La settimana non stava andando nel migliore dei modi: al mattino, sentivo Daniel alzarsi dal letto prima di me ed io, che gli davo la schiena, restavo ad occhi aperti rivolti verso la portafinestra ad ascoltare i suoi movimenti nel farsi la doccia, preparare la colazione ed infine uscire per andare al lavoro. Per quanto provasse a chiudere la porta nel modo più dolce possibile, ogni volta che la sentivo scattare, consapevole che non mi avesse salutato, faceva male. Da morire. E quando tornavo di sera, dopo il corso d'arredamento, ce ne stavamo sul divano, lui a guardare la televisione, io a leggere un libro, come due sconosciuti. Era una situazione congelata, in cui non litigavamo, parlavamo apertamente di qualunque stupidaggine, ma non eravamo affatto assestati, come una pacifica arrendevolezza che però ci stava distruggendo.
Non ero arrabbiata con lui, né per il bacio di Brie, né per avermi nascosto come avesse ottenuto il proprio lavoro; in fondo, non era colpa sua, in nessuno dei due casi. Però era chiaro che quella fosse stata la prima grande litigata dopo il mio trasferimento e che avesse creato una frattura, tra noi. Dopo aver saputo la verità ci eravamo abbracciati e io mi ero fatta una doccia, ma era ovvio che l'aria che si respirava fosse tesa. Avevo sperato che con il passare dei giorni saremmo tornati quelli di prima; tuttavia, era ovvio che così non fosse stato.
Quel giorno ero libera dal lavoro, quindi decisi che sarei passata da Fabien. Non mi ero affatto dimenticata di come avesse detto di voler dipingermi: «Immersa nell'acqua, con una luce che viene dall'alto e risplende sulle gocce che ti bagnano come il sole allo zenit sul mare. E saresti vestita di rosso, circondata da peonie rosa.»
«Forse non ci crederai,» esordì ancora prima che lo salutassi, «ma ti stavo proprio aspettando.»
Indossava un cardigan verde aperto sul petto nudo ed un paio di jeans strappati sulle ginocchia con il bottone aperto tirati fin sotto l'elastico delle mutande grigie. Era forse l'abbigliamento più sobrio in cui lo avessi mai visto.
«Stanotte ti ho vista in sogno e ieri mattina, girando per strada, ho visto un vestito rosso. Sembra proprio che fosse destino che tu venissi, non trovi?»
Annuii in imbarazzo.
«Immagino tu sia qui per accettare la mia proposta?»
«Sì. Insomma, ci ho riflettuto e... perché no.»
Non era certo la spiegazione più brillante della mia vita, ma a Fabien sembrò bastare, perché mi porse un abito dalla scollatura a V senza spalline ed una gonna immensa in taffetà, con uno strato di tulle a balze. Aprì una porta in fondo alla stanza e armeggiò con un rubinetto che stridette in un forte cigolio. Indossai il vestito velocemente ed entrai in quello che scoprii essere un bagno. Fabien mi invitò, porgendomi la mano, ad entrare nella vasca ovale in stile classico, dalle zampe lavorate, che aveva riempito, poi sistemò la tela sul cavalletto. Sparse delle peonie rosa attorno al mio corpo e sistemò la gonna, ormai impregnata di acqua, un po' fuori dai bordi della vasca. Mi disse quindi di affondare con il volto al livello dell'acqua, così da lasciare al di sopra soltanto le labbra, il naso e la fronte, lasciando che una mia gamba penzolasse di fuori e l'altra fosse piegata contro il fondo della porcellana.
Lo ascoltai canticchiare tra sé "Yesterday" dei Beatles e colsi l'occasione per rilassarmi dopo giorni interi di stress. Sentivo ancora un peso gravarmi sul petto a causa della discussione con Daniel e non mi piaceva che ci comportassimo come sconosciuti quando ormai vivevamo sotto lo stesso tetto, ma al tempo stesso non credevo che parlarne avrebbe migliorato le cose: lui era il tipo che avrebbe detto di stare bene, che fosse ormai storia vecchia, per poi tornare a fare il proprio lavoro con aria crucciata ed io sarei passata per la paranoica di turno fino a farlo arrabbiare. Non sapevo se fosse auspicabile, ma almeno sarebbe stato una svolta rispetto alla condizione stagnante in cui ci trovavamo. Giusto? Forse stavo sbagliando di nuovo.
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𝑺𝑶𝑳𝑶 𝑫𝑼𝑬 𝑺𝑼𝑷𝑬𝑹𝑵𝑶𝑽𝑬
RomanceSEQUEL DI "SOLO DUE SATELLITI" "Come nell'universo, la nostra vita è basata su un sistema di bilanciamenti e contro-bilanciamenti: forze che ci spingono via, che ci attraggono, che ci sostengono, che ci spingono. A volte passa un asteroide che crea...