Capitolo 26

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Seconda parte.

Pov Cloè...

Lo seguo nel parcheggio  - Thomas, Thomas aspetta ti prego! - lui si ferma con le chiavi in mano in procinto di aprire la portiera. Non alza lo sguardo.

- Mi dispiace, non volevo ingannarti. -
- Non volevi ingannarmi! E come dimmi? Sei incinta di un altro e stavi con me! Sei pessima. - dice con rabbia, urla talmente forte che sputa ogni parola che dice.

Continua a ricoprirmi di parole poco piacevoli prima di chiedermi: - Chi è? Chi è?-  Mi urla vicino in viso.
- George. - dico solamente.
- Ci pensavo proprio oggi ma non pensavo che tu centravi qualcosa con lui, pensavo eri diversa da tutte le altre e sopratutto che non eri come Anya. Invece... - mi dice lui con un tono schifato ma non capisco perché parli così  di Anya.

- Perché metti in mezzo Anya? Eh! - chiedo curiosa.
- Perché mi ha rovinato la mia vita con te. Se, se non si fosse messa in mezzo quel giorno ora saresti mia e no di quel George. - lo guardo incredula. Sì io ancora in quel periodo non conoscevo George ma non credo che quel giorno o altri mi sarei messa insieme  a lui.
- Che cosa farnetichi? Eravamo dei ragazzini e Anya era persa per te, ti amava. Non mi sarei mai messa in mezzo e poi io non pensavo all'amore in quel momento della mia vita. -

- È tutta colpa sua. - prende a calci la macchina. Queste sue parole e gesti mi fanno pensare e confermano la mia tesi che lui centri qualcosa con la fuga di Anya.

- Perché Anya se ne andata via. Tu ne sai qualcosa vero? -
- Ha avuto quello che si meritava. - apre la portiera e se ne va lasciandomi lì, con le mie conferme,  ora devo scoprire il come, il perché e cosa gli ha fatto.
Al principio avevo preso la palla al balzo e ho assecondato Thomas fregandomene di Anya.
Non so se sono gli ormoni o la mia consapevolezza che ora non sono più sola ma non posso lasciare che Anya sia in preda la disperazione, io sò quello che si prova.

Devo parlare con Peter.

Fine seconda parte.

Pov Anya/Celeste...

Siamo arrivati al casale e Peter è teso, molto teso. Paolo porta le valige dentro al mio appartamento mentre Peter si guarda intorno.

- Vivete qui? Il posto è carino. -
- Sì, come ti ho detto viviamo tutti qui. Vieni, entra, gli altri te li presento dopo. - mi segue all'interno della mia abitazione. Paolo rimane ancora un pochino con noi prima di salutarci con la promessa di vederci dopo.

- Allora è qui che abiti, è carino! Ti rendi conto che tutto l'appartamento è meno grande della tua camera da letto? -
- Ho tutto quello che mi serve Peter. - guarda la casa con attenzione notando che è tutta qui.
- Io dove dormo? - chiede.
- Con me. - sorrido.
- Con te! Sei impazzita! - grida come una donna isterica.
- No, non lo sono. Ho un letto grande ci stai pure tu. Cos'è ti vergogni? -
- N-n, no. - balbetta - E che trovo tutto così strano. -  Effettivamente qui e tutto l'opposto dal mondo dove proviene lui ma sono sicura che le piacerà.

- Ti troverai bene, rilassati e sii te stesso come non lo sei mai stato. -
- Allora ci vorrà del tempo. - mi risponde ridendo.
- Come hai visto lì c'è il bagno, vorrai rinfrescarti un po', no!? - lui annuisce con la testa.
- Bene, lavati e riposati, io torno tra qualche ora, vado a lavorare. -
- Mi lasci solo? -
- Non avere paura nessuno ti mangia qui. A dopo. -  lo lascio da solo mentre chiudo la porta lo sento borbottare, cammino per andare a casa di Paolo e incontro Adelina - Glielo hai già detto? -  mi chiede a bassa voce. Mi guardo intorno sospettosa.
- No, non glielo ho detto. - la prendo in giro ridendo.
- Smettila di prendermi in giro quando gli dirai la verità? - sbuffo per la sua impazienza.
- Appena torno a casa dal lavoro, promesso. -
- Devi confessare subito Celeste se no non avrai più il coraggio di dirglielo. -
- Ok Adelina, lo farò... non starmi addosso a volte sei insopportabile! Perché pensi che non glielo dirò? -
- Per paura? - chiede sarcastica.

- Di cosa, scusa? Si, forse si arrabbierà ma non potrà tenermi il muso per sempre. - dico sicura.
- Hai ragione ma mi preoccupo per te. - mi abbraccia.
- Se lui non lo accetta tu mi starai vicino? -  le domando per una conferma.
- Non devi neanche chiederlo, hai capito!? - mi punta l'indice sul mio petto.
Arrivata a casa di Paolo busso, lui esce e insieme andiamo al campo dei meli per raccogliere quella matura, prima di andare, bagno la bandana sotto la fontanella, oggi il caldo e davvero torrido.

Dovete sapere che io e Paolo non stiamo più insieme da settimane, abbiamo preso la decisione di comune accordo, siamo felici più che mai e inseparabili, poi lui ha conosciuto una ragazza che è arrivata da poco al casale si chiama Emily  ed è  proprio come lui, insomma si sono trovati... tant'è che la chiamiamo Paola.
Non ero fatta per lui o non era destino, quello che conta è che ora lui è felice, mentre io lo sono un po' meno.

Mi piace molto Paolo, mi avrebbe aiutato, sarebbe stato vicino a me ma, io non glielo ho permesso, non era giusto nei suoi confronti e anche nei miei.
Ho ancora dei principi, anche se, Paolo me li ha, come dire... sciolti!
Sono solo più aperta di vedute e in continua evoluzione ma senza perdere comunque i miei valori fondamentali che sono la famiglia. Per me è sacra.
Comunque non ero innamorata di Paolo ci stavo solamente bene, sia fisicamente che mentalmente, non c'era nessun sentimento a parte quello che si può provare solo con un amico.

Ora, però, devo aggiustare le mie cose con Peter  e dirle tutte le novità, spero sia comprensivo e speriamo che non dà di matto.
Ho un pochino di ansia, lo ammetto.

-  Celeste! Basta pensare, vedo una nuvoletta sulla tua testa dove scorrono delle immagini come i fumetti. - mi dice mentre camminiamo verso il frutteto.
- Sono solo agitata, ho paura che mi farà tornare a Montreal con la forza e io non voglio. - Sì questa è la mia paura più grande, ho paura che se torno lì, rivedrò Thomas e, che, porti delle conseguenze non bellissime. Tipo il video. In più mi fa male rivedere la persona che ho sempre amato, odiarmi con tutto il suo cuore. Credo che se morissi, per lui sarebbe indifferente...

Se dovessi tornare a Montreal la mia vita sarebbe un tormento pieno di rancore e fatto di  vendette. Non voglio questo per me, non me lo merito...
Non capisco cosa l'ha portato a disprezzarmi così tanto, io ho cercato di amarlo e lo ho fatto di nascosto, non mi sono mai esposta, non mi sono mai dichiarata e non mi sono mai messa in mezzo neppure quando aveva una storia con una delle sue ragazze di turno.

- Puoi dire di no, non sei più una bambina. - sposto lo sguardo su di lui senza muovere la testa raccogliendo le mele.
Ha ragione.. forse potrei farla invece, sbatto i piedi, piango e faccio i capricci... sorrido mentalmente alla scena che si proietta dentro la mia testa.
- Sai che avrò bisogno di voi quando glielo dirò, vero? - ritorno alla realtà.
- Tranquilla hai noi, non sei sola. - mi conforta e sono sicura che lui c'è e ci sarà sempre.
- Grazie Paolo. - mi rincuora sapere che ci sono loro sono troppo emotiva per poterlo affrontare, spero di non alzare un grande polverone e di essere compresa...



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