2.

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Alice non smette di piangere.
Sembra tirare fuori lei, al posto mio, tutta la disperazione e la confusione del momento.
E come se non bastasse, una pioggia torrenziale rende la strada impraticabile, i tergicristalli non fanno in tempo a darmi una buona visuale, piove troppo troppo forte e una stradina di montagna piena di curve non aiuta.

<<mamminaa!>> la piccola continua a dimenarsi sul seggiolino e a battere i pugni.
Io faccio lo stesso con la radio, cercando di far partire quel vecchio cd e di distrarla con la musica.
Dopo un paio di colpi ci riesco e mentre tengo gli occhi sulla strada e guardo mia figlia dallo specchietto, provo a canticchiare per calmarla.

La strada straborda di acqua.
Dobbiamo fermarci.

Salto sul sedile di dietro accanto alla piccola e la prendo tra le mie braccia.
Fa freddo, ma preferisco dare a lei la felpa che ho portato.
Staremo così fino a quando non cesserà il temporale. Sono scappata per salvarmi, non per rischiare la vita.

La cullo e finalmente si riaddormenta.
Sono le cinque del mattino, ma la luce del sole sembra ancora un miraggio.

Controllo il cellulare.
Otto chiamate perse.
Sebastian.
Cinque messaggi.

- Martina non fare cazzate.
- dove sei?
- ritornate a casa.
- rispondimi al telefono Martina.
- dove cazzo stai portando mia figlia?

Solo leggendo i messaggi mi sembra di immaginare i suoi occhi rossi iniettati di rabbia.

Senza accorgermene mi addormento e mi risveglio dopo tre ore.
La tempesta è passata.
Restano sulla strada solo le tante foglie umide volate dal vento e si respira quell'odore di terra bagnata.
Scendo per qualche minuto, mi sgranchisco le gambe e mi metto alla guida approfittando della tranquillità di mia figlia.
È così bella.
Somiglia tanto allo zio, a mio fratello Francisco con quei suoi lineamenti delicati.

Parto e guido per due ore fino ad arrivare a una zona per fare il rifornimento.
Faccio il pieno e nel frattempo Alice si sveglia.
Apro lo sportello e le do un leggero bacio sulla fronte,sembra spaesata.
Le brontola il pancino, ma non posso darle nulla da mangiare.
Non abbiamo niente.

Per fortuna rimane tranquilla fino a quando non arriviamo a New Orleans, davanti agli uffici dei servizi sociali.
È la prima cosa che mi è venuta in mente di fare.
Di sicuro mi troveranno un posto in cui stare, non mi lasceranno senza un tetto sulla testa.

Entriamo ed è pieno di gente, tanti sono i volti poco raccomandabili, quelli che se vedi per strada di allontani, quelli che vorresti tenere lontano.
Eppure sono seduta con mia figlia in braccio, accanto ad un signore avvolto in una coperta che emana un odore nauseabondo di alcool.
Quell'odore.
Da quando l'ho sentito addosso a Sebastian è stata la fine.
È stata la seconda volta che l'ho visto in quel locale.

*** flashback ***
<< un whisky.>> chiedo al barman.
<< faccia due, offro io alla ragazza.>> un ragazzo ben messo fisicamente si avvicina al bancone e mi fa l'occhiolino.
L'ho già visto sabato sera qui.
Non ha fatto altro che guardarmi mentre ballavo e anche io ricambiavo con occhiatine ammiccanti.

<< grazie.>>
Il barman ci mette i bicchieri sotto il naso, il ragazzo ne spinge uno verso di me, prende il suo e fa per brindare.
<< a questa serata.>> mi dice e non faccio altro se non sorridere.
<< sono Sebastian comunque.>> butta giù tutto d'un fiato e si lecca le labbra dopo aver finito.
<< Martina.>> faccio lo stesso anche io.
<< un altro giro?>> sento il suo fiato sulle mie labbra. Sa di alcol e mi invade le narici.
<< d'accordo.>>
Io mi fermo al secondo giro.
Lui ne fa un terzo, un quarto e un quinto.

Sono seduta sulle sue gambe e mentre la musica suona nel locale lui non fa che torturarmi il collo.
È totalmente ubriaco.

<< Sebas.>> cerco di allontanarmi quando sento la sua mano tra le mie cosce.
<< sei così dannatamente eccitante.>> mi dice all'orecchio e sento ancora quell'odore impregnarmi tutto il corpo.

*** fine flashback***

<< numero 67>> .
Ritorno un attimo alla realtà quando sento il numero che mi è stato assegnato.
<< ehm si.>> scatto in piedi.
<< prego mi segua.>>
Vengo accolta in un ufficio molto luminoso. Seduta alla scrivania una donna sulla sessantina con capelli grigi, occhiali sul naso è uno di quei maglioni delle nonne.

<< buongiorno.>> faccio per stringerle la mano ma lei sembra un po' restia e mi fa segno di sedermi.
<< mi dica, come possiamo aiutarla.>>
<< mi...mi servirebbe un posto dove stare con mia figlia.>>
<< come mai è senza una casa? Il padre della bimba?>>
<< siamo, siamo scappate.>
<< vittime di violenza domestica?>>
<< Dio, no non mi ha sfiorato.>> inizio ad agitarmi, il cuore mi batte all'impazzata nel petto.
<< i suoi genitori? Sua madre? Suo padre?>> questa domanda fa più male di quella di prima.
<< io...non...>>
<< mi spiace non possiamo aiutarla.>> mi liquida aprendomi la porta.

Ma come? Non mi ha dato nemmeno il tempo di spiegare.
<< può andare. >>
<< non mi ha picchiata, ha...ha solo tirato un pugno verso il mio occhio ma...non mi ha presa. Io non sapevo cosa fare, non voglio questo per mia figlia per favore. Sono scappata, non voglio tornarci lì.>> butto giù tutto d'un fiato e mi sento  libera.

Ammettere in parte quello che ho vissuto mi fa capire quanto sono stata sola per tutto questo tempo.
Non un'amica, non una confidente.
Sola.

Angolo autrice.
So che in tanti aspettavano questo secondo capitolo, eccolo qui!
È una storia un po' cupa, lo so, ma spero vi piaccia quanto piace a me.

È periodo di tante nuove idee e progetti che spero andranno in porto e che spero di potervi raccontare presto. È un periodo in cui si, sono felice e sento di stare piantando tanti semi per sperare poi di raccogliere i frutti che ci saranno.

Ringrazio chi segue la storia, chi commenta e vota e mi mostra sempre il supporto che mi serve.

Jortini033 a te, un pensiero speciale perché nonostante i kilomentri che ci separano, i mille impegni e le giornate no, resti sempre la mia hermana.
Ora che Hegel è finito che ne dici di farmi un bel regalino,mmm?
Mi manchi 🥺🤍

Alezamp ancora non mi riprendo dal tuo ultimo capitolo,vedi che devi fare.

RossellaMallardo0 tu vedi di aggiornare presto eh!

Portami via. [Jortini]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora