Capitolo 36

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- Occupato! - parlo da dietro la porta del bagno, uso un tono più alto del solito.

-Apri! -  è Thomas, perché è ancora qui, cosa vuole da me?

Apro la porta piano ma viene spalancata e rinchiusa subito dopo.

- Cosa vuoi ancora da me ti ho ascoltato. - sono agitata perché non capisco questa sua intrusione. Mi allontano, mentre lo dico sfioro con la mano la parete di marmo rosa che riveste la toilette, cerco un appiglio una sicurezza.

- Voglio il tuo perdono. - cerca bisognoso, lo vedo dai suoi occhi e non ne  capisco il motivo. Mi rilasso.

- Thomas, ti ho ascoltato e accettato le tue scuse, io non ti devo perdonare ma sei tu che devi farlo. - prendo un  respiro.

- Non sono io che ho fatto l'azione, sei stato tu. Tu solo e a farti del male a te stesso. L'unica colpa che ho io e che mi fido troppo delle persone. - cerco di superarlo ma mi afferra il braccio.

- Non ci riesco Anya, devi aiutarmi. - il suo tono sembra  quasi una supplica.

Guardo la sua mano appoggiata sul mio braccio per poi spostarmi con un sorriso dolce fissando i suoi occhi.

- Se ti fa stare meglio ti perdono. - mi sgancio dal suo appiglio e mi allontano in fretta senza girarmi, non ho guardato nemmeno la sua espressione per non impietosirmi.

Torno a tavolo tutta trafelata e appena mi siedo Paolo si avvicina a me.
-  Tutto bene? Ti vedo scossa. - lo guardo sapendo che non ho bisogno di parlare con lui, lui mi capisce.

-Si, si tutto bene. - lo rincuoro, nel frattempo Thomas si siede lanciando uno sguardo verso di me e Paolo.

Non ci guarda con disprezzo o invidia ma comunque il suo sguardo sembra più... di un attento osservatore.

La serata procede senza intoppi o interruzione rendendo tutto più leggero terminando in serenità.

Ci alziamo sfiniti per il viaggio e pieni per la cena.
- Denise, Peter noi andiamo. - abbraccio Denise.
- Sì, ci vediamo domani. - mi risponde.
Mi baciano entrambi ma Peter mi sottolinea qualcosa mentre mi saluta.

- Domani mi racconti tutto - si allontana e mi schiaccia un occhiolino  d'intesa.

Io e Paolo ci allontaniamo e avvisiamo i miei genitori che siamo stanchi, così torniamo a casa senza di loro che preferiscono  rimanere ancora un pochino.

- Finalmente e finita la serata! -  mi svacco sul sedile dell'auto.
Paolo ride - Serata al quanto noiosa, certo non è paragonabile alle nostre. - sottolinea.

- Sai che scandolo! Giammai! - esclamo in modalità tragicomico, io e Paolo continuiamo a ridere fino a farci venire mal di pancia.

- Non vedo l'ora che tutta questa farsa finisce... - smetto di ridere tornando seria, mentre confesso al mio amico il mio stato d'animo.

- Pensantuccia eh! - rincara Paolo.
- Sì abbastanza. - sbuffo guardando le luci che passano veloci oltre il vetro della macchina pensando a ciò che è successo con Thomas quella sera stessa in bagno ma la mia mente mi riporta sempre al passato.

- Devi essere più sicura di te stessa Anya. - mi volto verso di lui all'istante come se fossi colta sul fatto.

- La smetti di spaventarmi? - le domando.
- Se ti ho spaventato e perché ti ho colto sul fatto o ti ho detto la verità e la tua coscienza lo sa.-  Ed è vero crogiolavo nella mia insicurezza e mi ha detto la verità.

-Smettila di leggermi! -
- Io non ti leggo, ti sento perché ti amo. - ed è vero mi ama ma non posso farmi amare da lui.

Stava insieme a Emily e l'ha lasciata perché il suo amore per me era più grande.
Mi ha confessato che non si è mai del tutto sganciato da me, come un piccola puntura di zanzara, piccola ma fastidiosa.
Mi ha fatto ridere la sua comparazione ma dal resto, è la firma di Paolo sarcastico e saggio.

- Paolo, sei fantastico e ti stimo tanto come...-

-Amico lo sò, Anya non ti chiedo di essere ricambiato nemmeno ti chiedo di stare con me per forza. - stavolta finisco io la sua frase.

- solo possiamo essere qualcosa di più che amici qualche volta. -imito la sua voce.
- Paolo io non sono capace di farlo, ci ho provato con te una volta e appena ho capito di essere incinta ho preso la palla al balzo per chiuderla con te. Il sesso con te era fantastico, davvero! anche se non ho altri uomini per paragonarti. - sorrido.

- Mi chiedo cara Anya come riesci a essere così brava a rifiutare me con grande maestria e non riesci con Thomas.- mi punzecchia.
- Non è che sei ancora innamorata follemente di lui? Sai, non riesco a darmi un'altra spiegazione. - sorride ma il suo sorriso era amaro come se sapesse già la risposta.

Lo amo? O ho paura di lui? O entrambe le cose...

- Siamo arrivati! - dico, salvandomi in calcio d'angolo.

Riesco a cambiare rotta per alcuni minuti fino all'arrivo la porta.

- Cos'è successo stasera Anya? - Mi chiede alla sprovvista, stavolta mi sento a disagio, dopo la sua ennesima confessione, sono spiazzata e anche triste.

Gli racconto cosa è successo in bagno e mi ascolta mentre andiamo in camera, non dice una parola.
Mentre sono seduta sul letto, lui si avvicina sedendosi accanto a me.

- Le dirai di Bea? -  mi chiede d'un tratto.
-No, non mi fido di lui.- gioco con le pellicine delle dita nervosamente.

-Non ti fidi di lui ma lo ami ancora. - constata Paolo.

-Penso di avere paura di lui, non di amarlo. - le confesso.

Mi alzo dal letto e mi preparo per la notte mentre Paolo si mette la sua pelle rimanendo completamente nudo.

-Fimalmente sono di nuovo libero! -  grida scatenando una risata.

- Anya io credo che tu hai più paura ad amarlo.  Di sbagliare un'altra volta con lui. - lo guardo mentre sono sdraiata sul letto, metto a posto il cuscino prima di fargli una domanda.

- Tu come ti comporteresti? Sai io mi trovo a disagio tipo che ritorno ai miei 18 anni. Faccio un salto nel passato.- lui si gira in un fianco per guardarmi diritto negli occhi.

- Allora incomincio a dirmi che non sono più quella persona di un tempo, perché non lo sei, sei cambiata, cresciuta e una mamma straordinaria. Dovresti lasciarti il passato alle spalle e vedere davvero chi è diventato Thomas, prima di trarre conclusioni affrettate. Anya tu sei davvero una bella persona e hai finito per incastrare i bugiardi, rilassati e segui il tuo istinto. -  i suoi consigli sono sempre saggi poi il fatto che mi vuole bene sono rafforzati perché non hanno un secondo fine.

- Ci penso, la notte porta consiglio no!? Buonanotte.- le bacio una guancia prima di girarmi e spegnere la lampada da notte.

- Buonanotte Anya.- sospira....




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