Capitolo 38

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Mi portano in un ristorante molto in, ma il mio abbigliamento mette in crisi il mio ingresso, Peter aggiusta tutto con una cospicua mancia. Avari!

Io sinceramente avrei cambiato il locale mettendo una cattiva recensione, non capisco queste regole a dir poco al di sotto del degrado mentale delle persone, come possono giudicare una persona da un abito non capisco, va bene le piace vivere così, come i miei genitori, con etichette, come negli abiti di un grosso centro commerciale che poi passano in una cassa perché è stato "venduto" e paghi.

Sono infastidita da questi atteggiamenti poco consoni alla mia persona, non vedo l'ora di tornare a casa mia dai miei fratelli.

Dove si condivide, senza guardare chi ha fatto di più o di meno, oppure chi ha studiato o no, o chi ha più soldi o meno.

Devo avere ancora un po' di pazienza, tra pochi giorni finirà tutto.

Ci sediamo a tavola e devo dire che fa freddino, per fortuna ho portato uno scialle fatto all'uncinetto da Saby, ha le mani d'oro quella ragazza.

- Ti è piaciuta la cena di prova? -  mi domanda Peter.

- Ohhh! Sì, direi più che perfetta ma sono di parte, lo sai che adoro il pesce.-  il cameriere s'avvicina con i menù, cerco un piatto gustoso: lumache no, cervo no, ah, ecco!
Mi Lecco i baffi appena leggo tacchino arrosto con patate, infatti ordino quello accompagnato con del vino rosso.

Appena il cameriere ha preso l'ordine di tutti Peter parte all'attacco.

- Credo che tu mi devi delle spiegazioni o correzioni. Ho sentito una campana ora vorrei sentire la tua versione. -  Sapevo già che me lo avrebbe chiesto.

- bhe... Ieri tuo fratello mi ha braccata e mi ha parlato. Lo ho ascoltato e perdonato. - le faccio un riassunto.

- Lo hai perdonato? - mi domanda.

- Sì, mi ha chiuso in bagno... - non mi fa' finire.

- Ti ha chiuso in bagno! -

- Si mi ha chiusa in bagno e implorato il mio perdono, anche se, forse, ora come ora sono io che devo chiederlo o non gli interessa, non saprei. - Denise e Peter mi guardano attenti.

- Parlo di Bea. - vedendo le loro facce capisco che non sapevano a cosa mi riferivo.

- Anya come ti ho già detto è cambiato, devi farti coraggio e affrontare i tuoi problemi, credo che ti sentirai più leggera dopo la tua confessione. -  mi ripete Denise per l'ennesima volta.

- Un passo alla volta Denise, prima mi devo fidare di lui.-  dico calma ma Peter dice subito la sua.
- Ma se non interagisci con lui come puoi vedere con i tuoi occhi che è cambiato? - certo che non mollano.

- Ragazzi farò il possibile, ok! Cercherò di parlare con lui per vedere questo grande cambiamento che voi elogiate. -  gli prometto.

Finalmente arrivano i piatti e incominciamo a mangiare, parliamo del casale e i nuovi inquilini, ma, vedo, anche, che Peter ha sempre gli occhi sul telefono.

Strano di solito è molto disciplinato e non usa il telefono a tavola non capisco cosa è così importante da non poter lasciare quel aggeggio.
Cerco di sorvolare, sarà sicuramente qualcosa per il lavoro, quindi mi dimentico di lui e continuo a parlare con Denise.

La cena è stata molto gradevole e avevo dimenticato come era stare a Montreal. Non mi manca. Mi mancano loro due.

- Ora andiamo a divertirci! - parla Peter.
- Ti porto in posticino che hanno aperto da poco.- lo guardo poco fiduciosa.
- Tranquilla non è una discoteca.- tiro un sospiro di sollievo.

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