Capitolo 6

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Due settimane dopo...

Pov Anya...

Scendo di sotto a fare colazione, sono ancora in pigiama ma non importa più di tanto, perché mangio in cucina con la servitù, scendo per le scale secondarie così nessuno mi vede.

- Ciao a tutti! - Saluto come ogni mattina. Ormai mi conoscono faccio tutti i giorni la stessa cosa cercando di scappare dalle etichette che la nostra società impone.

- Buongiorno contessa. - dicono in coro.
- Anya, Anya, Anya quante volte ve lo devo dire che la mattina sono solo Anya. - urlo. Si mettono a ridere un po' perché mi prendono in giro e un po' perché cerco sempre di socializzare con loro.

- Ok Anya. Comunque ci è mancata in questi giorni, vuole il solito? - mi chiede Cristrine.
- Ho tanta fame, e mi siete mancati anche voi. -

- Le faccio più fette biscottate con creme varie?- faccio sì con la testa stropicciato un occhio.
- Sembra una bambina svegliata in malo modo. Tutto bene ?-  chiede Crist.
- Mi sono svegliata già stanca. -
- Capita... niente che una bella colazione non  può risolvere. -  risponde lentamente.
Inizio a mangiare e indovinate un pochino chi entra in cucina?

- Anya smettila di mangiare schifezze! - sbuffo e mi tira via la fetta biscottata con la nutella, guasta feste! Ma io ho fame e Cristine mi sorride.

- Guarda che di là c'è Thomas. - dice, la guardo mentre parla e la seguo con gli occhi mentre bevo il mio thè. Quasi mi ingolfo.
- Che ci fa qui? - mi asciugo le labbra con il dorso. - e poi a quest'ora? -

- Non lo so, però ci sono anche i suoi genitori. - sbuffa esasperata, ma no per la visita improvvisa ma per me che mangio tranquilla. Come non lo sa.

- Forza, muoviti, vai a vestirti come si deve è  torna subito giù. - mi toglie la tazza dalle mani mentre sto ancora bevendo. E se ne va via.

Mi alzo arrabbiata e corro su in camera " ma si può venire a casa di una persona senza essere invitati! Ma dico io."
Apro l'armadio parlando ancora tra me e me, "per di più  alla mattina presto" mi giro a guardare l'orologio, sono le dieci. " Di domenica per giunta! " scelgo gli abiti da indossare spostandoli dentro la cabina armadio. " Ahhhh non li sopporto! Per di più  non ho fatto nemmeno colazione! Mmmmahhh!" Mi spettino i capelli infuriata.
Getto un po' di abiti sul letto " che cosa mi metto! "

Sento toccare leggermente la porta,come un ticchettio - Avanti!  - nemmeno guardo chi è perché sono così arrabbiata che non rispondo di me.

- Che fai parli da sola? Si sente dalle scale. - Appena sento la sua voce mi volto verso di lui.
- Non è giornata Thomas. - torno a guardare i miei vestiti.

- È la prima volta che ti vedo arrabbiata, sai? - sbuffo.
- Cosa ci fai qua di domenica? - domando.
- Visto che abbiamo saltato il fidanzamento sabato scorso perché ti sei ammalata, tua madre ci ha invitato a pranzo. Non te l'ha detto? - " No, non me l'ha detto, oltretutto ha detto che non ne sapeva nulla. Bugiarda! "  penso tra me e me.

- No. - rispondo per non fare questioni.
- Stai meglio? - mi chiede, visto che è da parecchio che non ci vediamo, mi ha fatto solo una chiamata giovedì ma abbiamo parlato poco, visto che avevo ancora la febbre.

- Si, si grazie sto bene. - mi sorride e si avvicina a me lasciandomi un bacio a fior di labbra.
- Sai di nutella! - mi sorride e a me torna il buon umore.
- Vai, che tra un poco arrivo. - le dico prima che lui esca dalla stanza.

Indosso un tailleur nero con una camicetta color giallo canarino e i tacchi per slanciarmi un po' di più, così mi mischio con la folla e non sembrare uno dei sette nani.

Sono tutti alti tranne me, certo che la natura ce l'ha proprio con me! Dopo mezz'ora scendo in sala, sono tutti lì seduti che mi guardano, fortunatamente si alza la mamma di Thomas.
- Ciao cara, come stai? Sei guarita? - mi saluta gentilmente.

- Si sto bene, grazie! Mi porto dietro solo un po' di debolezza fisica ma per il resto sono perfetta. -
Mi siedo vicino a lui, sono affamata, molto affamata,  credo che se non mangio sbranerò questo cesto di frutta finta fatta in argento.

Interrompo la loro conversazione di lavoro, perché loro sanno parlare solo di quello... ah, no! Dimenticavo: terre, case al mare, case in montagna, in collina, in altri stati bla bla bla.

- Scusatemi se vi interrompo ma mi devo assentare un attimo mi sono dimenticata di una cosa importante. - Dico con grazia. Thomas sorride, non capisco perché. Non mi chiede neanche se va tutto bene.

Mia madre mi guarda male, non m'importa un ficco secco, sorrido e lascio la stanza per andare in cucina. Devo sbrigarmi prima che mia madre venga a cercarmi, corro. Va bè con questi tacchi è un eufemismo insomma ci provo, poi con questi pavimenti scivolosi sembro un pinguino.
Dai Anya ancora qualche passo e sei arrivata. Finalmente apro la porta mi siedo al mio posto e mangio quello che cris mi ha preparato.

- Pensavo non venissi più. Stavo ritirando tutto.  - la guardo storto.
- Lascia stare,ok! Mia madre mi stava adosso come un falco. - addento la fetta biscottata che avevo lasciato prima a metà.

- Buona! Sto morendo di fame. Mmm che buoni. - mastico lentamente assaporando tutto lentamente.
- Lo sapevo che eri qui. - sento una voce fuori campo mentre ride. Mi è preso un colpo, cosa ci fa qui, l'avevo lasciato di là e mi sono appena seduta ma come cavolo ha fatto?
- Mi segui. -
- Non ce n'è bisogno di seguirti, sono andato a intuizione visto che il tuo stomaco brontolava come un vulcano. Ride come un deficente. Mentre io sono diventata rossa come una mela.

- È una settimana che non mangio cose solide, solo zuppe e thè. Stamattina credevo di aver tempo per mangiare e invece... -
- Siamo arrivati noi? -
- Esatto! - dico senza pensarci purtroppo quando non mangio non ragiono.
- Cioè, non è che mi dai fastidio, anzi mi fa piacere averti qua, non era quello che intendevo. - cerco di appianare le cose ma faccio peggio.

- Non ti preoccupare, ho capito, posso? - indica una fetta biscottata
- Prendi pure. -
- Certo che alle undici è  ľora dell'aperitivo, un po' tardi per questo. - indica con gli occhi il vassoio.
- Alla mattina preferisco il dolce. - le porgo il mio bicchiere con la spremuta che afferra per berne un sorso.

- Oggi a pranzo devo chiederti la mano, sai? -  lo guardo mentre appoggia il bicchiere  sul tavolo e parla, gli rispondo subito alla domanda senza farmi distrarre dal suo charme.

- Sai invece la cosa strana? È che io non sò un accidenti di niente, nel senso che tu non mi hai mai accennato a niente e mia madre parla di matrimonio con le organizzatori senza nemmeno consultarmi. Sono la "sposa" e sono invisibile. -
- Scusami è stato tutto così veloce. Perché non vuoi sposarmi? - mi guarda fissa negli occhi.

- Non è quello, va bè non importa... - mi alzo per andarmene ma lui mi blocca afferrando il mio braccio tirandomi verso  sé cingendomi con le braccia. Ci guardiamo.

- Ti ascolto. -
- Ormai non c'è molto da dire Thomas, farò  il mio matrimonio perfetto al 10 anno di anniversario. - sorrido me è un sorriso amaro.

- Scusa non volevo metterti da parte. - lo blocco portando le dita sulle sue labbra.
- Ci sono abituata. A parte Peter che chiede i miei pareri. - alzo le spalle. Lui cambia sguardo.

- Andiamo di là che ci aspettano. - parla in modo freddo.

Si alza, mi dà la mano stringendola forte e mi riporta in sala...




Si alza, mi dà la mano stringendola forte e mi riporta in sala

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