Non posso non ammettere di temere il confronto. In particolare, al tempo temevo che un litigio non avrebbe giovato né a me, né a Daniel. Avevo chiesto consiglio anche a mia madre e a Nada, nei giorni seguenti al mio incontro con Fabien, ed entrambe mi avevano suggerito di parlare apertamente, senza trattenermi, ma ancora non ero convinta sul da farsi.
Fu mentre sbirciavo Daniel lavorare al suo computer da sopra il libro che stavo leggendo, che decisi di alzarmi e raggiungerlo al tavolo da pranzo. Il nervosismo mi stava divorando all'altezza dello stomaco e giocherellai con le mie mani per evitare che tremassero. Non sapevo quando fossimo arrivati al punto da non poterci più parlare; mi sentivo come una ragazzina che deve chiedere un favore a un padre severo e non mi piaceva. Io non ero mai stata così, soprattutto con un uomo. Ero sempre stata schietta e diretta. Eppure, chissà per quale motivo, con Daniel era diverso.
Mi accorsi che anche lui mi stava lanciando occhiate fugaci da dietro lo schermo, senza però intervenire. Forse mi stava lasciando i miei spazi e i miei tempi, o forse anche lui temeva un possibile scontro, ma sapevamo entrambi di non poter andare avanti in quelle condizioni.
«Dobbiamo parlare» mormorai infine, senza guardarlo.
Vidi con la coda dell'occhio che chiuse il laptop. «Lo so.»
«Dan, che succede?»
«Potrei chiederti la stessa cosa.» Scosse il capo, prima di nascondersi il viso tra le mani. «Sei arrabbiata con me? Per il fatto della banca, di come ho ottenuto il lavoro, o magari per il bacio di Brie?»
Aggrottai la fronte: io pensavo fosse lui, quello arrabbiato, perché avevo passato la notte fuori o perché avevo sbirciato i suoi documenti riservati. «No,» risposi, confusa, «io non... Ammetto di essermi sentita... tradita. Pensavo ci dicessimo tutto, Dan, e poi scopro che mi hai tenuto nascosto una parte importante della tua vita. Ti rendi conto» gli chiesi come mi balzò alla mente, «che se manderai quel fascicolo alla stampa potranno incriminarti per spionaggio industriale? Potresti essere licenziato, Dan.»
«È la cosa giusta da fare.»
«La cosa giusta da fare sarebbe stata impedire che quel contratto venisse concluso!»
«Non è così semplice.»
La sua calma mi stava dando sui nervi. Continuava a parlare con un tono moderato, di fronte a me, che al contrario stavo iniziando a scaldarmi e ad alzare la voce. Si rivolgeva a me come se fossi un'ingenua che non comprendeva la gravità della situazione, che non potesse comprendere. Sapevo che non aveva senso tentare di farlo ragionare sulle ripercussioni che le sue azioni avrebbero avuto sulla sua carriera, quando ero stata la prima ad accusarlo di essere coinvolto in qualcosa di eticamente sbagliato; eppure, più pensavo a ciò a cui stava per andare incontro, più mi irritava il fatto che lui non ci avesse pensato, o che magari lo stesse ignorando.
«Dan, io capisco che ti trovi in una posizione complicata...»
«Come?» mi interruppe, adesso in modo brusco. «Come potresti mai capirlo?»
Rimasi scioccata dal suo repentino cambio di umore. Non avrei mai saputo come difendermi, davanti a quella sua espressione severa, che non lasciava trasparire nessuna emozione, mentre tentava di ferirti per primo.
«Forse perché io, al contrario tuo, provo a mettermi nei panni degli altri!»
«Quando mai non mi sarei messo nei tuoi panni?» gridò, alzandosi di scatto.
Boccheggiai, gesticolando. «Scusami? Scusami?» balbettai, imitando il suo gesto, la sedia che strusciava sul pavimento. «È da quando ci conosciamo che pensi soltanto a te stesso. Vogliamo parlare di quella volta in cui ti sei presentato con quella ragazza, come diavolo si chiamava? Briana. Quella con cui saresti dovuto uscire prima di venire da me alla nursery. O vogliamo parlare del fatto che non ti curi di quanto mi faccia male vedere Brie attaccata a te come una cazzo di cozza? A proposito, sono proprio curiosa di sapere se te le scegli in base al nome. O di quando, dopo avermi baciata, hai fatto delle avances a Miley! Vuoi che continui, Daniel?»
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𝑺𝑶𝑳𝑶 𝑫𝑼𝑬 𝑺𝑼𝑷𝑬𝑹𝑵𝑶𝑽𝑬
RomanceSEQUEL DI "SOLO DUE SATELLITI" "Come nell'universo, la nostra vita è basata su un sistema di bilanciamenti e contro-bilanciamenti: forze che ci spingono via, che ci attraggono, che ci sostengono, che ci spingono. A volte passa un asteroide che crea...