Capitolo 15

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Pov Anya...

Sento bussare la porta della mia stanza, mi stiracchio commentando un distorto - Arrivo! - mi alzo a fatica e con una grande sete infatti la mia bocca è impastata.
Apro la porta è Adeline con una cesta e dentro tutti i miei abiti piegati, mi sposto per farla entrare togliendo la cesta dalle sue mani.
- Grazie sei molto gentile. - ho ancora addosso l'asciugamano visto che non avevo cambi puliti per fortuna ci ha pensato lei.

- Ho pensato che ne potevi avere bisogno? - in effetti è così, non sò propio come ringraziarla.
- Sarei dovuta uscire così se non me li avresti portati. - mi metto a ridere.
- Così inizio ad abituarmi a girare nuda. - lei si mette a ridere rispondendomi.
- Impari in fretta. - Ridiamo ancora di più.

- Ho dei buoni maestri, sai ho una sete da morire. - sentendo ancora la mia bocca asciutta. Adeline si alza e va vicino a un mobile e lo apre.
- Qui c'è il frigo, si mangia tutti insieme ma questo non ti vieta di avere del cibo in camera o di mangiare sola se ne senti il bisogno. - È una cara ragazza da quando ci siamo conosciute non mi ha mai abbandonato, mi è sempre stata vicina e guidato.

Prendo la bottiglia d'acqua e lei si avvicina a un altro armadietto dove ci sono dei bicchieri e l'appoggia sul tavolino piccolino.
Prima non mi ero resa conto dei dettagli ma c'è un piccolo cucinino nella sala diviso da un arco, rimane nascosto da un piccola sporgenza di muro che copre la visuale se non lo superi.

- Cavoli non avevo visto che c'era la cucina. - mi verso l'acqua e ne bevo tre bicchieri di fila com'è buona l'acqua quando hai sete.

- Ognuno di noi ha la sua privacy Celeste e indipendenza, come ti ho detto prima non hai obblighi. - Sono contenta di non avere obblighi e un punto in più che va a favore degli hippy.

- Ora vado a vestirmi ci metto un attimo. - corro in bagno senza indumenti, quindi torno indietro per prenderli con un finto sorriso, Adeline ride per la mia scena.
- Sono sbadata. - prendo la cesta e cerco qualcosa per stasera, trovo un vestitino floreale fucsia decido per quello e ora devo cercare l'intimo sperando non sia infondo alla cesta lo trovo in un attimo.
Mentre mi guardo allo specchio noto di aver preso colore, sarà per il giro in bici di oggi esco dal bagno - Adeline scusa se ti disturbo ma ho visto che sono un po' rossa hai per caso una crema per questo? -  Adeline si alza e viene in bagno con me apre lo specchio.

- Allora... vediamo che hai qui. - sposta tutti i botticini fina a quando non trova quello che gli ho chiesto.
- Vieni, così te lo spalmo sulle spalle. -  Certo che qui hanno tutto! Chiedo una cosa, Adeline apre uno sportellino e come per magia appare il mio desiderio.

- È  alla aloe allieva il bruciore , idrata la pelle nutrendola con le sue proprietà, vedrai piano piano ti insegnerò tutto. - 
- Grazie mille sei un'amica, davvero! Da quando sono qui non mi hai mai lasciato sola e te ne sono molto grata. -  l'abbraccio è un modo per ringraziarla, lei fa lo stesso mi sento a casa e amata da una sconosciuta.

- Dai vestiti che ci stanno aspettando, portati una maglietta nel caso hai freddo. - annuisco e finisco di vestirmi, devo dire che mi sta veramente bene, prendo anche una gicchettina fatta con l'uncinetto in cotone aperta sul davanti e sono pronta. Mi guardo un'ultima volta lo specchio per vedere che sono in ordine e torno da Adeline.

- Andiamo, sono pronta e sinceramente ho fame. - usciamo da casa, tagliamo il grande cortile per andare sotto a un porticato con una tavolata lunghissima.
Appena mi vedono tutti si avvicinano per darmi il benvenuto, mi dicono i loro nomi e ho memorizzato solamente i primi tre.

- Sapete che vi chiederò di nuovo i nomi vero? - Sì mettono a ridere e Saul replica
- Lo abbiamo messo in conto. - Cavoli ma tutti questi bei ragazzi da dove saltano fuori? E anche le ragazze non scherzano.

- Dai vieni a sederti. - mi invita Adeline a sedermi accanto a lei mentre Santiago e seduto nell'altro fianco.
Paolo è distante da noi ma comunque mi ha salutato appena mi ha visto arrivare, sul tavolo ci sono molte cose da mangiare e non so proprio da dove iniziare- assaggia queste sono i tacos sono buonissimi.
Ne assaggio uno ed è davvero buono un po' piccante ma buono.

- È una delizia! Posso averne un altro? - faccio il bis e poi mi riempiono il piatto di fagioli tonno e cipolle, patate con ripieno di formaggio, pizza e pollo.

La serata è bella tutti parlano di quello che hanno fatto oggi e i loro visi esprimono felicità, vera felicità.
- Da dove vieni? - chiedono curiosi.
- Da Chicago. - Spero di essere convincente.
- Lasciatela stare, avrà modo di parlare di lei intorno al falò. - dice Maria, vedendo che ero in difficoltà.

Mi alzo per aiutare a sparecchiare la tavola e anche per evitare le domande scomode mentre porto i piatti in cucina e glieli passo a Maria.

- Celeste dovresti inventarti una storia se non vuoi che ti fanno domande oppure dici semplicemente che non ne vuoi parlare. -
- E che io... non saprei cosa dire... -  Ormai sono convinta che di lei posso fidarmi che potrei raccontarle la mia vera storia.
- Vieni lava i piatti con me. - mi avvicino all'altro lavello e sciacquo i piatti, mentre lei l'insapona.

- Io ho capito che sei scappata, vedi io e mio marito che conoscerai a giorni, abbiamo aperto questo casale per le persone in difficoltà. Sì, siamo degli hippy spiriti liberi ma qui non facciamo distinzione delle persone, non giudichiamo... - entra qualcuno in cucina e lei si ferma a parlare fino a quando non esce.

- Quindi non sentirti sotto accusa perché non lo sei, se tu non vuoi parlare devi solo dirlo hai capito? - faccio segno di sì con la testa.

- Sono passati migliaia di ragazzi prima di te e capisco la loro situazione appena varcano quella porta. - Si vede che è una persona con una certa esperienza e che non gli sfugge nulla.

- Non posso parlare di me Maria, sono sotto copertura e in più mi hanno messo come luogo di nascita una città che non ho mai visto. Non so cosa dire. - Sono disperata.

- Sei sotto protezione? - domanda tranquilla.
- No, no ma sono una persona influente dalle mie parti, e, per non farmi trovare ho cambiato identità. - nel frattempo entra Adeline in cucina.

- Se vuoi continuare a parlare ti puoi fidare di Adeline. - la guardo negli occhi.
- Io mi fido di lei. - rispondo senza esitazioni.
- Chiudi tutto. - ordina Maria. Adeline fa ciò che dice Maria e io continuo a parlare.

- Sono canadese, una Contessa, la Contessa O'kelly un amico mi ha aiutato a fuggire sotto falso nome. Perché sono sicura che mi stanno cercando e io non voglio essere trovata. - Siamo vicine e parlo a voce bassa per non far penetrare le parole dai muri.

- Ok, allora costruiamo una verità, tu sei nata a Chicago ma a causa del lavoro di tuo padre eri sempre sballotata da una città a un'altra, hai deciso di fermarti da quella vita che fanno i militari , ma tuo padre non voleva e quindi sei scappata. - Inventa sul momento Maria.

- Direi che è perfetto, no? - domanda Adeline. Io le guardo entrambi cercando di assimilare per bene la storia.

- Quando ti sentirai al sicuro, potrai raccontare la tua verità a chi vuoi Celeste, come ti ho già ribadito non sei obbligata ma puoi comunque raccontare la verità di quello che ti è successo se ti può aiutare, inventando dei nomi. Sempre se lo desideri. -  mi propone con gentilezza, capisco che mi vuole aiutare ma ancora non mi sento pronta, è stato così crudele che mi fa ancora male.

- Dico che va bene... e, per la mia storia è molto dolorosa. Non me la sento ancora di raccontarla. - concludo la discussione.

- Ora andiamo dagli altri. - mi mette una mano sulla spalla Maria, non sò come ringraziarla mi è stata d'aiuto, sapevo che entrambi sono persone splendide, spero che questa sia la volta buona per costruire delle amicizie vere.

GIORNO PER GIORNODove le storie prendono vita. Scoprilo ora