DANIEL
La casa dei miei genitori, per il Ringraziamento, si riempiva della parentela. Cugini, coniugi, zii, nonni e bisnonni vari di vari gradi affollavano il nostro salotto e solo se fossimo stati fortunati saremmo riusciti a non dover prendere il secondo tavolo da pranzo in soffitta. Ognuno portava qualcosa da mangiare, ma sapevamo tutti che zia Fern serviva prima i piatti preparati dagli altri ai propri figli perché sapeva di essere una pessima cuoca; perciò, i primi posti a tavola erano i più contesi: chi fosse arrivato per ultimo, si sarebbe ritrovato le sue disgustose torte salate vegetariane, sempre crude o stracotte.
Quindi, il pranzo del Ringraziamento era una bolgia chiassosa di persone che raccontavano sempre gli stessi aneddoti, si lamentavano di vari aspetti del governo del nostro Paese e facevano domande scomode che ti facevano calare nel più totale imbarazzo. Per questo odiavo le riunioni di famiglia: si dimostravano sempre dei pessimi e noiosi eventi in cui a malapena mi ricordavo i nomi delle persone che mi circondavano e, dopo aver ignorato la mia esistenza per il resto dell'anno, la gente mi opprimeva con curiosità sul mio lavoro e la mia vita sentimentale, entrambi tasti che avrei preferito non toccare.
In quel momento, mi mancò Abigail. Sapevo che lei sarebbe stata il mio salvagente, se fosse stata lì: probabilmente, per un po' sarebbe stata al centro dell'attenzione di tutti, ma poi se li sarebbe scrollati di dosso e mi avrebbe dedicato la sua attenzione. Lei sapeva sempre cosa dire per farmi stare meglio - e allo stesso modo per farmi stare male - e, in fondo, mi bastava la sua presenza, per dimenticarmi del resto. Ricordavo perfettamente l'ultima volta che era stata in quella stanza: aveva tenuto testa a mio padre, mi aveva rassicurato per tutto il tempo; e quando eravamo tornati a casa... Avevo ancora impresse nella memoria la forma delle sue curve mentre danzava, i suoi movimenti sciolti, come sapesse esattamente cosa fare e come farlo. Mi mancava sentire la sua pelle sotto i polpastrelli, le sue gambe morbide sulle mie spalle, il suo sapore sulle labbra.
Non sapevo come fossimo arrivati a quel punto; non sapevo come fossimo arrivati al litigare, tirare fuori vecchie storie, persino smettere di salutarci al mattino. Perciò avevo preso Brie da parte, per dirle di mettersi in testa che noi non avremmo mai avuto niente e che l'unico mio momento di debolezza con lei non era stato nient'altro se non un errore: per cercare di tornare in carreggiata. Ce la stavo mettendo tutta, per Abigail.
Quando avevo deciso di far pubblicare la notizia che la Citigroup stesse finanziando il mercato delle armi tedesco, non mi era interessato di perdere il lavoro o rovinarmi la carriera, nemmeno di poter essere accusato di spionaggio industriale; avrei voluto rimediare ai miei errori e fare ciò che era giusto, perché in fondo Abby aveva ragione, avrei dovuto impedire che il contratto si concludesse a priori. Ma adesso, per lei, avevo abbandonato la mia idea. Stavo cercando di includerla di più nella mia vita, ma non era facile.
L'ultima volta che avevo lasciato entrare una donna e me ne ero innamorato perdutamente, questa era morta. Avevamo fatto grandi progetti per il futuro, avevamo immaginato di sposarci, avere dei bambini... Rose era sempre così brava, con i bambini. Non volevo soffrire di nuovo allo stesso modo, non volevo prefigurarmi un certo tipo di futuro sapendo che avrebbe potuto non avverarsi, per un motivo o per un altro. Per questo non volevo più dei figli: da una parte, perché non avessi mai avuto un genitore modello da cui prendere ispirazione - non avevo quindi la più pallida idea di come si facesse il padre; dall'altra, perché se la loro madre ci fosse stata strappata via, io non avrei retto il colpo, non di nuovo. Un conto era soffrire da solo e affrontare il lutto a modo tuo, un altro era avere anche la responsabilità dei figli, per cui non mi sarei mai perdonato di essere assente o fare le stesse cazzate che avevo fatto dopo la morte di Rose. Allo stesso tempo, però, sentivo di non poter sprecare di nuovo l'occasione di essere innamorato di una donna e costruirmi un futuro con lei, qualunque prezzo avessi dovuto pagare in futuro.

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𝑺𝑶𝑳𝑶 𝑫𝑼𝑬 𝑺𝑼𝑷𝑬𝑹𝑵𝑶𝑽𝑬
רומנטיקהSEQUEL DI "SOLO DUE SATELLITI" "Come nell'universo, la nostra vita è basata su un sistema di bilanciamenti e contro-bilanciamenti: forze che ci spingono via, che ci attraggono, che ci sostengono, che ci spingono. A volte passa un asteroide che crea...