Capitolo 39

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Hot🔥🔥🔥🔥🔥

Pov Thomas...

Ci sono rimasto male, le sue parole mi hanno colpito.
È diventata una donna forte e sicura, sà cosa  vuole, mi piace la nuova Anya ma mi manca quella che era prima, quella buona, quella che perdona tutti con una parola dolce, solo per sentirmi dire ti perdono con il cuore.

Sembra così fredda, anche se in realtà non lo è, è diventata molto saggia, matura, perché tutto quello che dice è il vero.
Con gli anni ha acquisito altri pregi diventanto ancora più preziosa ai miei occhi.

Si mette a camminare veloce, capisco che si vuole allontanare da me, cerco di fermarla bloccando il passaggio senza toccarla.
Le sue parole hanno scosso in me qualcosa di perverso, vorrei baciarla, farla mia, perché ha capito tutto di me e il vecchio me e riemerso solo un pochino.

- Ok, hai ragione, mi sento in colpa non dico che... Ascoltami dammi una possibilità ti chiedo solo questo. Sei così chiusa e mi eviti, non mi aiuti così. - 

- Vuoi vedere la nuova Anya? Non ho nessun problema. -  non finisce la frase che si fionda su di me baciandomi con passione e si muove sinuosa su di me, cerco di allontanarmi ma lei mi soffia dentro l'orecchio con voce sensuale.

- Portami a letto.-  rimango pietrificato, non me lo aspettavo, mentre Anya continua a provocare.

- Se non vuoi tu stasera me ne trovo un altro.-  sono confuso, ma non sta insieme a Paolo?

- È Paolo? - mi morde il lobo sospirando nell'orecchio un soffio di piacere che mi fa impazzire.

- Cosa vuoi sapere? - lecca lungo il mio collo. Mio dio ma che gli prende.

- Fermati Anya, non ti riconosco.- la prendo le spalle cercando di allontanare il suo corpo da me. Si mette a ridere allontanandosi.

- Anch'io non ti riconosco, ho capito, vado a vedere se trovo qualcun altro. - 
Si allontana le sue parole mi provocano un certo fastidio la rincorro afferrando il suo braccio, voltandola verso di me, la guardo prima di portarla nel mio ufficio.
Peter ci osserva da lontano sorridendo sotto i baffi sapendo già come andrà a finire.

Apro la porta, lei non dice nulla, rimane ferma, ora ha paura? 
La guardo ancora un po' per capire ma è ermetica non trapela nulla, mi fissa.

- Hai cambiato idea? - lei non risponde si avvicina.
- E tu? -  si lascia scivolare il vestito lentamente, non ha il reggiseno il suo seno è bello pieno come un tempo, ma il suo fisico è più asciutto non ha un filo di grasso, è stupenda.
Osservo meravigliato la sua passerella, la camminata lenta quasi se fosse fatta di note musicali che esce da un flauto incantatore.

Mi toglie la giacca passando le mani sul torace sollevando il lembo di stoffa per poi sfilarlo dalle mie braccia.

È piccola come la ricordavo i suoi occhi verdi si appoggiano ai miei, ma non sono piccoli e nemmeno terrorizzati come l'ultima volta che gli ho fatto del male, senza volerlo, ma gli ho tolto tutto.

- Smettila di pensare. - continua a spogliare il mio torace e non solo.
- Fammi godere. - provoca, mi accarezza con le sue piccole mani.

La sollevo delicatamente aprendo le sue gambe  legandole intorno al mio busto. È leggera, inizio a baciarla delicatamente ascoltando la sua pelle sotto il tocco delle mie dita.
Voglio prendermi tutto il tempo che non ho preso per la sua prima volta.

Lei non dice nulla, chiude gli occhi godendo delle mie carezze.
La porto sulla scrivania e l'appoggio delicatamente sulla schiena facendole aprire le gambe, è esposta a me.
Sollevo la sua gamba destra iniziando a porre dei piccoli baci che dalla caviglia portano lentamente al suo interno coscia, cerca di stringere le gambe ma glielo impedisco.

- Ah... - sento il suo suono delizioso.

Avvicino la mia lingua al centro del suo piacere e inizia a dimenarsi, questo è uno spettacolo che non dimenticherò mai.
Quanto ero stupido! Non mi sono accorto che mi sono fatto scappare una vera dea.

- Non smettere! - continua a alimentare il mio libido. Tiene ferma la mia testa nel suo posto più caldo.

Infilo le dita lentamente e a ogni affondo lei ansima coinvolgendo la mia fantasia fino al limite.
Dovevo averla subito! Tolgo le sue mani che mi bloccano chiudendole nelle mie. I miei riccioli scuri gellati erano ormai morbidi e disordinati.
Porto le sue mani sopra la sua testa continuando a guardare il suo viso perso nel piacere, la bacio.

- Guardami Anya. - spalanca i suoi occhi verdi. Continuo a guardarla perché è bella. Bellissima.
Mi scruta per un po'.

- Non mi vuoi?-  mi chiede con un filo di voce. La sua voce tremola per il piacere.

- Al contrario.- non perdo tempo la faccio mia con un pochino di fatica, stringe gli occhi.
Mi fermo un attimo.
- Continua. - mi attira più vicino con le sue gambe.
Spingo fino a farmi largo, fino in fondo.
Respira affannata, aspetto che sia pronta per continuare e mi piace stare così.
Guardarla e sentire le sue pareti stringermi.

Non resisto a lungo, dolcemente arretro e altrettanto dolcemente affondo.

Faccio così per pochissimo tempo perché prende lei in mano la situazione.
Si alza con il busto e con un braccio circonda il mio collo e con l'altro che è appoggiato alla scrivania si aiuta a velocizzare il rapporto.

Ha fame, ha bisogno del mio pene dentro di lei.

- Ancora... - urla e non posso fare a meno di accontentare il suo desiderio che è anche il mio.
Viene più volte ma non si accontenta, è focosa, insaziabile come piace a me.

Le sue gote sono rosse, la sua pelle luccica con le piccole perline di sudore appoggiate sulla sua pelle bruciata dal sole, non è più candida.

Inizia a sentire caldo ed essere affaticata, prendo la sua vita e la metto in pancia sotto la posizione che piace a me, anche se da stasera se è con lei mi piacerà qualsiasi posizione.

Non perdo tempo e continuo  a prenderla più forte fino a quando non vengo pure io ed è potente come non lo è mai stato.
Mi accasciò sulla sua schiena stanco e stravolto.
Per qualche minuto riprendiamo fiato, poi lei inizia a muoversi e lentamente lo faccio anch'io sfilandomi da lei sentendo un piccolo brivido.
Non sò cos'era ma era strano come se lui non volesse allontanarsi da lei.

Non mi guarda e raccoglie i suoi panni sparsi nella stanza. Mentre io la osservo, non voglio dimenticare nulla di questa serata che mi ha sconvolto.

Inizio a rivestirmi anch'io per non sembrare un ebete. Lei non mi aiuta, non dice una parola.

-Anya.- alza una mano per fermare le mie parole.

- Non ce bisogno Thomas. Non sono una ragazzina, è stato bello e grazie! - mi parla mentre si sistema le bretelline del vestito.

Dovrebbe rendere il mio lavoro più facile, in fondo lo sempre fatto anch'io.
Invece sono spiazzato, la voglio ancora.

- Io vado. Grazie. - come grazie, sorrido, mi ha usato!

- Ti accompagno a casa io Anya. - ma non la smuovo.
- Prendo un taxi. - ma io insisto, alla fine accetta.

Mi segue fino alla macchina e si siede sul sedile del passeggero.

- Stanotte rimani con me. - le chiedo.
Lei si volta di scatto.

- Non ho nulla con me. -  Non capisco se vuole stare con me o cerca di evitarmi il più gentilmente possibile.

- Passi da casa. - dico semplicemente.

Questa è la risposta decisiva se va a casa a prendere le cose a piacere di stare con me, se non a piacere troverà una scusa.
Ma io la voglio ancora.

Sta pensando mi guarda senza dire una parola, quindi si accende una piccola speranza.

- Ci penso, portami a casa. -

GIORNO PER GIORNODove le storie prendono vita. Scoprilo ora