3. Destiny

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Avevo appena avuto una rivelazione. Ero decisamente sfigata. Non solo mi ero slogata una caviglia proprio il primo giorno delle mie vacanze, ma chi aveva dovuto trovarmi agonizzante in mezzo alla pista? Occhi scuri.

Poteva andare peggio di così?

Sì. Poteva.

Occhi scuri, che avevo scoperto chiamarsi Dean, non era come pensavo all'inizio. Certo restava un grandissimo stronzo ma era anche gentile. Avrebbe potuto lasciarmi lì a terra, invece no, mi aveva aiutata e portata in braccio sana e salva allo chalet.

Un vero tesoro.

E poi avevo capito che era anche dolce. Era stato molto attento a come camminava e a non muovermi troppo la gambe. Non me l'aveva detto ma l'avevo notato lo stesso. Era un pensiero davvero carino da parte sua.

Restavo comunque allergica all'altro sesso in quel momento. Il mio cuore proprio non ne voleva sapere di provare qualcosa per un ragazzo. Ne era già uscito ammaccato e a pezzi da una relazione di sette anni. Non volevo mai più innamorarmi e annullarmi per nessun altro, se non me stessa. Me lo meritavo proprio.

Eravamo davanti alla porta dello chalet, quando Dean mi appoggiò a terra e mi sostenne con un braccio.

<<Grazie>>, gli dissi.

<<Come va la caviglia?>>, chiese mentre cercava di aprire la porta di casa.

Mi strinsi nelle spalle. Mi facevano male anche quelle ma non lo dissi. <<Insomma, non molto bene>>.

<<Credo che dovremmo portarti in ospedale. Logan, il mio amico, ha noleggiato una macchina>>.

<<Può portarmi benissimo una delle mie amiche>>.

Alzò le mani. <<Ok, come vuoi>>, disse risentito. Ci teneva così tanto a passare il primo suo giorno di vacanze in un ospedale? Bah, non era mica normale.

La porta si spalancò difronte a noi e scattai indietro dalla paura, rischiando di perdere l'equilibrio e cadere. Dean fu rapido e con i riflessi pronti perché mi afferrò per un braccio. <<Peggio dei bambini piccoli>>, borbottò fra sé. Lo sentii e lo guardai male.

<<Grazie tante!>>

<<E' la verità. Prima cerchi di uccidermi cadendo dagli sci e poi di romperti l'osso del collo per una porta aperta>>, rise, prendendosi gioco di me. Si era per caso offeso perché avevo rifiutato il suo aiuto? O era semplicemente bipolare?

<<Scusami tanto se mi sono spaventata!>>

Uno degli amici di Dean, che aveva appena aperto la porta, guardò prima me e poi il suo amico con un sopracciglio sollevato. <<Ancora a litigare voi due? Amico, ti sei dimenticato di come ci si comporta con una ragazza?>>, lo prese in giro, facendomi l'occhiolino.

Mi stava già simpatico.

<<Secondo me non l'ha mai saputo>>, intervenni, sorridendo con fare angelico a Dean.

Non ne fu affatto felice, perché mi guardò in tralice. <<Oh, senti chi parla! Dopo che ti ho portata in braccio fino a qui, hai pure il coraggio di lamentarti di come ti tratto?>>

Chiusi la bocca. Aveva un po' di ragione ma non volevo dargli mica nessuna soddisfazione!

<<Che è successo?>>, chiese il suo amico.

<<La regina delle nevi qui>>, e mi indicò, <<è caduta facendo la pista nera e l'ho trovata per terra, anzi no, ci sono proprio finito sopra>>.

A BAD BOY LIKE YOUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora