Capitolo 14

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Pov Anya...

Dopo che mi hanno rassicurata dicendomi che è solo una questione di abitudine Paolo torna con indosso un paio di pantaloni di lino e una maglietta, ed è davvero bello.

- Andiamo. - prende a braccetto  Adeline e subito dopo, me.
Saliamo in macchina ma mi metto dietro, non voglio essere invadente e mi sentirei un pesce fuori d'acqua mentre dietro mi sento meno esposta più al sicuro.

- Sei nuova di tutto questo, vero? Mi dispiace se ti ho spaventata, non volevo ma mi piace stare nudo, libero. - che carino si è scusato, purtroppo non me lo aspettavo cosicchè ho fatto la figura della scema.

- Si è tutto nuovo per me, sono stata presa alla sprovvista tutto qua. - chino la testa imbarazzata guardo le mie mani quando parlo.
- Ma cercherò di abituarmi. - tiro su la testa.

- Non hai un bel rapporto con il tuo corpo vero? -
Paolo ha fatto centrom ma non rispondo perché ormai siamo arrivati, prendo la palla al balzo per non uscire dalla macchina, scendo e vado in reception, parlo con la ragazza dicendo che ho trovato un posto dove alloggiare quindi libererò la stanza subito.

- Certo! Le faccio il conto intanto. - prendo la chiave e vado verso la camera non ho molto da prendere visto che sono partita con nulla ma ho gli acquisti fatti oggi con Adeline, cerco di mettere tutto in meno borse possibili riempendo anche il piccolo zainetto che uso come borsa, appena ho concluso mi recò di nuovo in reception consegnando la mia chiave.

- Le ho fatto il conto, devo darle un giorno indietro lei ha pagato per tre giorni ieri e oggi ha usufruito dei nostri servizi. - mi mette i contanti sopra il foglio con i conteggi.

- La ringrazio molto, arrivederci. - prendo tutto senza guardare, dire che sono felice non è proprio il termine giusto, visto che molte cose saranno nuove per me ma mi impegnerò.

- Arrivederci. - mi saluta esco con i miei pseudo bagagli e Adeline viene subito in mio soccorso aiutandomi con le borse.
- Grazie! -  sistemiamo tutto nei sedili dietro e anch'io poi ripartiamo per tornare a casa.
Ho una casa, ho degli amici per ora sono due, tre con Maria non potevo chiedere di meglio. No?
Certo non sono al livello di Peter ma siamo sulla buona strada.

- Questi sono i tuoi bagagli? - chiede Paolo curioso.
- Paolo, quando sarà pronta ci parlerà lei. - lo rimprovera Adeline, lei è meno invadente.
- Sono scappata! - dico senza pensarci.

- Tutti noi siamo scappati Celeste, per un motivo o per un altro lo abbiamo fatto anche noi e qui ci siamo ritrovati. - spiega dolcemente Adeline senza farmi sentire una poco stabile di mente.

- È una storia lunga. - sospiro. - Forse anche stupida sotto altri aspetti ma quando ti feriscono hai bisogno di staccarti per mettere in ordine la tua mente. - guardo fuori dal finestrino.

- Io sono scappata da mio padre, vivevo in una cittadina in provincia di Los Angeles mio padre mi ha messo per strada che avevo quattordici anni, era un tossico e vendeva il mio corpo per pagarsi la droga. -
Oddio che storia terribile, molto peggio della mia Adeline avrà sofferto molto!

- Poi una sera non sono riuscita a lavorare e non portando nulla a casa, mio padre mi picchiò a sangue buttandomi  in mezzo una strada, mi trovò un poliziotto che mi ha portato all'ospedale e fatto curare. -
- Mi dispiace. Posso immaginare il dolore che hai provato. - se faccio il paragone lei è stata sicuramente più sfortunata di me.
- Si ne ho provato e ne sono uscita con l'aiuto di Maria e tutti gli amici che ho trovato qui. - stringe la mano di Paolo.
- Vedrai che risolverai anche tu i dissapori della vita e soprattutto con te stessa. - mi lancia un sorriso, è sempre sorridente e questo mi fa intendere che mi farà bene stare qui, perché se Adeline è uscita dal suo incubo posso farlo anch'io.

Arriviamo alla casa di Los Santos ed esco con le mie borse - Grazie Paolo sei stato molto gentile. - lo ringrazio per la sua disponibilità.
- Di nulla a dopo. - Adeline scende con me e prende una borsa dalle mie mani - Ti aiuto. - si offre, io non ho nulla in contrario e mi accompagna a sistemare le mie cose.

- Come ti sembra qui? - mi domanda.
- Ci sono altre stranezze che mi devo aspettare? Così almeno sono preparata. - chiedo giusto per avere una mente più aperta.

- Facciamo molte attività qui, come meditazione, serate liberatorie davanti al falò ma non sei obbligata a parlare di te con gli altri, c'è l'amore libero nel senso che puoi trovare due in una situazione intima, ci nascondiamo ma potresti passare di lì per caso e vedere. - si picchietta l'indice sulla guancia a pensare se deve dirmi altro. - Paolo non è il solo nudista, c'è ne sono altri ma non ti faranno del male e solo una loro filosofia di vita, per loro il loro corpo  e come se fosse il loro abito.  -
- Ho capito non mi devo scandalizzare. -
- Ti assicuro che qui ci rispettiamo tutti se dici no, è no. - Ho capito che cerca di tranquillizzarmi, forse non vuole che vado via.

- Ti credo. -
- Ah! Mangiamo tutti insieme tra qualche ora ti vengo a prendere, almeno che non hai voglia di aiutare in cucina. - Vorrei andare ma devo ancora abituare a queste temperature e desidero rinfrescarmi.

- Adeline, mi piacerebbe molto davvero ma devo lavare i vestiti e mettere in ordine le mie cose e farmi la doccia. -

- Hai ragione, ti faccio vedere dov'è la lavanderia. - mi porta fuori e giriamo il casale, non camminiamo molto anzi rimane dietro al mio alloggio e c'è un lavatoio antico fatto in pietra.

- Ecco laviamo lì i vestiti, noi facciamo tutto senza macchinari come una volta. - è  fantastico ma io non ho mai lavato abiti, così chiedo ad Adeline come devo fare, lei mi guarda stranita.

- Non hai mai lavato un vestito? - scuoto la testa.
Li ha sempre lavati qualcun'altra persona per me avevo piu di otto camerieri solo al mio servizio.

- Vieni ti faccio vedere. - prende gli abiti dalle borse e uno a uno insapona con il sapone liquido naturale fatto da loro. -  Ecco così, vedi. - continua a strapazzare due o tre e poi mi chiede se voglio farlo anch'io.

- Sembra facile e divertente. - Ridiamo.
- Ecco ora che li hai insaponati tutti li puoi sciacquare sotto l'acqua pulita, così ,vedi! Poi li strizzi per bene le sbatti e li stendi subito, così non li stiri. - la guardo attentamente mentre mi spiega tutti i passaggi.
- Qui fa sempre caldo in due ore i tuoi abiti sono asciutti. -
- Oh! Pensavo ci volesse più tempo. Meglio così ho sempre tutto pulito e asciutto in poco tempo. -
- Dovrai comprare altri abiti per ora questi ti basteranno. Comunque quando capirai come si vive qui saprai quello che ti serve davvero. Per ora non fare spese inutili. - mi dà delle dritte.

Ma come, oggi ho comprato un sacco di vestiti cosa vuol dire che non mi basteranno, né devo avere di più?  Va bè ci penserò in un secondo momento. Finiamo di stendere i panni mi fa vedere come si fa e io imparo o almeno ci provo.

- Vado a farmi una doccia Adeline, scusa ma mi devo abituare ancora a questo caldo infernale! -

- Ci vuole un po' ma poi sarà più facile con il tempo. -

Mi lascia sulla porta e io vado sotto la doccia fredda ho bisogno del fresco quando sembra che la temperatura corporea si è raffreddata, metto l'acqua tiepida, i saponi sono di un dolce profumo di olio d'oliva e vaniglia, ce n'è sono di diversi.
Finito mi metto sul letto  ma non prima di aver chiuso le tende e mi appisolo, stanca, come se questo caldo mi affatica il doppio o il triplo del normale...





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