Capitolo 27

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Pov  Peter...

Mi sento rigenerato dopo una bella dormita e una doccia fredda. Apro il frigo per rifocillare il mio stomaco che brontola ripetutamente da quando mi sono alzato sembrando un vulcano in eruzione.

Prendo della frutta fresca portandola sul piccolo tavolo in cucina, il cestino ne è strapieno di ogni tipo, non ho mai visto così tante specie di frutta tutta insieme! Apro i vari cassetti per cercare le posate che ho trovato dopo il quinto tentativo.
Finalmente mi siedo e inizio con il sbucciare una mela all'apparenza succosa, la buccia è rossa, brillante e lucida.
Metto in bocca la prima fetta e l'intuizione avuta prima ha dato conferma, la mela è così buona che finita questa, ne mangerò subito un'altra.

Osservo l'appartamento mentre mi delizio di questa bontà osservando tutti i particolari chiedendomi come può stare tutto quello che ti serve in uno spazio così piccolo eppure ci sta tutto! Ed è anche carino.

Certo che Anya ha cambiato tutta la sua vita, mi chiedo se è felice qui. Sciacquo il coltello e mi metto seduto sul divano sono già le otto di sera credo che tra poco tornerà  a casa.

Infatti dopo poco sento la porta aprirsi  - Sei Tornata finalmente! -
- Ciao, ti sei riposato? - mi domanda, sento la sua voce stanca.
- Siediti ti vedo stravolta. -  Si appoggia allo stipite e prende lunghi respiri, credo che stia per svenire da un momento all'altro.

- Ehi! Tutto bene? - chiedo preoccupato.
- Ho bisogno di zucchero sto per sve... - Appena vedo che cerca di arrancare le parole e non solo, mi avvicino a lei prendendola al volo.

Le batto qualche schiaffetto sulle guance e chiamando il suo nome ma non si riprende - Anya, Anya svegliati! - la prendo in braccio e la porto sul letto mettendo dei cuscini sotto le gambe, le tolgo i sandali e vado in cucina a prendere un succo di frutta che trovo in una caraffa di vetro dentro al frigo.
Porto il bicchiere pieno vicino al letto per poi appoggiarlo sul comodino, non ha ancora preso i sensi.
- Forza Anya svegliati, ti ho portato il succo. - Sì lamenta e questo è un buon segno.
- Ok, ora bevi un pochino di succo. - le tiro su la testa e l'aiuto a bere.
- Stai meglio? - lei sorride annuendo con la testa - Grazie! - si passa il dorso della mano sulle labbra.
- Ne vuoi ancora? -
- Sì porta qui la caraffa. -  la solita ingorda penso tra me me, l'importante che si è ripresa.
- Oggi mi sono affaticata troppo e il caldo non mi aiuta. - beve un altro bicchiere.
- Vado a farmi una doccia fredda così mi riprendo e poi andiamo a mangiare. Ok? - si alza lentamente mentre me lo dice.
- Ok! Anch'io ho molta fame. - ed è vero oggi tra il lavoro che ho concluso e subito dopo il volo per venire qui ho solamente mangiato un sandwich veloce.
- Bene allora vado, grazie per il tuo aiuto. - Sì alza dandomi un bacio sulla guancia sembra che si è ripresa.

È dimagrita, la vedo in forma, non credo che mangia poco e poi qui ho notato che è tutto naturale: dai saponi alla roba da mangiare anche il succo non è comprato, si vede, forse è il caldo che l'ha buttata giù.
- Anya stai bene? - chiedo per vedere se non è svenuta in bagno.
- Sì tutto bene, ci voleva proprio una doccia fredda, vedrai quanto saranno frequenti per avere un pochino di benessere. - effettivamente non le dò torto me la sono fatta poco fa e ho già caldo.

Mentre Anya si lava, io sono qui appoggiato sullo stipite della porta - Com'è andata oggi? -

- Bene, abbiamo raccolto le mele. - parla da dietro la tenda della doccia.
- Ma cosa fate qui di preciso? - cerco di capire come vive.
- A turno ci giriamo i lavori tipo: per questa settimana io e Paolo siamo nei campi, la prossima facciamo i saponi e detersivi, la prossima ancora il bar, poi la cucina ecc... ecc... -
- Ah! Capito. Ti trovi bene qui? - sento l'acqua della doccia che si chiude e Anya che allunga il braccio per prendere l'asciugamano fatto di cotone e avvolgersi, esce senza cacciarmi e continua a parlarmi come se niente fosse, senza che si vergogni di me che sono qui ad osservarla.
L' Anya di prima non era così.

- Sto bene, sono felice, senza regole e senza etichette, posso decidere di me stessa senza ostacoli e impedimenti, lavoro, ho amici e da mangiare. Cosa voglio di più. - quando parla sorride e anche i suoi occhi lo fanno.

- Vedo che stai bene e che sei felice ma ti vedo cambiata. - lei ferma l'asciugamano sulla testa, rimane lì ferma e mi guarda senza dire nulla sembra messa in pausa.

Dopo qualche minuto si riprende tornando a guardarsi allo specchio frizionandosi i capelli.
- Ti devo dire una cosa, una cosa importante ma ho paura di come reagirai, quindi ti premetto che sono io a decidere per me, e, che quello che ti dirò non mi farà cambiare idea perché la mia vita ormai è qui. - la guardo incredulo, non recepiscono il messaggio ma sembra qualcosa di una certa importanza.

- Lo sai che ti sostengono sempre in tutto quello che decidi Anya, sono qui, con te e con il tuo segreto di nasconderti in questo casale. Perché pensi che ti voglio portare via di qui. -

- Vedi, io. Io sono incinta. - non sò che cosa dire.
- S-sei incinta? - ecco quello che riesco a dire.
- Sì. - risponde solamente. Forse sta aspettando che io mi riprendo dallo shock.
- Di tre mesi, circa. - tre mesi, tre mesi sono i mesi che manca da Montreal.
- Di Paolo? -  lei mi guarda con gli occhi umidi.
- No, sono incinta di Thomas, tuo fratello. - mi volto e mi vado a sedere sul divano, la notizia mi ha sconvolto, non so che pensare, sì diventerò zio, caspita! Diventerò zio e mio fratello padre ma mi ha fatto quella premessa che ho ascoltato attentamente.
Io sono sicuro che è successo qualcosa di poco pulito tra lei e mio fratello, lo voglio scoprire.
Ho capito che la sua fuga è a causa sua ed ora è pure incinta di lui.

Esce dal bagno con un vestito bianco in cotone leggero e i capelli raccolti con una treccia che cade su una spalla. Sospiro prima di parlare per darmi una spinta.
- Anya. - lei si siede vicino a me mettendo una mano sul mio ginocchio.
- Io voglio sapere tutta la verità di quello che è successo tra te e Thomas e ti prometto che non insisterò perché tu torni a Montreal  con me. -  lei mi guarda incerta, credo che pensa a sé dirmi tutto oppure no. Deve essere qualcosa di grave se è così titubante non lo è mai stata con me è sempre stata propensa a dichiarare tutto quello che gli passava per la testa, almeno con me.

- Ok! Ma tutto quello che ti dirò rimarrà tra me e te. Non dovrai cambiare atteggiamento verso tuo fratello e fare in modo che tutto scorra come adesso. Prometti? -

- Prima ti voglio ascoltare. -
- No Peter, devi promettere o non parlerò. - dice sicura.
- Ok, avrai la mia parola. -
- Ora andiamo a mangiare, poi parleremo. Vieni, ti presento gli altri! -  Ci alziamo per raggiungere il portico con un tavolo lunghissimo imbandita di vassoi pieni, stracolmi di mangiare, le persone si presentano a me ma sono in tanti, davvero troppi e credo che ci metterò un po' prima di memorizzarli  e non ci sono ancora tutti. Quello che importa è che  sono simpatici e mi fanno sentire a mio agio. A casa, proprio come mi ha raccontato Anya... adesso capisco molte cose.
- Paolo? - chiedo.
- Arriverà. -  Vedo un uomo senza vesti avvicinarsi e c'è pure una donna con lui anch'essa senza vestiti.
- Eccoli, arrivano... - mi dice Anya.
- Ma sono nudi! - Anya ride di gusto.
- Sì e non sono i soli, ricordati che sei in una comunità hippy. Qui nulla è strano. - alzo le spalle sorridendo, sono intimidito ma non mi da fastidio, sono sicuro che mi abituerò a tutto questo.


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