40. Destiny

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Restarmene seduta in camera mia in silenzio non faceva altro che aumentare la mia rabbia nei confronti di Dean. Qualche giorno dopo alla mia comparsa sul campo con la lettera dei miei debiti pagati, ero stata assalita dai dubbi. Quando gli avevo chiesto se era stato lui un'altra volta mentre stavamo distesi sul suo letto a guardare un film era stato piuttosto evasivo.

La cosa mi aveva fatto saltare i nervi. Sapeva che volevo farcela da sola, ma a quanto sembrava le mie parole non valevano niente.

Quindi me ne ero andata sbattendo la porta sotto la sua risatina. Pensava stessi scherzando. Non avevo risposto ai suoi messaggi per un giorno e mezzo. Trovavo strano che, insopportabile e arrogante come era, non si fosse presentato davanti alla porta di casa mia.

Ci ero rimasta parecchio male.

<<Ehi, sei ancora chiusa qui dentro?>>, chiese Candice entrando saltellando nella mia stanza e interrompendo il flusso dei miei pensieri.

<<Perchè?>>, scattai. Ero di pessimo umore e odiavo ammetterlo ma mi mancava Dean. Da quando lo avevo conosciuto era la prima volta che passavamo cosi tanto tempo lontani e mi rendeva insicura il suo atteggiamento distaccato di quei giorni.

So che era sotto pressione per un mucchio di cose messe assieme, ma cercare di risolvere con me credevo fosse la sua priorità. Evidentemente mi sbagliavo.

<<Noi pensavamo di andare a ballare e ubriacarci e pensavamo volessi unirti>>, disse, ignorando il mio caratteraccio.

<<Per noi intendi?>>

Sorrise. <<Solo noi quattro. Niente ragazzi>>.

Mi alzai in piedi, colta da un improvviso entusiasmo. <<Ci sto>>.

Ci preparammo e Michelle si presentò con un bicchierino di tequila prima di uscire. <<Un pò di coraggio liquido per far decollare la serata>>, esclamò, aspettando che lo buttassi giù in un sorso.

Per una sera avevo proprio bisogno di lasciarmi andare e smettere di pensare.

Raggiungemmo un locale appena fuori dal campus già affollato di studenti. La musica rimbombava forte nelle casse e dentro di me. Ballare, bere, divertirmi e stare con le mie amiche era quello di cui avevo bisogno.

Fanculo Dean! Doveva strisciare se voleva che lo perdonassi per la retta pagata e per non avermi cercata con un pò più di entusiasmo.

Candice fece atterrare il quarto shot nelle mie mani. Lo buttai giù e tornai a ballare. Ero un pochino alticcia e cominciavo a barcollare un pò sui tacchi. Mi sentivo leggera, spensierata ma anche un pò vuota. 

All'improvviso delle grossi mani atterrarono nei miei fianchi e un calore si impossessò di me. Per un momento sperai che fosse Dean ma lo sconosciuto che stava ballando con me non era minimante l'enorme sfrontato giocatore di football che amavo. Lo allontanai con una spinta e tornai al tavolo dove avevo lasciato il mio cellulare.

Lo presi e andai al piano di sopra dove la musica arrivava meno forte. Ignorai i dieci messaggi che mi aveva scritto Dean e decisi di cedere e di chiamarlo. Era quasi mezzanotte e sapevo che il giorno dopo avrebbe dovuto alzarsi presto per partire per la trasferta con la squadra.

Rispose al terzo squillo. <<Destiny, maledizione!>>, sbraitò con quella sua voce roca sexy. L'avevo svegliato e sembrava incazzato.

<<Ciaoo Deeannn>>.

Dall'altra parte ci fu un attimo di silenzio e poi un lungo sospiro. Lo immaginavo mentre si metteva seduto sul letto e si passava una mano frenetica fra i capelli. <<Dove sei?>>, chiese calmo, <<Perchè tutta questa confusione? E perchè sembri ubriaca?>>

A BAD BOY LIKE YOUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora