Capitolo 29

48 1 0
                                    

Veronica
So che è mezzanotte e dovrei dormire ma proprio non riesco a chiudere occhio. Sono nervosa e quando sono nervosa ci sono due cose che posso fare. Urlare, tirare qualcosa o...mangiare. Credo che mangiare sia un'ottima opzione per potermi distrarre un attimo.
Decido di scendere giù in cucina cercando di non fare il mio solito passo da elefante che finirebbe per svegliare tutta la casa.
Arrivata in cucina inizio a cercare nei scaffali qualche schifezza che è rimasta a cena.
Trovo solo un pezzo di pizza ma me la faccio andare bene.

«Tranquilla va in camera, ora arrivo»
Rabbrividisco quando sento quella voce.
Quando lo vedo entrare con Taylor un groppone mi sale in gola.

Mi fa letteralmente schifo. È davvero un essere orrendo. Come si fa ad essere cosi?

Edward inizia a canticchiare avviandosi verso la cucina e il mio cuore perde alcuni battiti.
D'accordo Veronica sta calma. Ora prendi la tua adorata pizza e te ne vai in camera senza dire nulla. Chiudo un occhio. Afferro il piatto e faccio per andarmene.

«Ops, scappi forse da me?» Dice quando ci vado a sbattere contro.
«Fammi passare» Rispondo acida.
«Qualcuno ti ha mai detto di essere così tanto bella?» Cosa ha appena detto?!

Edward mi sposta i capelli dietro l'orecchie.
«Sei ubriaco, non sai cosa stai dicendo, togliti di mezzo adesso» Dico tenendo lo sguardo basso.

«Veronica» Rabbrividisco quando dice il mio nome in quel modo cosi intenso.
«Che?» Chiedo voltandomi.
Sta per rispondermi quando...

«Ma allora? hai preso la birra?» Arriva dietro le mie spalle Taylor.

«Ops, ho interrotto qualcosa?» Chiede la ragazza quando vede la mia faccia sorpresa.
«No. Non hai interrotto nulla, stavo per tornarmene in camera. Ah e, non dovrebbe bere così tanto dato che domani dovremo tornare presto a casa» Dico guardandolo negli occhi. Quegli occhi verdi che ogni volta che li guardo mi fanno sentire su un'altro mondo.

«Che rompi palle quella ragazzina, dai andiamo in camera» La sento dire in lontananza quando sono ormai sulle scale.

Quando chiudo la porta alle mie spalle una lacrima mi riga il viso. Ed io che pensavo mi fossi davvero innamorata. Invece era solo un'altra delusione della mia triste e noiosa vita.

***

«Allora tesoro ci vediamo la prossima settimana, sono molto fiduciosa in te ed Edward. Sono sicura farete grandi cose insieme!» Sorrido ad Evelyn. Un sorriso che in realtà maschera tutto ciò che ho dietro.
«Ora andate dalle vostre famiglie, vi staranno aspettando» Mi abbraccia e la stringo forte.

Saluto il resto del cast. Compresa Taylor che saluto con un normale abbraccio, cercando di esser il meno fredda possibile. Infine io ed Edward ci dividiamo dal gruppo giunti in aeroporto e ci avviamo verso il nostro aereo.
Per adesso non ci siamo ancora rivolti parola e non penso di avere intenzione di farlo.

Il viaggio in aereo è durato cinque ore e in queste cinque ore ho cercato di dormire il più possibile. Edward non mi ha rivolto parola ma solo qualche sguardo. E per il resto del viaggio, l'ho visto ascoltare della musica e rilassarsi.

Ogni volta che ripenso a tutte quelle volte in cui ho sperato davvero in un "noi" mi sale un groppo in gola.

Perché l'amore deve essere così complicato? Ma dopo tutto cosa mi aspettavo, lui è quel ragazzo a cui non frega nulla di niente e di nessuno. Che ti può spezzare il cuore riducendoti in mille pezzi. Che anche se lo continuerai ad odiare, non riuscirai a non stargli lontana e infine ti ritroverai sempre a tornare da lui in qualunque circostanza.

«Ver, sai che io e te non potremmo mai essere solamente amici vero?» Sussurra quando mi passa una mano sul viso per spostarmi quella ciocca ribelle da dietro l'orecchio.
Edward avvicina il mio viso così tanto da far scontrare i nostri nasi. Rimaniamo qualche secondo così fino a quando uno di noi fa il primo passo. Le nostre labbra unite. Un mix di emozioni indescrivibili. Le mie mani poggiate sul suo petto. Le sue mani che mi tengono stretta alla sua vita che piano piano scendono arrivando al mio fondo schiena.

È tutto così magico in questo mom...

«Oh cazzo» Salto a causa del moro che mi stava toccando la spalla per svegliarmi.
Mi porto via la bava dalla bocca. Edward mi guarda perplesso.
«Se hai finito di sognare dovremmo andare, siamo arrivati» Mi sistemo i capelli e tolgo dal collo il mio amato cuscino. Ma cosa diavolo stavo sognando?! No no no, non posso permettermi di avercelo anche nei sogni.
Anzi non un sogno. Un incubo. Si, lo è.

«Vuoi che ti aiuti?» Chiede quando tiro giù, o meglio, quando cade per il troppo peso la valigia dal cappelliere.
«No. Ce la faccio benissimo da sola»
Rispondo in modo irritato. Lo sento ridacchiare da dietro. Oggi qualcuno vuole ricevere un pugno.

Arriviamo fuori l'uscita dell'aeroporto dove ad aspettarci ci sono suo padre David e mia madre. Edward ed io non ci scambiamo neanche un saluto prima di andarcene.

Dᴜᴇ ᴘᴇʀғᴇᴛᴛɪ sᴄᴏɴᴏsᴄɪᴜᴛɪ ☾Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora