46. Dean

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Destiny si era addormentata fra le mie braccia, esausta. Era stata una giornata lunga e pesante per entrambi. La comparsa di suo padre prima e la rivelazione del responsabile del nostro incidente dopo l'aveva stremata. 

Erano le nove di sera e anche se mi sentivo stanco, non riuscivo a stare calmo. Camminavo avanti e indietro nella stanza di Destiny, nella speranza che lei non si svegliasse.

Dovevo fare qualcosa.

Mi sembrava di impazzire.

Uscii dall'appartamento  e chiamai Logan, il mio migliore amico. Rispose al terzo squillo. <<Che c'è?>>, chiese sbadigliando.

<<Ho scoperto chi è stato e sono al tanto così dal fare una cazzata>>.

<<Dove sei?>>

<<A casa di Destiny>>.

<<Arrivo>>.

Riagganciò e lo aspettai seduto in una panchina di fronte all'appartamento della mia ragazza. Un pò di aria fresca avrebbe dovuto farmi bene, no? Sbagliato! Avevo una rabbia cieca che mi scorreva sotto pelle che mi sentivo ribollire.

Quel bastardo aveva cercato di farci ucciderci! Era completamente fuori di testa, cazzo. 

Mi passai le mani sul volto ed ero tentato di urlare. Avevo passato una settimana tormentato dai sensi di colpa. Credevo fosse colpa mia. Che ce l'avessero con me. Quanto ero stato stupido?

"Se non posso averla io, allora non può averla nessun altro".

Avrei dovuto capirlo già da questa frase che era opera del suo ex. Tutto adesso aveva un senso. Le minacce rivolte a me e alla mia relazione, ai pedinamenti per studiare come e quando colpire, alla sua improvvisa resa per cercare di portarmela via...

Logan si fermò con la macchina, scese e si piazzò di fronte a me. Sembrava teso e preoccupato. <<Che cosa hai intenzione di fare?>>, chiese infilandosi le mani in tasca.

<<Affrontare quello stronzo>>. So che avevo promesso a Destiny di non fare niente di stupido ma avevo mentito. Ero talmente incazzato che dovevo sfogare la mia rabbia e Kevin sarebbe stato il mio bersaglio. Sapevo già dove trovarlo.

Ero incazzato anche con il padre di Destiny, ma alla fine mi era tornato utile. Aveva messo nelle mie mani tutte le prove che inchiodavano quello stronzo e mi aveva detto dove stava passando la serata: al "Red", un locale appena fuori dal campus.

<<Mi spieghi che cosa cazzo sta succedendo? Se devo prendere parte ad una rissa voglio prima sapere in che guaio mi sto cacciando>>.

Logan era il mio migliore amico per moltissime ragioni ma la più grande era la sua lealtà. Era il mio braccio destro da anni e ci coprivamo le spalle a vicenda.

Gli feci un breve riassunto e alla fine mi lanciò le chiavi della sua macchina. <<Andiamo a spaccare qualche ossa>>, disse schioccando il collo.

Guidai fino al locale e parcheggiai vicino in caso le cose si fossero messe male. Mi bloccai con la mano nella maniglia e mi girai verso Logan.

<<Se le cose dovessero mettersi male, dì a Destiny che la amo e che mi dispiace>>.

In risposta annuì. Non avevo bisogno d'altro.

Entrammo e setacciai tutta la stanza fino a quando non lo intercettai. Era appoggiato contro il tavolo da biliardo e aveva una ragazza bionda spalmata addosso.

Mi veniva da vomitare e allo stesso tempo sentivo la rabbia ribollire nel sangue sempre di più. Spaccargli la faccia non sarebbe stato abbastanza. Volevo che marcisse in prigione.

Io e Logan ci piazzammo di fronte a lui che non ci aveva ancora notati, troppo indaffarato come era a ficcare la lingua in gola alla povera malcapitata. Mi schiarii la gola e lui si staccò con un sorrisetto.

<<A cosa devo il piacere?>>, chiese. Aveva la bocca sporca di rossetto rosso da quattro soldi.

Strinsi i pugni. Non era ancora il momento. Volevo fosse lui a tirare per primo. Ne avevo proprio bisogno. <<Ti cercavamo>>, dissi tentando di controllarmi. Era una impresa difficile.

<<Non ti basta che ci vedremo in campo fra meno di tre settimane?>>

Ghignai. Lui non ci sarebbe stato quella sera. Me ne sarei assicurato personalmente. <<Ho qualcosa per te>>, dissi tirando sopra al tavolo da biliardo una busta marrone.

<<Vuoi corrompermi?>>

Pensava che ne avessimo bisogno? La cosa mi faceva ridere nonostante fossi incazzato. Eravamo la squadra migliore e non avevo paura. La partita l'avremmo vinta noi. Con o senza di lui. Non che facesse molta differenza. Era un giocatore discreto ma non bravo.

<<Apri>>, ordinai con un tono che non ammetteva repliche.

Estrasse lentamente i documenti fingendosi annoiato e non tradì alcuna emozione. Non lo aveva ancora capito? Ero lì per farlo fuori per sempre dalla vita di Destiny e spaccargli il naso.

<<Cosa sarebbero?>>, chiese fingendo di non sapere che quelle foto lo incastravano alla stra grande.

<<Vuoi che te lo spieghi?>>

Fece un segno con la mano e sussurrò qualcosa alla biondina che era ancora spalmata al suo fianco. Nel passarmi accanto mi mise una mano nel braccio. Provai all'istante disgusto. <<Vieni a cercarmi dopo>>, sussurrò.

Col cazzo. Dopo sarei tornato a casa dalla mia ragazza.

Feci un passo avanti e mi piazzai di fronte a Kevin. In confronto a me sembrava un ragazzino delle medie. Sostenne il mio sguardo. Glielo concessi: aveva le palle. <<Sono le prove che ti incriminano per l'incidente che ha quasi ucciso me e Destiny>>.

Quando quelle parole lasciarono le mie labbra accadde tutto rapidamente: Kevin e un paio di suoi amici ci furono addosso e li respingemmo con qualche pugno, ma era tutto uno stramaledetto piano per distrarci.

Perchè non vidi quello che stava accadendo fino a quando non sentii più niente. Mi sentivo annegare e precipitare e non c'era niente che potessi fare.

Il mio ultimo pensiero andò a Destiny. Si sarebbe incazzata da morire. E poi il buio mi inghiottì.

A BAD BOY LIKE YOUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora