Capitolo 49

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Cinque anni dopo...

Pensavo fosse cambiato ma se ne andato...

Tre settimane insieme a nostra figlia e poi una chiamata che l'ha fatto rientrare a Montreal.

Devo prendere consapevolezza che devo vivere giorno per giorno, uno dopo l'altro senza aspettarmi nulla.

Chiama Bea ogni sera non ho il coraggio di rispondere, appena vedo il suo numero passo il telefono a mia figlia.

Si è sposato, fatto una vita con Patricia anche lei aristocratica, la baronessa, ha due figli con lei e Bea ci va molto d'accordo.
Io non lo più visto da quel giorno...

Sono venuti spesso i miei a trovarmi e siamo stati bene, anche mia madre si è adattata , era quella che mi preoccupava di più ma alla fine non vuole più andare via.

- Anya, hai preparato la valigia a Bea? Stasera io e tuo padre partiamo spero non te lo sei scordata. -

- No mamma. - stasera parte per andare a trovare suo padre.

Sistemo il pomodoro nelle casette asciugandomi il sudore che mi cola dalla fronte, emetto un sospiro e mia madre si avvicina tirando indietro una ciocca di capelli.

- Dovresti venire con noi e riposarti un po'. -  la guardo senza proferire parola.

- Anya, vieni con noi qualche giorno- Adelina sente quello che mia madre mi propone.

- Ha ragione tua madre non ti fermi mai. - 

Sorrido mentre ci penso ha fatto cose che non mi sarei neanche immaginata, lavorando la terra senza mai lamentarsi, ballare sotto il chiaro di luna tenendo una bottiglia di birra tra le mani, ridendo e urlare di felicità.

Sono contenta che abbiamo allacciato i rapporti più che altro ne abbiamo costruito uno nuovo visto che prima cercava di farmi sposare e pilotare la mia vita.

Ora a capito cosa è più importante per me ed è essere libera.

- Va bene cara, non insisto, ho capito.- mi dice con tono rassegnato.

Adelina mi guarda fissa negli occhi spostando la testa verso mia madre,  come per dire " dai dille qualcosa"

- Ok mamma, verrò con voi così verrò a trovare Peter, Denise e il loro piccolo jacopo.-  li ho visti poche volte da quando ha avuto il piccolo, comprendo che è più difficile spostarsi quando hai dei bambini piccoli.

- Ohhh cara! Mi hai reso felice, dai vai a prepararti. -
Mi spintona verso casa.

- Penso io qua, Anya!- mi saluta con la mano Adelina.

- Riposati... - conclude, sorrido e mi dirigo verso casa.

Mi ricordo come se fosse successo oggi quel giorno...

Eravamo lì, sotto le stelle nel mio terrazzo...

Abbiamo fatto più volte l'amore, è stato bellissimo, il mattino seguente una chiamata e quella chiamata ci ha allontanato per sempre ...

L'amore un sentimento così bello ma difficile da gestire se non lo sai fare da entrambi le parti.

Purtroppo il nostro destino era quello di non dover stare insieme, l'avevo capito già da tempo.

Ho timore di rivederlo, no perché il mio amore per lui si è trasformato in odio, anzi, il contrario ho paura che scateni in me qualcosa di travolgente da non saper gestire.

Cercherò in tutti i modi di evitarlo, per non cadere e cedere di nuovo a questo girone infernale che non riesco a uscire.

Ho preparato la mia valigia, mettendo qualcosa di pesante dentro. Non si sa mai...

Peter lo sento spesso al telefono e anche mia cugina Cloe dopo che abbiamo parlato un giorno di quello che è successo in passato con Thomas.

Sono apposto con il mondo, anche con lui.
Comunque Peter mi ha detto che quello che è successo con il matrimonio lampo di suo fratello non è del tutto chiaro.

Dice che è triste e non è il ragazzo di una volta. È sempre in giro per il mondo, lavora sempre, esce con gli amici a volte anche con suo fratello e non si vede quasi mai, solo quando arriva sua figlia Bea.

Sì sarà fatto carico delle proprie responsabilità e finalmente è cresciuto del tutto.

Credo che è anche l'ora...

- Anya, sei pronta!- urla mia madre dalla cucina.

- Sì mamma arrivo. - sistemo gli ultimi pezzi dentro il sacco.

Corro giù dalle scale e Santiago ci aspetta per accompagnare me e la mia famiglia in areoporto, saluto Adelina e le do le ultime disposizioni degli ordini che stavo completando io.

-Stai tranquilla e divertiti. - mi abbraccia prima che io  salgo in macchina.

Bea e molto contenta che venga anch'io in Canada, infatti saltella con il sedere in macchina esprimendo la propria gioia.

- Smettila Bea, ci farai sbandare se continui a saltare. -  smette di agitarsi e chiede scusa.

- Sei preoccupata? - Chiede mia madre appena mi vede in volto.

- No mamma, ho trovato il mio equilibrio e ho paura che si rompa in un secondo appena lo rivedo.- mia madre mi batte delle piccole pacche sul ginocchio.

- Andrà tutto bene... - mi riassicura.

Sono comunque agitata, sono sincera con me stessa, ansiosa, per quello che sarà o che verrà. Spero di non vederlo  mi si logora il cuore sapendo che è sposato. Mi fa male.
Arriviamo in areoporto e saliamo in aereo poche ore e sarò lì, dovrò andare a trovare i nonni di Bea almeno per un saluto. Glielo devo, sono persone che per mia figlia e per me sono sempre presenti.

Devo molto a loro, sono fantastiche...
Ho visto anche in loro atteggiamenti poco veritiere nascondono qualcosa da molto tempo ma io non sono come Peter ho paura di sapere, a volte ignorare e la via più semplice e poi in fin dei conti a me non deve interessare.

Ma sua madre quando e venuta qui mi fa capire che la devo aiutare.

In cosa? Per cosa?

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