4.

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Scolo in fretta il bicchiere di latte freddo, saluto la piccola Alice che ancora dorme beata e ringrazio Alba per l'ennesima volta.
Questa ragazza in così poco sembra capirmi con un solo sguardo. Assurdo.

Mi metto in macchina, accendo lo stereo e partono le solite canzoni registrate sul CD. Le conosco a memoria eppure non fanno che trasmettermi tante emozioni.

Arrivo a destinazione. Una casa molto grande con un ampio giardino si presenta davanti ai miei occhi. Mi aprono il cancello e posso farmi avanti con l'auto.
Scendo e una donna mi viene incontro. Ha l'aria sofisticata, tailleur pantalone, tacchi alti, trucco impeccabile.
<< sei quella delle pulizie?>>
<< sono Martina, io...>>
<< bene sbrigati, sei già in ritardo.>>
Partiamo male. Malissimo.

Mi fa entrare e mi mostra tutte le stanze della casa. È enorme e non faccio che pensare a come sarebbe crescere una figlia in una casa del genere, con tutti i comfort.
<< ho bisogno che sia tutto in ordine e che il frigo sia vuoto. Io e mio marito partiamo per New York domani e di certo al nostro ritorno non voglio aprire e trovare un odore nauseabondo.>>
<<ehm, d'accordo.>>
<< io ora vado giù in ufficio, vedi di lavorare.>> dice con stizza.
Non mi ha neppure detto come si chiama e essere trattata come una segreta qualunque mi manda in bestia.
Sento lo stomaco brontolare e ricordarmi che forse dovevo mangiare qualcosa visto che la giornata che mi aspetta sembra parecchio faticosa.

Finisco il salone, tutte le vetrate, la cucina, la stanza patronale e mi manca solo la stanza del bambino.
È tutta colorata, piena di pupazzi, giochi e ha una vista meravigliosa sulla città.
C'è un nome sulla testiera del letto: Federico.
Sembra scritto a mano e questa cosa mi fa tenerezza.

<< non ti avevo detto di venire anche in questa stanza.>> la padrona di casa spunta sulla porta.
<< io, non avevo capito.>>
<< puoi uscire a fare i mobili da giardino.>>
<< si vado...è molto bella questa stanza.>>
<< già...>> il suo sguardo diventa nostalgico. << Jorge si è occupata di tutto, della pittura, dei mobili, delle decorazioni e di tutti i giocattoli.>>
<< Jorge è...?>>
<< mio marito, io sono Stephanie. Hai ragione non mi sono presentata.>>
<< stia tranquilla...e Federico è vostro figlio?>>
<< doveva esserlo. Poi ci sono stati alcuni problemi, un aborto, un'operazione e ora sono sterile. Mio marito non ha mai voluto togliere di mezzo tutta questa roba, mi fa male sapere che non posso dargli quello che vuole.>>
<< mi spiace. Sono certa che suo marito la ama.>>
<< si, ma forse questo non è sufficiente.>>
Una lunga pausa di silenzio.
<< lascia perdere e vai in giardino ora.>> ritorna con un tono duro e distoglie lo sguardo che per un po' si era distratto ed era diventato malinconico.

La lascio in quella camera lì senza fare troppe domande. Tutto questo mi sembra un paradosso. Lui desidera un figlio più di ogni altra cosa. Sebastian tutt'altro.
La verità è che la vita è una contraddizione.

*** flashback***
<< Sebas, aprimi! Sono Martina.>> dopo quella sera al bar ci siamo visti parecchie volte e lo abbiamo fatto spesso considerando l'attrazione tra di noi.
Sono passati due mesi e ora sono qui a bussare alla sua porta.

Mi si presenta davanti in accappatoio.
<< chica, arrivi proprio al momento giusto. Vieni qui.>> mi tira dentro e finisco contro la porta mentre le sue labbra si avvicinano alle mie.
<< Sebas dobbiamo parlare.>>
<< potrai dirmi tutto dopo chica dai...>>
Le sue mani scorrono sul mio corpo.
<< sono incinta.>> sussurro.
Due parole, undici lettere per farlo distaccare di colpo da me.
<< che cazzo hai detto?>>
<< ho fatto il test ed è così. È tuo Sebas.>>
<< che casino.>> si siede sulla poltrona e tiene la testa tra le mani. In quel momento avrei voluto un abbraccio, un 'non preoccuparti', ma alla fine ne ero consapevole. Io e lui ci divertivamo, sentimenti zero.

<< ti do i soldi per abortire. >> la fa facile.
<< che? Io non voglio.>>
<< E che ti aspetti? Che ti dica che ti amo e che lo cresceremo insieme?>> butta giù due bicchieri di whisky di fila.
<< io...non lo so...>>
<< ma fanculo. Crescitelo da sola. Vattene!>>
Sento il cuore rompersi. Credevo fosse diverso.

<< me ne vado.>>
Esco di corsa e mi metto in macchina. Non ho dove andare. Mia mamma mi ha cacciato di casa dopo la notizia. Sto vagando senza meta.

Arrivata a metà strada, una telefonata.
Sebastian.

<< Martina dove sei?>>
<< che ti importa?>>
<< torna qui. Parliamo con calma. Scusami sono stato impulsivo e stupido.>>
<< vengo per farmi urlare ancora contro?>>
<< dai Martina. Vedremo come fare ok? Ti prego torna qui. Ne usciremo insieme.>>

Faccio inversione e ritorno indietro.
La scelta peggiore che potessi prendere.
***

Angolo autrice.
Si, avete visto bene! Sono io.😂
Lo so che sono un po' assente in questo periodo, ma cercherò di farmi perdonare e di aggiornare appena posso.
Dopo la lunga pausa del lockdown ho ripreso tante attività e tanti impegni, ma la scrittura non passa certo in secondo piano...anzi, preparatevi a qualche sorpresa prossimamente. 🙈🙈

Spero che questo capitolo vi piaccia, fatemelo sapere con qualche stellina e commento.💞

Jortini033 te l'avevo detto che stavo per tornare eh. Amiga, adoro la tua nuova storia e mi manchi tanto.🥺❤️

Alezamp mi sto rendendo conto che la mia storia preferita sta per finire, non so se sono pronta. 😭

RossellaMallardo0 jortini_esxiste sorpresa!

-a presto 🌹

Portami via. [Jortini]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora