Maggio '91
Mi capitava sempre di rimuginare sui mille pensieri che mi ronzavano in testa, quando passavamo la notte lontani. Quella era proprio una notte del genere. Fissavo il soffitto bianco della mia suite al Château Marmont hotel, riflettendo su quanto fosse stato sereno e appagante questo ultimo mese con Michael e quanto invece sarebbe stato difficile stare lontani a causa degli innumerevoli impegni che ci stavano alle calcagna. Avevo forse scelto il momento peggiore per farmi prendere dalla malinconia: aspettavo di uscire per recarmi alla mia intervista al "The Arsenio Hall Show".
Era trascorsa appena una settimana dall'uscita del mio album e tre dei suoi singoli rilasciati in precedenza avevano già raggiunto i primi posti delle classifiche americane. La pressione era parecchia ma non mi importava: non avevo mai provato quella soddisfazione e quell'orgoglio, men che meno proveniente da una mia creazione.
«Quella clip è estrapolata dal video del nuovo singolo, vero?»
«Sì, di Falling In Love Wasn't My Plan!»
«Falling In Love Wasn't My Plan? Mmh, di chi parla?» chiese con impertinenza e un tono vagamente sarcastico.
Girai il capo lanciandogli uno sguardo insofferente.
«Pensavi non te lo chiedessi?» ridacchiò mentre continuavo ad alzare ed abbassare le maniche del vestitino nero che indossavo.
«Parla di te!» sbottai.
«Vorrei davvero ammettere che parla di me, ma purtroppo devo continuare a fingere che siamo solo amici!»
Apprezzavo il suo approccio confidenziale, che contraddistingueva il suo carattere frizzante anche fuori dalle scene. Non si trattava del nostro primo incontro, nonostante questa fosse la mia primissima intervista, ma ogni volta riusciva a mettermi a mio agio e a far sì che parlassi con tranquillità e avessi padronanza sia di me stessa che dell'ambiente circostante.
«Ho ascoltato quella che penso sia la canzone più intima del tuo album, Just A Game... non dirmi che hai vissuto quelle esperienze davvero?»
«Oh sì, sìsì.»
«Stai scherzando?!» la sua espressione si trasformò, diventando seria e genuinamente preoccupata.
«Ti dirò di più: in un certo momento avevo anche pensato di aver davvero trovato delle amiche, ero così contenta... a volte per darci appuntamento ci sentivamo per telefono, per vederci al centro commerciale. Uno di quei giorni mi avevano tutte risposto "No, devo fare i compiti", "Mia madre ha detto di no", "Ho una visita", quindi chiesi a mia madre di accompagnarmi. Quando arrivammo, vidi le mie cosiddette amiche tutte lì, senza di me.» un coro di voci proveniente dal pubblico si unì a quella sconcertata di Arsenio. Per quanto fossero stati avvenimenti tremendi, riuscivo ormai a parlarne con serenità e con il sorriso. Nonostante tutto ero poi riuscita ad avere dei veri amici, una carriera e una persona speciale nella mia vita. Non potevo far altro che augurare tutto questo alle persone che un tempo mi avevano fatto del male e lo spiegai ad Arsenio e al pubblico che mi ascoltava attentamente.
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•Falling In Love Wasn't My Plan•
Fanfic**IN CORSO** Cloe Isabella Willick è alla soglia dei suoi 21 anni quando lei e la sua migliore amica partono da Roma per tornare nella loro città natale, Los Angeles. Cloe scrive da quando era bambina e sogna di diventare cantante. Negli anni succes...