dare un'occhiata al tavolo che dovrei andare un secondo al wc?» chiesi, mai stato più educato di così.
«Certamente» rispose l'uomo.
Lo degnai di un sorriso e a passo svelto mi avviai verso quella pantera che.. stava andando al bagno?

-Kylian's POV ended-

A Dream or a Nightmare? - Kylian Mbappé Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora