capitolo 52

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Siamo in viaggio da tre ore circa, ancora non siamo arrivati a destinazione, non ci siamo fermati neanche per una sosta. Sono stanca, da stamattina ancora non mi sono fermata, appoggio la testa sul finestrino in questo lungo e triste percorso, sono stata esclusa dai loro discorsi. Ridono si fanno le boccacce, si prendono in giro e io sono esclusa dal loro legame, sorrido mentre ci penso e mi accorgo che sento felicità mischiato a un pizzico di amarezza.

Chiudo gli occhi per un istante, sento la macchina che prende velocità e urla ovattate apro gli occhi all'improvviso appoggiandomi sul cruscotto e la portiera.

- Anya tieniti forte. Ci hanno trovato. - Bea continua a urlare per ogni curva io non riesco ancora a capire cosa succede.
- Chi ci ha trovati? - lui mi guarda solo per un secondo per poi portare lo sguardo nello specchietto retrovisore.

- Da chi voglio nascondervi Anya. - risponde spazientito. Sembra che  mi odia quando dovrei essere io ad avere quel atteggiamento nei suoi confronti dopo quello che mi ha fatto passare.

- Cosa faremo ora? - quasi urlo. Sembra sicuro di sé di quello che sta facendo ma comunque sono nervosa. - Rispondi. -

- Cerchiamo di seminarli, tu che dici? - mi da una risposta domanda come se fosse ovvia.

Resto in silenzio, offesa, mi parla come se io fossi una stupida come se tutti i giorni venissi inseguita.
- Bea stai bene? -  - Ho paura mamma. - mi slego la cintura e vado dietro con lei. La stringo forte cercando di rassicurare con dei baci sulla testa.

- Tenetevi forte. - stiamo per entrare in città. Tra vari sorpassi riusciamo a seminarli siamo in un parcheggio  di un centro commerciale enorme ma non entriamo dentro, ci fa proseguire a piedi e poi su un bus fino ad arrivare in un auto noleggio. Affitta un auto e apre la portiera.

- Andiamo! - Bea è ancora tra le mie braccia scossa.
- Dove andiamo? - non mi risponde.
- Sali. -
Proseguiamo in macchina per una decina di km fino a un piccolo aeroporto saliamo su un aereo privato.

- Ci porti a casa papà? -
- No, per ora. È una sorpresa. - Bea ride felice.
- Andiamo in vacanza? -
- Una specie. - 
Saliamo sull'aereo  non dico una parola almeno fino a che Bea  e presente. Gliene devo dire quattro, non gli permetto di trattarmi così. Mia figlia si allaccia la cintura mentre Thomas parla con i piloti, forse stanno decidendo la rotta...

- Dove stiamo andando. - chiedo a denti stretti e subito dopo un sorriso per non fare capire nulla a Bea.

- Vai a riposare, sarà un viaggio lungo. - mi fissa senza mai lasciare il mio sguardo. Il suo atteggiamento mi irrita.
- Non ti permetto di parlarmi così. Hai capito! - stringo i denti. - tu ora mi dici dove mi porti o giuro che finita questa scenata tu non mi vedrai più. -  la mia rabbia è  evidente.

Non replica, si avvicina a me con due falcate afferrando le braccia in altezza vicino le spalle bloccandole vicino al corpo e mi bacia con passione, stringe le sue mani dettando la sua forza, imponendosi. Cerco di svincolarmi ma è troppo forte.

Appena rilasso le spalle lui si allontana e io le porgo sulla sua guancia uno schiaffo.

- Thomas, non hai il mio permesso. Permesso di baciarmi, abbracciarmi, toccarmi e tutto quello che riguarda me e il mio corpo. Devi stare lontana da me. Sono stata chiara?- mi allontano da lui chiudendomi nel bagno.
Mi siedo sul water e mi metto entrambi le mani sul viso, lo strofino finché non diventa rosso voglio dimenticare cancellare tutto.
Non voglio cadere di nuovo dentro quel vortice. Non voglio ricominciare di nuovo da capo. Il fatto che lui mi dice che mi ami e non mi ha dimenticato e con tutta la storia di Paolo io sinceramente non capisco più nulla.
Sono più confusa di prima, non capisco più come devo comportarmi, cosa è vero o no, non voglio cedere.

Non voglio credere, non ho più fiducia in lui nella nostra platonica e non storia, questa cosa deve finire. Si è esaurita la mia pazienza, non sono un burattino.

Mi rinfresco il viso e il collo prima di uscire e sedermi lontano da loro da lei la mia bambina l'unica cosa pura in questo momento. L'amore suo mi costringe a essere forte, ancora per poco tempo ma sarà sufficiente per ora.
Quando crescerà prenderà la sua strada e io dovrò lasciarla andare, sarò sempre la sua mamma ma lo diventerà anche lei dedicando il suo amore per i suoi figli, non avrà più tempo per me. Almeno no quanto ora. Sorrido mentre parla con suo papà, sta crescendo velocemente ed è un bene. Un hostess che non avevo visto prima d'ora si avvicina a me.
- Signora desidera qualcosa? - penso qualche secondo prima di rispondere.

- Del vino rosso e un toast se è possibile comunque vorrei qualcosa da stuzzicare. - non posso bere senza mangiare, non ho ancora mangiato!
- Può avere della pizza o un piatto di pasta quello che desidera signora. -

-Ah, ok!  Allora se posso mangiare vorrei anche la pizza e porti la bottiglia. - Voglio mangiare e addormentarmi in un batter d'occhio.
Vedo l'hostess che si avvicina anche a mia figlia e Thomas prenderà anche da loro l'ordine per poi passare di nuovo accanto a me.

- Scusa se ti disturbo ma vorrei chiederti una cortesia, se puoi portami subito il vino da bere e una bottiglia d'acqua frizzante, ho molta sete. - chiedo anche l'acqua perché sono sicura che nella notte me ne verrà molta.

- Certo signora. Preferisce mangiare qui o con gli altri? -
- Preferisco mangiare qui e andare subito a dormire se non le dispiace è stata una giornata assai pesante per me. - annuisce con la testa e se va.

Metto le cuffie nelle orecchie e metto la mia playlist preferita con musica soft.
Vedo l'hostess che appoggia un bicchiere su un tavolino estraibile al mio fianco e mi versa del vino ne bevo un sorso e sorrido continuando a rilassarmi nel frattempo arriva anche il cibo che mi  ci fiondo.

Appena ho finito mi addormento in un sonno profondo.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 09 ⏰

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