Capitolo11

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Pov Anya...

Ieri sera ero talmente stanca che non ho mangiato, ho solo pianto per i miei errori fidandomi del mio cuore. Sono triste, delusa della vita e dalle persone che mi hanno circondato in questi anni credendo di poter fare sempre la cosa giusta per me, ho sbagliato a far sì che le persone a me care mi ciurcuissero al tal punto di farmi credere che quello era un bene per me senza chiedermi se lo era davvero. Non ho mai parlato con me stessa, non me lo sono mai chiesta come una cretina.

Ho creduto che Thomas mi avrebbe amato, una ragazza grassotella, bassa e bruttina. Lui sempre accerchiato da modelle mozzafiato! Io credevo nel sogno, nelle fiabe e al lieto fine.

Apro la valigia e prendo gli abiti puliti pronta a farmi una doccia e poi un'invitante colazione, voglio ricominciare da zero e capire quello che voglio dalla vita.

Ora sarò sola, cercherò un lavoro anche se economicamente sto bene e potrei cavarmela con la rendita ma io non voglio dipendere dai soldi, voglio farcela da sola con le mie forze e dire un giorno ce l'ho fatta, basta la Contessina con la pappa pronta, guarda dove sono finita! Sola, abbandonata da uno che pensavo sarebbe stato la mi vita per sempre e non più vergine.
Abbasso gli occhi al pavimento continuando i miei ragionamenti mentre mi infilo le scarpette mi viene in mente che devo comprare qualche abito quelli che ho qui l'ho acquistati al volo ieri in aeroporto.
Prendo il telefono anche se sò che non mi chiamerà nessuno ed esco andando giù  in reception una signorina mi saluta con un buongiorno che ricambio con un sorriso esco vado a esplorare Todos Los Santos città calda, molto calda siamo solo a fine maggio.. bene, anzi meglio! Non partirò il freddo questo è sicuro.

Cammino lungo al mare e vedo un chioschetto con un tetto fatto di paglia o foglie di palme, forse foglie di palme ormai secche decido di andare lì a far colazione quindi mi avvicino e cerco un tavolino preferibilmente in un angolo nascosto dove posso ammirare il paesaggio marino.
Mi giro un pochino intorno e lo trovo mi avvicino e  mi siedo sospirando felice.
Una ragazza bellissima si avvicina a me sorridente e bionda, porta una bandana come fascia per capelli ed è snella con due occhi azzurri.

Ora anch'io ho i capelli biondi e gli occhi verdi ma sono in sovrappeso ma a questo provvederò.
- Cosa ti posso portare? -  mi domanda gentilmente, la guardo non sapendo cosa ordinare, che tipo di colazione fanno qui?
- Mi potresti portare qualche specialità di qui. - cerco di risolvere la cosa il più semplicemente possibile.
- Non sei di qua, si sente dall'accento, di dove sei? - Anya  ricordati che sei di Chicago che non ti chiami anya e cerca di essere il più americana possibile.
-  Chicago. -  poche parole, brava, così  non capirà che non sei di qua.
- Che accento particolare. - Ecco là mi ha beccata?
- Già. - Mi sorride e gentilmente pulisce il tavolo
- Ti porto subito la tua colazione. - Forse non se ne accorta comunque ho fame mi chiamo Celeste Sun ho 18 anni e sono orfana, mi ripeto tra me e me.

Mi fisso sul mare ripetendo la frase a oltranza penso a come cercare una casa e un lavoro la ragazza torna con piattini di frutta, pizzette e centrifugati. Due per l'esattezza ma forse una, è una spremuta. Comunque sembra tutto appetitoso piazza tutto sul tavolino c'è pure il caffè, ottimo!
- Spero sia di tuo gradimento. -

- Grazie sei gentilissima. - se ne va lasciandomi sola immersa nei miei pensieri.
Inizio a spizzicare le pizzette e poi la frutta ci metto pochissimo a spazzolare via tutto di certo non possono credere che un'aristocratica si abbuffi così.
- Oh, hai già finito! Per fortuna ti ho portato altra frutta. - mi mette davanti un altro piatto pieno di frutta, mi vergogno un po' di me, sorrido imbarazzata.
- Mi sono trasferita ieri e per la stanchezza del viaggio non ho cenato. - mi guarda comprensiva senza giudicarmi.
- Quindi non sei qui per una vacanza? - forse lei mi può aiutare, potrei chiedere a lei se nei dintorni conosce qualcuno.
- No, al dire al vero sto cercando casa e lavoro. Tu mi puoi indirizzare da qualche parte? - mi sembra gentile nei suoi modi di fare, certo non mi butterò più a capofitto sulle persone porgendo subito a chicchessia la mia fiducia.

- Hai il telefono? Così  ti do il nome di dove devi andare ed è più facile se hai una mappa che ti porta. - prendo il telefonino aspetto che mi dica il nome.
- Si chiama Los Santos house. -  lo digito e non è molto lontano da qui circa due chilometri.
- Ti ringrazio mi posso fidare? - Si mette a ridere.

- È  difficile per te, lo capisco ma ti puoi fidare, anch'io abito lì  e vedrai ti troverai bene. - la guardo non capendo cosa significa cos'è, un condominio, un motel?
- Se ti va tra un'ora finisco il turno e ti accompagno volentieri. - faccio segno di sì con la testa.
- Vuoi ancora qualcosa? -  chiedo dell'acqua che mi viene portata subito, la bevo tutto d'un fiato per il caldo che fa mi devo abituare.

Il telefono mi squilla lo prendo al volo sapendo già chi è " Ciao Ciad sei arrivato? "
" Si, come va lì? Ti stai ambientado?"
" Si sono su una spiaggia a fare colazione e in più ho conosciuto una ragazza che appena finito il turno mi porta al Los Santos house puoi controllare per me se è sicuro? "
" Due secondi e ti dico " Sento battere la tastiera e sorridere. " Che c'è?  Ho sbagliato a fidarmi?"
" No, no te lo consiglio vivamente, sarà una bella esperienza per te."
" Bene, grazie Ciad. "
" Per qualsiasi cosa chiamami non farti problemi, ok!? "

" Ok, grazie." Chiude la chiamata sentendo di nuovo un senso di solitudine.
Finisco gli ultimi pezzi di frutta mangiando il più lentamente possibile poi mi rendo conto che non ho abiti con me, così mi avvicino al bancone - Scusa! - non è possibile non sò il suo nome, si avvicina a me - Io comunque sono celeste, tu? -
- Adeline, piacere. -
- Dovrei comprare qualche abito, mi puoi indicare dove andare? -
- Mi cambio e ti accompagno il mio collega è appena arrivato. - si toglie il grembiule - Dammi due minuti. -

- Ok, ti ringrazio sei gentilissima. - È brava, tanto quanto è bella. Il bancone rimane senza personale per circa cinque minuti poi Adeline e un ragazzo escono dal retro scherzando.
- Celeste lui è Santiago, Santiago lei è Celeste. - mi porge la mano ed è un bel ragazzo moro, occhi scuri con un fisico asciutto e muscoloso.

- Piacere! - le stringo la mano ammaliata da tanta bellezza ha due labbra carnose e la sua abbronzatura fa spiccare di più il bianco dei suoi occhi e il nero delle sue pupille.
- Dai andiamo se no facciamo tardi e I negozi fino alle 6 PM non riaprono.- mi distrae dai miei pensieri Adeline le da un bacio a stampo e io divento rossa per i pensieri fatti.

Raggiungiamo i negozi e Adeline mi consiglia degli abiti leggerissimi simili a carta velina non sono abituata a stare mezza nuda visto che in Canada abbiamo maglie accolate per il freddo quasi tutto l'anno
Ma con questo caldo mi devo abituare anche a un cambio di stile che a dire la verità mi piace, mi sento libera e guardandomi allo specchio vedo la nuova me completamente restaurata.

- Mi piace. - dico semplicemente...

 - dico semplicemente

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