31. Destiny

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 Riuscii a sbollire la rabbia solo verso la fine del secondo tempo. Continuavo a pensare alla conversazione con mia madre e a come non capisse che ero davvero felice con Dean.

Mi concentrai su Dean che stava chiamando lo schema ai suoi compagni. Non riuscivo a vedergli il viso sotto il casco, ma sapevo che aveva un'espressione determinata. Aveva dato tutto sé stesso in quella partita e non si era fermato un attimo. Incitava e seguiva le azioni anche quando lui non era coinvolto. Era un leader eccezionale e stava guidando la sua squadra alla vittoria. Erano in vantaggio di due touchdown.

La squadra d'attacco si posizionò e Dean richiamò lo schema. L'arbitro fischiò e la palla finì nelle sue mani. Fece un passo indietro per caricare il colpo che doveva arrivare nelle mani di Logan, ma un giocatore della squadra avversaria lo placcò, facendolo finire a terra, disteso e immobile.

Mi portai le mani alla bocca e mi alzai in piedi. Era in una posizione strana e sembrava non reagire.

Fui travolta dal panico. C'era qualcosa che non andava.

Nello stadio scese il silenzio e i medici a bordo campo entrarono per soccorrerlo.

<<Oh mio Dio>>, mi lasciai sfuggire.

Michelle mi circondò le spalle e mi abbracciò. <<Starà sicuramente bene>>, tentò di rassicurarmi.

Non so quanto tempo passò, ma quando vidi che Dean si mise seduto e si tolse il casco, mi mancarono le forze. Stava bene. O almeno così dimostrava.

La tifoseria della sua squadra tirò un sospiro di sollievo vedendolo mettersi in piedi e lo applaudirono, peccato che io non ero dello stesso pensiero. Dovevo vedere con i miei occhi che stesse bene. Stavo morendo per la paura e avevo i brividi nelle braccia.

Lo vidi discutere animatamente con il coach e alla fine lanciò il casco a terra e uscì dal campo sbattendo i piedi per terra. Era davvero incazzato. Alcuni dello staff lo seguirono e tentarono di fermarlo, ma lui non ascoltò ed entrò nel tunnel che portava agli spogliatoi. Nel frattempo in campo era entrato il secondo quarterback e la partita riprese.

Senza pensarci due volte mi alzai in piedi. <<Vado da lui>>, dissi alle mie amiche.

Feci il giro dello stadio fino a trovarmi davanti alle scale che portavano al piano inferiore dove c'erano gli spogliatoi. A piantonare l'ingresso del corridoio c'era un enorme buttafuori che mi sbarrò la strada con aria minacciosa.

<<Signorina, lei non può stare qui. È area riservata>>.

Incrociai le braccia al petto e lo sfidai con lo sguardo. <<Senta, il mio ragazzo è appena svenuto sul campo e non mi interessa se lei mi dice che io non posso passare, perché ho bisogno di vedere se sta bene, ok?>>

Ci pensò a lungo. <<Chi è il suo ragazzo?>>, domandò diffidente.

<<Dean James>>.

Alzò gli occhi al soffitto. <<Dean non ha una ragazza, sarai sicuramente una delle tante che cerca di convincermi a farla passare, ma non accadrà, perciò se ne vada!>>

Irritata, imprecai a mezza voce.

In quel momento nel corridoio passò RJ e lo chiamai attirando la sua attenzione. Venne di corsa verso di me e mi sollevò in un abbraccio stritolante. <<Ehi, bellezza, cosa ci fai qui?>>, chiese.

<<Ovviamente sono qui per Dean ma questo tipo qui non mi lascia passare>>.

RJ rivolse la sua attenzione all'omone accanto a lui. <<Senti, amico, lei è la ragazza di Dean e so per certo che in questo momento ha bisogno di lei lì dentro o andrà fuori di testa, perciò lasciala passare>>.

A BAD BOY LIKE YOUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora