Trycia mi aveva invitato a fare un giro insieme, per prendere un caffè, chiacchierare ed altro. Ci eravamo quindi incontrate allo Urban Backyard, un piccolo angolo in stile jungle rétro nel cuore della Little Italy; dopo aver ordinato un cappuccino ed un tè al matcha, io e Trycia ci eravamo accomodate al lungo bancone in olmo ed eravamo rimaste in silenzio per un po', senza sapere cosa dirci.

«Come vanno le cose, qua a New York?» ruppe il ghiaccio lei.

«Direi piuttosto bene. Devo ancora sistemarmi del tutto, insomma, alcune delle mie cose sono ancora a San Francisco, devo imparare ad orientarmi... cose così.»

«Ancora niente lavoro?»

Scossi il capo, gli occhi puntati sulla foglia bianca disegnata con il latte sulla superficie del mio caffè. «Consegno curriculum da una settimana, ormai, ma nessuno mi ha ancora ricontattato.»

«Ti sei presa un bel rischio, a trasferirti senza alcun salvagente, non è così?»

«Io...» Dovevo sembrare una pazza, o una sprovveduta, ai suoi occhi. «Quando ho preso quell'aereo, non sapevo cosa sarebbe successo. Non sapevo nemmeno se avrei rivisto Daniel, se lui avrebbe avuto voglia di parlare con me. Non avevo idea che avrei finito con il trasferirmi qua in pianta stabile e mi sembra...» Abbandonai la fronte contro il palmo della mia mano, il gomito piantato sul bancone. «Mi sembra che stia succedendo tutto così in fretta e che io stia facendo fatica a stare dietro a questa situazione. Vorrei solo premere il tasto "avanti veloce" per tutta questa fase e passare subito a quella in cui la mia vita torna ad avere una parvenza di normalità. In cui io mi sono ambientata, ho un lavoro, dei nuovi amici e mi sono rifatta una routine, se capisci cosa intendo.»

«Lo capisco» mi rassicurò con un sorriso. «I miei genitori si trasferirono a New York da Pittsburgh quando ero adolescente. La parte più difficile, per me, fu ricominciare da capo in una nuova scuola, senza i miei amici; però mio padre aveva ottenuto una promozione e eravamo stati costretti a trasferirci perché potesse essere più vicino alla nuova sede di lavoro. Mia madre invece trovò facile spostarsi da una città all'altra: essendo una scrittrice di libri per bambini, avrebbe potuto lavorare ovunque. Tornava in Pennsylvania di tanto in tanto, alla sede della sua casa editrice, per editare i nuovi libri, visionare le illustrazioni, cose del genere.» Sollevò la tazza di carta compostabile nella mia direzione, come a proporre un brindisi. «Sono felice che tu non sia qui solo per approfittare di Daniel.»

«È questo che pensavi di me?» mi offesi. «Che fossi un'arrivista?»

«Abigail, non prenderla sul personale. Non sai quanto sia facile, nel nostro settore, trovare persone di quel genere; io in prima persona sono uscita con uomini che puntavano solo al mio conto in banca. Quando sei una donna in carriera è molto più facile evitare certe relazioni, perché gli uomini non credono al fatto che tu operi in Borsa. Vedono vestiti firmati, auto di lusso, e pensano che tu abbia sposato un ottantenne miliardario e ne abbia risucchiato l'eredità; decidono, quindi, di non voler essere il prossimo fesso a cui prosciugherai il portafogli. E quei pochi che non sono tanto sessisti da non credere al fatto che tutto ciò che hai tu te lo sia sudato con le tue stesse forze, sono arrivisti che tentano di truffarti o di azzerarti il conto.

«Di persone del genere, però, ho visto molto più circondati Samuel e Daniel; uomini affascinanti, carismatici e ricchi, ecco a cosa puntano in molte. Sono felice di sapere che tu non sia tra loro.»

«Come fai a saperlo? Non che io lo sia, questo è chiaro.»

«Innanzitutto, ti stai davvero impegnando nella ricerca di un lavoro. Ciò significa che tieni al contribuire alle spese e alla tua indipendenza economica; in breve, non vuoi rendere conto a nessuno. E stai cercando un lavoro che rispetti le tue capacità senza intaccare le finanze di Daniel, mentre molte se ne escono fuori volendo fare le modelle e allora partono assegni con cifre anche a tre zeri per pagare fotografi e portfolio. Anche il tuo modo modesto nel vestire la dice lunga, e il fatto che tu giri per la città con i mezzi pubblici. Infine, la cosa più importante: ho visto come guardi Daniel. C'è sempre amore, nei tuoi occhi, e quello non si può fingere.»

𝑺𝑶𝑳𝑶 𝑫𝑼𝑬 𝑺𝑼𝑷𝑬𝑹𝑵𝑶𝑽𝑬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora