13. Destiny

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Stava succedendo davvero e non feci niente per fermare Dean. Ammettiamolo, nemmeno lo volevo. Appena la sua bocca si poggiò contro la mia, smisi di lottare contro l'evidenza. Eravamo attratti l'uno dall'altra e non aveva senso continuare a negarci questa forza gravitazionale che ci tirava vicini.

Doveva succedere prima o poi e non avrei desiderato momento migliore: al buio, con la musica a mille che a me in realtà sembrava lontana, i nostri corpi a contatto e la paura di essere scoperti in qualsiasi momento.

Sembrò un attimo infinito, ma la realtà ci piombò addosso troppo presto. La canzone terminò e qualcuno, non so chi, accese la luce e ci costrinse ad allontanarci, riluttanti.

Evitai di guardarlo negli occhi e ripresi le stampelle da terra. Mi sentivo febbricitante e accaldata, ma questa volta la mia salute non ne era la responsabile. Era tutta colpa di Occhi Scuri, che non aveva smesso di fissarmi per tutto il tempo che ci impiegai ad allontanarmi da lui e raggiungere Michelle.

La mia amica mi sorrise e mi prese a braccetto. Non so dove trovasse le energie ma io ero stanca morta. Erano le due, forse le tre, del mattino e ancora non si era stancata di dimenare i fianchi. Ma come diavolo faceva? Io mi sentivo senza forze.

<<Io vado a dormire>>, le dissi. Avevo un disperato bisogno di mettere un po' di distanza fra me e Dean.

Si imbronciò. <<No dai, perché?>>

<<Mi fa male la caviglia>>, mentii. Di certo non potevo dirle che avevo appena baciato Dean e che mi era piaciuto così tanto che se non me ne fossi andata da lì, probabilmente gli sarei saltata addosso.

<<Vuoi del ghiaccio?>>, chiese preoccupata.

Scossi la testa. <<No, non ti preoccupare. Ho solo bisogno di distendermi. Ci vediamo domani mattina>>.

Mi rifugiai in una delle stanze al piano di sopra e appena chiusi la porta mi ci appoggiai contro. Avevo ancora le labbra che pizzicavano e avevano il sapore di quelle di Dean.

Non avrei mai dimenticato tutte quelle sensazioni, quello che avevo provato in quel bacio. Lo avrei portato sempre con me.

Mi buttai nel letto a pancia in giù e nascosi il viso nel cuscino. Ma cosa cavolo stavo facendo? Quello stesso giorno avevo ricevuto una proposta di matrimonio e avevo baciato un altro. Cosa diceva questo di me? Non volevo nemmeno pensarci.

Presi il telefono nella tasca posteriore dei miei jeans e lessi le anteprime dei messaggi. Erano tutti di Kevin e di mia madre. Li eliminai senza leggerli davvero. Che andassero a quel paese entrambi! Non avrei mai sposato Kevin. Non dopo che ero riuscita ad aprire gli occhi sul nostro rapporto. Saremmo stati entrambi infelici per il resto della nostra vita ed io meritavo di più.

Mi addormentai e ad un certo punto la musica al piano di sotto si spense. Quella notte dormii da sola dopo molto tempo e già sentivo la mancanza di Dean contro la mia schiena a schiacciarmi come una pressa.

Come avrei fatto senza vedere la sua faccia da Angelo la mattina e senza i nostri battibecchi? Sentivo già la sua assenza e lui ancora non se ne era andato.

Il giorno dopo mi svegliai tardi, ma non abbastanza da evitare i miei rumorosi coinquilini che erano tutti riuniti in cucina a fare colazione, ammesso che si potesse chiamare così visto che erano le due del pomeriggio.

Mancavano pochissime ore e i ragazzi se ne sarebbero andati, lasciandoci sole. Appena entrai in cucina respirai un'aria tesa e il clima fuori dalla finestra non aiutava granchè: stava nevicando imperterrito. Sembrava di essere nel bel mezzo di una bufera. Sfortuna voleva però che le strade fossero libere e percorribili. Peccato. Avrei voluto fossero costretti a restare.

A BAD BOY LIKE YOUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora