24. Dean

19.4K 612 47
                                    

 Quella notte non chiusi occhio: l'assenza di Destiny nel mio letto e la presenza di mia sorella sotto il mio stesso tetto mi avevano tolto il sonno. I miei pensieri mi tenevano sveglio. Erano cinque ore che fissavo il soffitto bianco sopra la mia testa.

Stanco di pensare a tutti i miei problemi, scesi dal letto e mi preparai per andare a correre. Scaricare un po' di energia in riva al mare sarebbe sicuramente stato di aiuto. Doveva esserlo per forza.

Rimasi fuori per quasi due ore e al mio rientro la casa non era più silenziosa come l'avevo lasciata uscendo. Entrambe le mie coinquiline erano sveglie e stavano preparando la colazione una accanto all'altra.

Se le cose con Hailey non fossero tese, mi avrebbe fatto piacere vedere la donna che mi piace da impazzire ridere assieme a mia sorella. In quel momento però non riuscivo ad essere felice. Volevo che se ne andasse. Che mi lasciasse in pace.

La prima a notare la mia presenza fu Destiny che mi rivolse un sorrisetto imbarazzato. La sera prima ero andato nella mia stanza senza dire niente. Lei non era venuta a cercarmi e la adorai per questo: mi stava lasciando spazio. Però ero anche incazzato perché non era venuta da me. Volevo lo facesse. Più stavo da solo, più mi tormentavo. E poi ci restava solo quella giornata da passare assieme. Lunedì dovevamo tornare alle nostre vite.

<<Vado a farmi la doccia>>, borbottai scappando per l'ennesima volta da mia sorella.

Quando scesi di nuovo in cucina, Destiny non c'era ma Hailey sì. Mi stava aspettando e capii che non avevo vie di fuga. Lei voleva parlare.

Mi versai una tazza di caffè e mi appoggia al bancone della cucina, tenendomi a debita distanza d lei ma vicino alla porta sul retro per una eventuale fuga.

<<Dov'è Destiny?>>, domandai, rompendo il silenzio. Speravo di distrarla.

Non funzionò. <<Fuori. Le ho chiesto di lasciarci un po' di tempo. È andata a prendere il sole>>.

L'immagine di Destiny in bikini mi distrasse un attimo dalla conversazione. Merda. Non l'avevo mai vista svestita e ora che potevo averne finalmente l'occasione non potevo muovermi da lì.

Che schifo la mia vita.

<<Ok, allora vai al sodo. L'ho portata qui per passare il tempo con me non da sola>>.

Annuì. Mi preparai alla conversazione più dolorosa della mia vita. <<Sei un coglione>>, esordì.

Spalancai gli occhi, scioccato. <<Come hai detto?>>

<<Hai sentito bene: sei un coglione>>, ripeté.

Incrociai le braccia al petto. Mi stavo iniziando ad arrabbiare. <<Potresti spiegarmi il perché?>>

Si alzò in piedi e mi puntò il dito contro. Era piccolina e magrolina ma sapevo che aveva un gancio destro terribile. <<Se solo avessi risposto alle mie chiamate un anno fa, adesso di certo non saremmo a questo punto e non sarei costretta a rincorrerti!>>, mi rimproverò.

<<Ho solo rispettato la tua volontà: sono sparito>>.

Scosse la testa spazientita. <<Lo so che ti ho chiesto questo, ma poi mi sono pentita. Non è stata colpa tua, hai capito? Io non ti ritengo responsabile di quello che è successo>>.

Mi aggrappai al bancone alle mie spalle. Stavo barcollando. Le sue parole mi avevano scosso nel profondo. Io le avevo rovinato la vita. Le avevo tolto una parte di sé. Come poteva perdonarmi?

Visto che rimasi in silenzio continuò: <<So che ti senti in colpa, ma mi sono ripresa, Dean. Sto davvero bene e ho accettato quello che mi è successo. Ho ripreso in mano la mia vita e pretendo che tu ne faccia parte. Mi hai capita? Smettila di nasconderti e tira fuori le palle>>.

A BAD BOY LIKE YOUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora