capitolo 3

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Pov Thomas...

Bene! È cascata nel mio tranello, è stato facile farla innamorare di me, anche se sapevo che lei lo era già, però non pensavo fosse così semplice dopo anni di torture che gli ho inflitto ma come si sa, più le tratti male, più loro si attaccano come cozze, ora gliela farò pagare per quello che mi ha fatto la contessina.

Dovrò stare molto attento, il piano è studiato nei minimi dettagli non deve esserci nessuno sbaglio dovrà pentirsene al tal punto di non voler più vivere.

Mi ha tolto Cloè, tutto per un suo capriccio e mio fratello che gli sta sempre appresso per difenderla, sempre e comunque. Non li sopporto.

La mia dolce Cloè, è la cugina della contessina, era sempre qui fino a tre anni fa, ogni week-end e il tempo libero ma non lo più vista dopo che gli ho dichiarato il mio amore e tutto per colpa sua.

Mi ricordo ancora quel giorno eravamo in giardino, lei era seduta sopra l'erba con i suoi lunghi capelli biondi, accarezzava i fiori con le punta delle dita. Sembrava un angelo, le mancavano solo le ali.
Mi sono seduto vicino a lei dichiarando tutto il mio amore ma come risposta ho ricevuto un:

- Mi dispiace, non posso fare questo a mia cugina, lei ti ama. -
il mio cuore ha subito un crack, in quel momento lei si è alzata ed è fuggita via da quel giorno non l'ho mai più rivista.

Non posso fare questo a mia cugina! Lei ti ama. Questa frase è un tormento gira nella testa come un registratore continuo.

Penso continuamente a lei, tutte le ragazze che ho avuto assomigliano tutte a Cloè, a lei, la mia vita. Il mio angelo...

Ho sempre pensato come fargliela pagare ormai il prenderla solo in giro non mi soddisfava più, volevo piegarla, umiliarla, per farle capire cosa si prova soffrire per amore.

Peter la difende sempre " è un anima fragile. " Non ho mai capito perché non stanno insieme quei due, dice di essere innamorata di me ma sta sempre con lui, strano modo di dimostrarlo.

Stasera la farò mia nel modo più brutto che esista non la tratterò con i guanti, anzi glielo farò credere per poi completare la mia vendetta.
Spingerò i miei a farci sposare a fine mese, mi voglio liberare di lei subito,  non la sopporto mi fa schifo.
Farò in modo di far ricadere tutta la colpa su di lei per uscirne pulito. Sì, avrò la mia vendetta.

La porto nel mio posto preferito nella casa del bosco, è lì che porto tutte le mie donne e le scopo fino a quando  non sento un basta, mi piace dare piacere, sfinirle.

La farò sentire una regina per poi prendermi tutto da lei e lasciarla con un pugno di mosche.

La serata passa liscia come l'olio il mio amico ha piazzato tutte le telecamere nella camera da letto pronta ad essere utilizzata per simulare un accoppiamento, perché con le cagne si fa quello.
Finita la cena la porto nella camera, prendo il telecomando e accendo lo stereo, metto un lento in sotto fondo e l'invito a ballare.
- Ho voglia di stare un po' con te a coccolarti, prometto che non farò nulla che tu non voglia. - le sussuro mentre balliamo.
Ed è  così, non voglio entrare in quella cosa brutta, voglio solo far credere che ci sia stato qualcosa tra di noi, per poi riccatarla.

Lei mi bacia e giuro che vorrei rigurgitare tutto il cibo che ho mangiato stasera  ma devo farlo, devo resistere davanti a questo obbrobrio.
La porto nel letto e la spoglio lei fa tutta la timida, sicuramente si sarà fatta sbattere da qualcuno. Ma da chi?  No non può essere.
Inizio a baciarla chiudendo gli occhi pensando a lei, la mia Cloè, non ce la farei sé no e troppo brutta Anya in confronto la mia Cloè.

Lei si dimena ed è eccitata si vede - Stai ferma - le dico piano. Le metto la mia asta sulla pancia e inizio a simulare un rapporto sono eccitato e da una settimana che non mi svuoto con nessuna per causa sua. La rabbia nei suoi confronti mi fa muovere di più, più velocemente sfuggendo tutto sotto al mio controllo l'asta scivola dalla sua pancia e si infila nella sua apertura velocemente faticosamente, lei urla mi pianta le unghie sulla mia schiena stringendo la mia pelle la sento che si lacera sia la mia pelle che lei.
Con un solo colpo vengo spargendo il mio seme dentro di lei.

Piange, le ho fatto male e godo, il suo sangue cola mischiato con il mio sperma dalle gambe, era vergine.
Mi avvicino  a lei accarezzando la sua testa. - Scusami. - dico con  finzione, anche perché non me ne frega nulla di lei. Ho fatto un errore ma non a mio svantaggio.
Da oggi posso tornare chi ero con lei. Lo stronzo di sempre, mentre davanti a altri sarò un uomo perfetto.
- Mi fa male. - singhiozza.
- Ora ti passa stai tranquilla, shh shh. - cerco di tranquillizzarla. Devo fare il bravo con lei ancora per un po'.
- Scusami, ti prometto che non ti toccherò più. - e sarà una promessa fidati vorrei aggiungere.
- Forza Anya, respira lentamente. - dopo dieci minuti si calma. Non parla, non dice nulla.
- C'è il bagno se vuoi darti una pulita. - si alza dal letto tutta sporca, si sente sporca.
Cazzo che schifo!

Torna in camera, ora sono io che vado a levarmi il suo schifo di dosso, corro in bagno anche perché non la voglio più vedere. Ci metto un bel po' di tempo perché mi faccio una doccia, lunga e calda.
Però, penso, con il senno di poi a quello che è successo prima in camera l'ho violata e non volevo farlo mi è sfuggito tutto di mano cazzo! Non sono un mostro cazzo! Cazzo! Cazzo! E per una aristocratica non è permesso arrivare non vergine al matrimonio. Nessuno la vorrà più, è una regola fondamentale.

Torno in camera, lei è già vestita, ha la testa bassa mi avvicino a lei scusandomi che deve stare tranquilla che comunque tra qualche settimana ci saremo sposati.
Anya si rilassa appoggiando la testa sulla mia spalla e come un amorevole fidanzato la stringo e la bacio.

GIORNO PER GIORNODove le storie prendono vita. Scoprilo ora