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"Peanut, Buongiorno! Sto leggendo il Times e ho notato un articolo su Michael!"

Mio padre aveva ormai acquisito l'adorabile abitudine di chiamare me e Michael tutte le mattine alle nove in punto. Non potevo neanche esprimere a parole da quanto grande fosse la gioia di riavere la mia famiglia a Los Angeles, nella mia città natale; e il loro interesse verso tutto quello che riguardava Michael mi riempiva il cuore di orgoglio.

«Papà, ciao! Sì, lo so, hanno dato a lui e ad Elton John il primo Ryan White AIDS Award, è su tutti i giornali, non è fantastico?»

"È a casa? So quanto sia una causa importante per lui, vorrei scambiare due parole per congratularmi."

«Stamattina no, è già in studio. E sto per andare anche io, sicuramente gli dirò che hai chiamato. Salutami tutti, vi voglio bene!»

"Anche noi, peanut! Buon lavoro."

Guidai fino a casa di Teddy, dove avremmo scritto un po' e parlato di come avrei dovuto gestire la mia carriera una volta decollata: prima di tutto trovare un manager affidabile e un team di PR, poi occuparmi accuratamente della promozione dell'album e di tutto quello che lo riguardava, ma anche della mia immagine e di tutto quello che mi circondava; ero sicura non sarebbe stata una passeggiata ma ero anche pronta ad affrontare tutto, per fortuna avevo al mio fianco dei professionisti estremamente dedicati a cui avrei potuto rivolgermi per qualsiasi importante decisione, e che mi avrebbero sostenuta nonostante tutto.

«Che ne dici di buttare giù una tracklist? Abbiamo sette demo, così ci facciamo un'idea.»

«Sì, certo!»

Riascoltammo tutte le tracce, una alla volta, ancora increduli del duro lavoro di questi mesi. In ogni canzone c'era un lato di me, le mie esperienze, la mia storia, tutta la mia essenza.

«Questa deve sicuramente essere la prima, è una bomba!» commentò dopo aver finito di ascoltare Groove With Me, il brano più funky che avessi mai scritto.

«Poi Lost And Found e Just A Game dopo Soft Spirit perché dobbiamo anche farli un po' piangere, come on! Poi Power come interlude.»

Ogni canzone sembrava stare perfettamente al proprio posto, come se fossero sempre state destinate a fare parte di questo progetto.

«Poi Falling In Love Wasn't My Plan e chiudiamo con Red così che nessuno avrà mai voglia di finire l'album e lo ricominceranno da capo, ancora e ancora. Questo pezzo è così sexy, Clo! Credimi, se non stessi con Michael-»

«Aaah ma smettila, scemo!» lo pizzicai sul braccio sogghignando, fino a che sul suo viso non comparve una smorfia di dolore mista ad una risata. Scherzavamo spesso, era il nostro modo di interagire, avevamo poco più di vent'anni e questo nostro atteggiamento ci aiutava ad equilibrare la nostra serietà durante il lavoro. Andammo a piedi in un ristorante non lontano da casa sua per poi tornare di nuovo verso Neverland nel tardo pomeriggio, con la speranza che Michael fosse tornato prima del solito.


"Little One, sono a fare una doccia,

raggiungimi di sopra quando vedi questo biglietto.

xoxo

Michael"


Lessi il biglietto e mi diressi subito su per le scale, aprii la porta e trovai Michael che gocciolava per la stanza, indossando solo un asciugamano intorno alla vita.

•Falling In Love Wasn't My Plan•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora