27

39 6 0
                                    

Quando io e Nada ci riabbracciammo, nonostante ci fossimo viste per il Ringraziamento, fu come essere tornate le ragazzine che si ritrovavano alla fine dell'estate. La strinsi a me con il timore di perderla, che le sarebbe capitato qualcosa di orribile. Volevo assolutamente proteggere lei e il suo bambino con ogni mezzo a mia disposizione e, inconsciamente, sapevo di averlo già stabilito.

E poi Jules mi sollevò tra le sue braccia, un atteggiamento diametralmente opposto a quello che aveva avuto a San Francisco. Percepivo che qualcosa non andava, un certo disagio da parte sua, e mi appuntai alla mente che avrei dovuto andare in fondo alla questione.

Infine, Zoey e Benjamin mi salutarono con meno enfasi, ma solo perché erano sempre stati i più moderati del gruppo.

Daniel reclutò i ragazzi per gli ultimi preparativi prima della festa di compleanno di Nada, mentre noialtre andammo a casa per far riposare la festeggiata. Porsi loro una tazza di tè - corressi quella di Zoey con del bourbon come piaceva a lei - e mi sedetti sul bracciolo del divano.

«Allora, novità?» chiesi loro.

«Zoey ha un ragazzo» proruppe Nada con un sorriso discolo.

«Nada! La gravidanza ti rende pettegola.»

«Lo è sempre stata» la corressi. «Lo conosco?»

«Non ho un ragazzo» precisò Zoey.

«Allora perché stai sempre attaccata al telefono?»

«Chi sei, mia madre, per caso?»

Mentre loro due bisticciavano, io presi il cellulare di Zoey dalla sua borsa e lo sbloccai, finché la proprietaria non se ne rese conto e non si alzò per saltarmi addosso. La tenni faticosamente a distanza, aprendo la sua app di messaggistica e cercando qualcuno che potesse sembrare un fidanzato.

«Chi è Vick?» le chiesi per prenderla in giro. Lessi la loro conversazione, ma lo stupore mi fece perdere la presa su Zoey, che si riprese il telefono. «Lessico piccante!» esclamai.

«Fatevi gli affari vostri» sbottò lei, il dito puntato su me e Nada.

«Da quando non ci parli delle tue conquiste?»

«Se non lo fa, vuol dire che vuole andarci piano.»

«E che è importante» continuai.

«Non è una conquista» rincarò Nada.

«È amore!»

«Siete tremende» borbottò Zoey.

Nada si sistemò meglio contro lo schienale del divano, prima di rivolgermi un cenno del capo. «A te come va? Non hai ancora proferito parola sulla tua situazione con Daniel, devi dirci qualcosa?»

Scossi il capo. «No,» mentii, «va tutto bene.»

«Se lo dici con quella faccia, non possiamo che crederti» ironizzò Zoey.

Rivolsi uno sguardo alla pancia di Nada, prima di incontrare i suoi occhi.

«Lo so, Abby» mi disse soltanto. «Non accelerare i tempi. State insieme da poco.»

«Lo so» la assecondai. «Non ne voglio parlare. Sto cercando di togliermelo dalla testa.»

«Allora c'è qualcos'altro» ne dedusse Zoey.

«C'è stato...» esitai, cercando le parole giuste per non farle preoccupare più del dovuto. «C'è stato qualche attrito con il superiore di Daniel. Non gliene ho parlato.»

«Che genere di "attrito"? Ti ha messo le mani addosso?»

«No, niente del genere» rassicurai Zoey. «Sono solo sorte delle divergenze. Non l'ho detto a Dan solo perché non è niente di cui vale la pena parlare.»

𝑺𝑶𝑳𝑶 𝑫𝑼𝑬 𝑺𝑼𝑷𝑬𝑹𝑵𝑶𝑽𝑬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora