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Il viaggio di ritorno  in macchina con Lodo è stato più tranquillo rispetto a prima, forse proprio perché abbiamo a bordo un neonato è riuscita a controllare il suo piedino dinamico sull'acceleratore.

Io sono seduta sul sedile posteriore e guardo sempre più intensamente quegli occhi così verdi, così brillanti.

Arriviamo a casa mia, preparo il biberon al bambino e lo cullo avanti e indietro cantando la ninna nanna che sussurravo sempre ad Alice da bambina. Al primo ritornello si addormentava sempre, le toglievo il ciuccio e la sistemavo sotto il lenzuolino con tutti gli animaletti disegnati.

Lodo è in cucina che sta finendo di compilare gli ultimi documenti per finire questa pratica.
Su quei fogli c'è il mio nome, la mia responsabilità, il mio amore per Jorge.

Un amore incondizionato.

Il piccolo si addormenta e lo adagio nella carrozzina che sono andata a ritrovare appena arrivati.
È quasi mezzogiorno quando mi arriva un messaggio di J.

- pranziamo insieme?
Mi scrive.

- ti aspetto qui, cucini tu?
- arrivo.

<< Lodo, Jorge sta per venire...io...come vogliamo fare.>>
<< anche mamma papà stanno arrivando.>> Gira e rigira una ciocca di capelli tra le sue dita presa da una certa ansia.

Dopo qualche minuto Cecilia chiama la figlia per farsi dare indicazioni su dove venire e poi eccola spuntare sulla soglia insieme ad Alvaro.

Mi salutano calorosamente e Lodo li accompagna immediatamente verso il bambino.
Cecilia nel guardarlo si commuove e si stringe a suo marito che le accarezza dolcemente i capelli.

<< Martina...l'ho capito da subito che eri una ragazza speciale. Grazie per questo.>> Alvaro mi stringe la mano tremante e con gli occhi colmi di lacrime.

<< io voglio solo che lui sia felice.>> non faccio in tempo a finire la frase che Jorge bussa alla porta.
Corro ad aprirlo e appena entrato non capisce proprio la presenza dei suoi genitori e di sua sorella.

<< successo qualcosa? Che ci fate qui?>> dice preoccupato.
<< Martina ci ha detto che non stavi bene.>> risponde subito Lodo e lui posa il suo sguardo su di me.
<< lo sapete che sono turbato per via del...>>
<< si figlio mio, lo sappiamo.>> lo interrompe Cecilia e corre ad abbracciarlo.

<< è proprio per questo che non potevo senza fare nulla da quando l'ho saputo. So benissimo quanto ci tieni.>> gli dice Lodovica.
<< ma sai benissimo che era un progetto di vita voluto solo da me.>> controbatte lui.

<< non è vero Jorge. Non solo da te.>> intervengo io. << so tutto e anche di più.>>
Mi guarda stranito.

<< so che tu e Stephanie avevate firmato per la maternità surrogata. So della tua donazione, so di tutti i soldi spesi, dei viaggi fatti per conoscere la donna che avrebbe realizzato il tuo desiderio più grande. So ogni cosa. So che quando sei sparito era per via del divorzio e perché dovevi assicurarti che la madre biologica del tuo bambino stesse bene. Non mi hai detto nulla, ma so perché stavi male ieri sera. Eri a pezzi per il contratto legale prevedeva l'affido del neonato a te e a tua moglie e Stephie non ha acconsentito ad aspettare per separarvi e quindi rischiavi di perdere il piccolo. Piangevi perché ancora una volta stavi per rinunciare ad essere padre.>>

Portami via. [Jortini]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora