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Rimango immobile con il suo respiro sul collo e le sue lacrime salate che mi bagnano la t-shirt. Gli chiedo più volte cosa succede, se vuole parlare, di cosa ha bisogno, ma non dice nulla. Mi stringe ancora più forte e prova a calmarsi.

Dopo quel momento così intimo, così nostro, alza il capo e lo sguardo per dirmi un flebile grazie e ricambio con un sorriso. In realtà non ho fatto assolutamente nulla. Credo di aver fatto ciò che lui ha fatto per me quando la mia vita andava a rotoli e lui era pronto lì a serrarmi tra le sue braccia.

<<ora credo di tornare a casa.>> si passa le mani sugli occhi stropicciandoli mentre sono ancora seduta sulle sue ginocchia.

<< sicuro?Puoi restare, se vuoi.>> dico timidamente e lui dopo avermi guardata intensamente mi lascia un bacio sul collo ancora umido per via delle sue lacrime.

<< si, domani devo svegliarmi molto presto e non è per te...ma ho bisogno di stare da solo.>>

<<d'accordo.>> non mi va di forzare nulla, almeno non fino a che avrò capito cosa gli sta succedendo.

Ci alziamo e dopo avermi abbracciata un' ultima volta sparisce fuori dalla porta.

Vado a dormire con tanti pensieri, con la paura che lui possa stare ancora male, con l'ansia di sapere cosa lo ha spento così.

Il mattino dopo, accompagno Alice a scuola e poi come accordato, mi vedo con Lodovica.

<< Martina...scusami se ti ho fatta spaventare ieri, ma è una questione abbastanza importante.>> << beh, questo lo avevo capito. Jorge ieri era molto turbato e strano e ho l'impressione che le due cose siano collegate.>>

<< ho bisogno che vieni con me in tribunale fuori città per risolvere una situazione. Non dovrai fare nulla se non mettere una firma. Vedrai poi capirai bene, è una cosa che riguarda Jorge e che senza questo tuo aiuto non potrebbe realizzarsi.>> parla a raffica quasi come se stesse rappando.

<< ma scusa, non puoi spiegarmi almeno che cosa stiamo andando a fare?>> chiedo mentre lei gira le chiavi per far partire l'auto.

<< non abbiamo tempo, dobbiamo sbrigarci.>> parte e ha una guida abbastanza...sportiva, diciamo così. Sembra molto concentrata sulla strada e a spingere sul pedale dell'acceleratore e nel frattempo sembra ripetere tra sé un discorso sottovoce di cui non capisco nemmeno una parola visto quanto va veloce.

<< ma Jorge almeno la sa di questa cosa?>> provo a chiedere e attendo una risposta che tarda ad arrivare.

<< no, non sa nulla...perché credi che stia male? Questa è una soluzione a cui ho pensato io, se gliela avessi detta, lui si sarebbe opposto.>> Davvero non sto capendo nulla.

Arriviamo in tribunale e Lodo si fa strada tra la calca che sta sulla porta tirandomi per un braccio. Chiede permesso a tutti mostrando il suo pass da avvocato.

Arriviamo in una stanza enorme ed affrescata con un grande tavolo al centro. Lì è seduto un tipo molto elegante, in giacca e cravatta intento a sfogliare tre o quattro faldoni di fogli. Appena entriamo alza il capo e ticchettio con la penna sul tavolo.

<< signorina, finalmente, stavo per andarmene...>> Lodo si siede e il tizio le passa una decina di quei fogli. Mi fa segno di sedermi e mi passa la penna. Io per un attimo esito e resto a fissarla.

<< posso...dare un'occhiata?>> chiedo sfogliando quelle carte che ho davanti che sembrano piene di parole incomprensibili.

Mi becco un'occhiataccia di Lodo che mi fa segno di scrivere. Io la guardo confusa.

Portami via. [Jortini]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora