capitolo 25

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POV THOMAS...

Finalmente posso vivere la mia storia serenamente, senza ostacoli. Siamo al campus io e la mia Cloè.
La vedo più serena, tranquilla... a differenza di quando stavamo in città, era sempre guardigna, nervosa, strana ma forse era solo il fatto che non potevamo stare tranquilli era l'unica giustificazione che potevo dare in quel momento.

Ma solo in quel momento che è  durato solo poche settimane, non la capisco, davvero! A volte è dolce, comprensiva altre volte è sfuggente. Mi nasconde qualcosa?
Tutto è partito da quando è morta la moglie del visconte, Elena, morta per un brutto male a soli trentasei anni. Una bella donna e anche dolce.
Ma quello che non capisco è perché Cloè è strana dal momento in cui è successo tutto questo, dopo il funerale lei è  diventata scostante, pensierosa, quasi non esistessi più.

Eppure mi era sembrato che anche lei provasse qualcosa di vero per me, ora non ne sono più sicuro...

La vedo scendere le scale del suo dormitorio, e vestita sempre con classe, con i suoi abiti stile romantico da farla sembrare un angelo.
Sono proprio perso per lei, che i pensieri di poco prima sono svaniti appena l'ho vista.

- Ciao. - la saluto con un bacio, lei sorride debolmente.
- Tutto bene? - le chiedo subito dopo.
- Sì, andiamo a mangiare che ho una fame da lupi. - mi dice lei sorpassandomi entrando sulla macchina senza aspettare che io le aprissi lo sportello. Mi sta evitando, lo so e io voglio scoprire il perché.

Pov Cloè...

La mattina...

Entro di nascosto a casa del visconte, George. Il mio George. Non posso farmi vedere da nessuno nemmeno dalla servitù, raggiungo le stanze al piano superiore sperando di trovarlo. Di parlare...

Trovo la sua camera da letto mi addentro chiudendo subito la porta, appoggio le spalle tirando un sospiro di sollievo per non essere stata colta sul fatto. Il legno è freddo sulla mia pelle, duro. Quasi come la mia paura di essere qui, di essere respinta dal uomo che amo.

Mi fermo un attimo a osservare la stanza che fino a qualche giorno fa aveva condiviso con la sua defunta moglie.

La stanza è molto lussuosa con mobili di legno intagliato e pregiato, imbottito e ricoperto da stoffe damascate, tappeti persiani che ricoprono il pavimento fatto di parquet lucido in legno scuro, una camera ampia con poltroncine e tavolino messi in un angolo che formano un piccolo salottino grazioso, adornato con fiori di campo freschi che profumano la stanza.

Sento il fruscio dietro la porta affianco al salottino, credo che si sta facendo la doccia mi tocca attendere che esca sperando che non entri nessuno.

Per fortuna mi ricordo che ogni porta ha la sua chiave così mi avvicino e la chiudo del tutto, non sò se ho fatto bene a venire qui ma devo chiarire, voglio sapere.

Esce dal bagno con solo un asciugamano intorno alla cintura di adone esponendo i suoi muscoli del petto e addominali scolpiti mentre con l'altro asciugamano si friziona i capelli.
- Ciao George. - faccio sentire la mia presenza salutando, si ferma con la mano sui capelli rimanendo immobile qualche secondo prima di dire - Cosa ci fai qui? - mi domanda.
Rimango qualche minuto in silenzio non sapendo come aprire un discorso con lui senza finire in un litigio.
- Mi manchi e ho bisogno di parlarti. Ho paura. - le confido.

- Cloè lo sai che non è il momento per stare insieme e mancata mia moglie solo tre giorni fa. E se ci scoprisse qualcuno? - si avvicina a me mettendo una mano sulla mia spalla.

- Lo so, hai ragione ma io ti amo e aspetto un figlio da te. - lo guardo - Quanto ancora deve durare questa farsa con Thomas, non lo sopporto! - lui sbuffa sedendosi sul bracciolo del divanetto abbracciandomi.

- Ora che mia moglie non c'è più poi pure concludere la tua storia  con lui ma io sono comunque in lutto e sai come sono le nostre usanze. -
- Sono d'accordo fino a un certo punto, non possiamo aspettare un anno, sono incinta! George vuoi stare con me o no? Tu mi hai promesso mari e monti sapendo che eri sposato è ora!?- sono disperata le chiedo aiuto ma sembra che lui non mi ascolta.

- Ti chiedo solo un pochino di pazienza e giuro che ti sposerò. Quando ti ho conosciuto sapevo già che mia moglie era ammalata e lei sapeva di te. -
- Come sapeva di me, perché non mi hai mai detto nulla? -
- Perché, perché, perché secondo te perché? Senti Cloè sono più grande di te, ho quarant'anni e so quello che faccio quindi ti prego fammi fare a me. Non rovinare tutto con la tua impazienza ti chiedo solo qualche mese. Ok! -
- Ok, posso lasciare il damerino? - lui sorride ma quando lui mi lasciò per stare più vicino a sua moglie, io per disperazione mi ero messa con Thomas sperando di poterlo incastrare per farmi sposare per non far finire la mia famiglia nella vergogna.
Sono spregevole, lo so, ma non sapevo come uscirne fuori, mi dispiace per il duca ma non mi è mai piaciuto e sempre stato appiccicoso e accomodante. Sembrava quasi una forzatura la sua, nulla di pulito come se per lui la cosa più importante fosse avere una donna trofeo quella da mostrare a tutti. Ho visto come si è comportato in questi anni con le donne e non mi è piaciuto per niente e sapevo quello che faceva a mia cugina con i suoi amici, sapevo tutto... ma non è finita qui, voglio scoprire perché Anya se ne andata via e sono sicura che lui centri qualcosa.

Non sono una cugina modello, e, Anya con me è sempre stata buona, siamo cresciute insieme fino a quando non mi sono trasferita per studiare e lì ho conosciuto George avevo circa sedici anni e mi sono allontanata da lei e da tutti.

- Si puoi lasciare Thomas. -  le sue parole mi danno una speranza ma ho bisogno di ulteriori certezze.

- George io mi fido di te ma ho bisogno che mi chiarisci le tue intenzioni. Non mi piace brancolare  nel buio. -
- Visto che io sono stato già sposato e tu stai aspettando mio figlio non ci saranno problemi per noi. Almeno che... -
- Almeno che, cosa? - gli chiedo.
- I tuoi genitori non si mettono in mezzo. -
- E perché mai? La loro figlia è incinta prima di sposarsi mi concederanno con piacere stanne certo. - George sorride.
- Non vedo l'ora. - mi accarezza la guancia.  - Appena sistemo tutto verro a parlare con i tuoi e risolveremo tutto, stai tranquilla. - mi bacia a fior di labbra ma a me non basta e ci ritroviamo a far l'amore per tutto il giorno...

Sera...

Sono pronta, il momento di lasciare Thomas è arrivato. Sono preoccupata della sua reazione spero che non mi da filo da torcere e che concludiamo come amici.

Mi saluta con un bacio sulla mia guancia e io gli sorrido chiedendo di andare subito a mangiare visto che avevo fame.
Mi porta in pizzeria dove ordiniamo subito per non perdere tempo, oggi non ho pranzato visto che sono stata con George e la nostra attività a incrementato il mio livello di appetito.

- Thomas dobbiamo parlare. - mi butto o la va o la spacca.
- Mi dispiace dirtelo così ma io non posso stare con te non ti amo. - il gelo aleggia intorno a noi lui mi fissa senza sapere cosa dire, io invece aspetto una sua reazione. Ma nulla nessuna reazione.
Così prendo di nuovo parola - Sono incinta. - lui è sempre lì, immobile, non capisco se è sul punto di esplodere.
- Lo amo e io... - mi fermo, penso se raccontare tutta la verità o no.
- Tu cosa? - dice freddo.
- Ti devo chiedere scusa, pensavo che tra me e lui non ci sarebbe stato più niente, invece le cose sono cambiate e sua moglie sapeva tutto. - Lui continua a guardarmi in cagnesco.
- Sua moglie! - urla. La gente della pizzeria si gira a guardarci e io presa dal imbarazzo lo silenzio.
- Shh! Ti prego se dici che provi qualcosa per me dimostralo. - dico sottovoce.
- E meglio che me ne vado prima che ribalto questo posto. -  prende il tovagliolo e lo getta con forza sul tavolo.
Lo vedo allontanarsi nel frattempo arrivano le nostre ordinazioni, chiedo cortesemente di metterle in un cartone per portarle via e che tra qualche minuto verrò a prenderle lo dico di fretta per poter raggiungere Thomas.















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