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<< ma dai, non possiamo mica restare qui.>> seguo Jorge che ha preso Alice in braccio e la sta portando dentro.
<< si che potete, vi ho invitato io a restare. E Alice e felicissima. Guarda come sorride!>>
In effetti Jorge ci sa fare con i bambini e mia figlia è parecchio allegra quando sta con lui e lui sembra sereno, come se tutti i  suoi muscoli facciali si rilassassero e il cuore diventasse più leggero.

<< la considero come una presa in ostaggio questa. Sappilo.>> chiudo la porta alle mie spalle.
<< ma dai Martina rilassati. Stai dall'altra parte della città, vi accompagno domani mattina quando vado in ufficio.>>
<< che? Domani mattina?>> inizio a sentirmi a disagio.
<< o se hai tanta fretta puoi avviarti a piedi.>> ride mentre fa salire Alice sulle sue spalle.

<< ma che simpatico.>> gli tengo il muso.
<< facciamo così. Tu ora ti rilassi e chiamo io qualcuno per sistemare l'auto. >>
<< no, Jorge non posso accettare. L'auto mi serve è vero, ma non mi va che tu...>>
<< ecco, fermati a quella frase. L'auto ti serve. Ci penso io.>>
Mi guarda fisso negli occhi e riesce a darmi un senso di sicurezza. E ce ne vuole visto che sono tra le persone più insicure di questo pianeta.

<< grazie.>> sussurro abbassando lo sguardo ed evitando quel contatto visivo che brucia.
Nel frattempo preparo la merenda alla piccola mentre lei è stesa sul tappeto con Jorge che la riempie di solletico e coccole.
Per un attimo vorrei fermarmi a questo momento, per sempre.

Sentire la risata di Alice.
Avere una casa così bella.
Stare con qualcuno che ci tiene.

*** flashback ***
Dopo quattro giorni in ospedale, ora torniamo a casa.
A casa di Sebastian.
Non è un granché ed è un po' sperduta, ma è la nostra migliore opzione.
Aspettiamo di mettere da parte qualche soldo per comprarne una migliore.

Sebas mi aspetta nel parcheggio dell'ospedale e io mi siedo dietro con Alice.
Non una parola.
Sembra accigliato più del solito.

Arriviamo a casa e gli chiedo di accedere il camino.
Pessima idea, visto che la mia richiesta diventa inizio di una discussione e di un pianto ininterrotto di mia figlia.

<< Dio, Martina, falla stare zitta.>> grida nervoso mentre sistema la legna.
<< Seba è una bambina piccola. È normale che sia così. Devi abituarti. E almeno aiutami.>>
<< aiutarti! Ma sai quanto cazzo me ne frega? Vi offro un tetto sulla testa, del resto non mi importa. Te la vedi da sola.>>

Esce di casa e mi lascia lì.
Da sola sulla poltrona.
Con le lacrime che mi rigano il viso.

Ritorna poi nella notte ubriaco e fatto e si getta sul letto accanto a me facendomi sussultare.
Mi giro per guardarlo.
Ha gli occhi rossi.
<< che serata!>> scoppia in una risata rumorosa risvegliando Alice.
<< si era appena addormentata.>> mi alzo cercando le pantofole per andare a prenderla.
<< questa bambina mi ha già rotto.>> urla mentre sono nel corridoio.

Martina, è fatto e ubriaco.
Non starà dicendo sul serio.
Vedrai che cambierà.

****

Non è mai più cambiato.

<< hey mamma abbiamo fame! È pronta la nostra merenda?>>
A distogliermi da quei ricordi è Jorge che siede Alice sull'isola della cucina.
<< si, ecco i biscotti.>> gli porgo il barattolo.
<< che profumino. Vero Ali?>>

Sembra che Jorge conosca la piccola da una vita. Ci parla, ci gioca, ci scherza.
Proprio come dovrebbe fare un padre.

Inizia a darle dei biscotti e ogni tanto tira anche lui un morso.
<< quanto ci piace questa merenda!>> sorride mentre sistemo le teglie sul ripiano.
<< ma i biscotti sono di Alice, Jorge.>> mi avvicino a loro facendo finta di rimproverarlo.
<< ma io e Ali siamo grandi amici ormai. Vero?>>
Mia figlia di tutta risposta si getta con le braccia intorno al suo collo e quella scena, inevitabilmente mi fa commuovere.

Si, sono ipersensibile.

Esco fuori a prendere aria e a cercare di smettere di piangere come una stupida.
Dopo qualche minuto, Jorge mi raggiunge in giardino e si siede di fronte a me.

<< Martina...stai bene? Che succede?>>
Poggia i gomiti sulle gambe e si ferma a guardarmi.
<< nulla di importante, davvero.>>
<< stai piangendo. Mi pare parecchio importante.>>
<< davvero, lascia stare.>>
<< so che sono uno sconosciuto a cui non ti va di raccontare la tua vita, ma magari ti sentirai meglio.>>

Piega la testa per guardare meglio nei miei occhi, come se fosse intento a cercare chissà cosa.
<< è solo che...mi fa emozionare il fatto che Alice si stia legando a te. Nessuno si è mai fermato a giocare con lei o a parlare, oltre a me.>>
<< tua figlia è adorabile. Fosse per me, ci starei tutto il giorno. Non sai cosa darei per avere un figlio o una figlia in casa.>>
Questa volta ad intristirsi è lui. Guarda verso l'orizzonte smarrito e rotea gli occhi cercando di non crollare.
Dicono tutti che se distogli lo sguardo eviti di piangere, con me non funziona mai.

<< Stephanie mi ha detto di...>> provo a parlare.
<< già.>> mi tronca e si alza in piedi di scatto.
<< scusa, non volevo intromettermi...>> mi alzo anche io e faccio per entrare quando lui mi ferma tenendomi per un polso.
<< non andare.>> sussurra con voce flebile avvicinandomi a lui.
<< come?>>
<< hai ragione Martina. Mi sto legando tanto ad Alice e anche a te.>>

Passa la sua mano sulla mia guancia facendola arrossire.
D'istinto lo abbraccio.

<< entriamo dentro che la piccola è sola.>> mi dice all'orecchio e mi fa un sorriso.

Angolo autrice.
Buongiorno!
Sono tornata dopo non troppa assenza dai e spero che questa storia vi stia piacendo.
Ancora la strada è lunga e spero continuerete a seguirla con tanto entusiasmo.🥰

Jortini033 tra un impasto di un dolce e l'altro sono riuscita ad aggiornare. Tu vedi di fare pausa nel cantiere e regalami uno sclero di quelli seri, grazie.
P.s. Mi manchi tantissimoooo!❤️❤️❤️❤️

Alezamp direi che è ora di tornare. Che dici? 🤪

E tu RossellaMallardo0 stiamo ancora aspettando!!!!😇

Portami via. [Jortini]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora