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LONELY HEART, 5 Seconds of Summer

Avevo raccontato a Daniel di Marianne - o perlomeno, di quello che pensavo stesse accadendo a Marianne. Gli avevo anche detto che la nostra vicina fosse in un centro per donne vittime di violenza e che avessi intenzione di aiutare la mia amica ad uscire dalla sua situazione. L'espressione di Daniel era passata dal confuso, al rammaricato, all'infuriato in pochi istanti. Infine mi aveva abbracciato e mi aveva mormorato all'orecchio "Se è la tua causa, è anche la mia causa."

Non riesco nemmeno a spiegare quanto importante fosse stato per me sentirglielo dire: Dan era cambiato così tanto, nell'arco di pochi mesi, riuscivo a vedere il fantasma dell'indottrinamento di suo padre svanire dietro i suoi occhi, una nuova consapevolezza affiorare. Per tanto tempo io stessa avevo creduto che la questione femminile, la battaglia per la parità di genere fosse qualcosa che solo noi donne dovessimo combattere, ma adesso vedevo chiaramente come potessimo essere più forti se gli uomini in primis ci riconoscevano come loro pari e lottavano al nostro fianco. Daniel era la dimostrazione tangibile che quegli ideali egualitari non fossero un'utopia, che non fossero solo l'immaginazione di un gruppo di visionarie: erano possibili. E riflettendoci, non avrei dovuto esserne tanto sorpresa: in fondo, le donne sono madri, sorelle, figlie, amiche e amanti degli uomini; non facciamo parte di mondi diversi. Quando una donna è vittima di pregiudizi, molestie e violenze, non è l'unica ad essere coinvolta: ci sono padri, fratelli, amici, compagni che soffrono del suo dolore. È nell'interesse dell'uomo salvaguardare le donne, così che quelle che lo circondano e che lui stesso ama non debbano mai essere vittime. Diventava quindi così difficile, per me, comprendere come le violenze potessero essere consumate su noi donne, quando una donna è stata la prima casa di un uomo.

All'uscita dal corso di arredamento, io e Marianne attraversammo il giardino dell'istituto con un vento che soffiava forte e mi sferzava i capelli in volto. Sbuffai per l'ennesima volta, tentando invano di riportarmeli dietro l'orecchio.

«Non hai un elastico per capelli, per caso?» mi chiese Marianne, le braccia a circondarle il busto ed il volto seppellito nel colletto suo cappotto, coperto da una pesante sciarpa di lana.

«Non hai un paio di forbici, per caso?» replicai.

«Facevo la parrucchiera, prima di lasciare il lavoro» rispose, stringendosi nelle spalle. «Potrei tagliarteli io, se ti fidi.»

«Certo che mi fido di te, Marianne» le assicurai con un sorriso.

Sentivo che nella sua vita le servisse qualcuno che glielo dicesse, che la facesse sentire importante - e non uno scarafaggio da schiacciare sotto la propria scarpa come faceva quel farabutto di suo marito. Lei infatti sorrise raggiante e ci accordammo, visto che l'indomani sarebbe stata libera, per vederci a casa sua.

«James sarà fuori con degli amici» mi rassicurò quando si rese conto di avermi invitata al suo domicilio.

«Sarei venuta lo stesso, anche se ci fosse stato lui» le dissi con un sorriso.

Non mi facevano paura gli uomini come lui; non più, almeno. Inoltre, sapevo che puntassero sulla solitudine, perché le loro vittime non trovassero un appiglio per andarsene nelle altre persone. I regimi della paura si fondano sempre sull'incertezza, sulla denigrazione e sulla sfiducia, poiché quando le persone non hanno modo di riunirsi e sostenersi a vicenda, quando si temono le une le altre, sono più deboli; certe volte il detto "l'unione fa la forza" non può mai essere più vero.

Marianne rivolse lo sguardo a terra. «Tutte le mie amiche evitavano James, sai?» decise di confidarmi. «Dicevano che le facesse sentire a disagio.»

La osservai mostrarmi un sorriso triste e stringersi nella sciarpa, e fu allora che notai una piccola cicatrice bianca dietro il suo orecchio, mentre i ricci le svolazzavano indietro, come rimbalzandole sulle spalle. Cercai di non pensare che avrebbe potuto essere stata provocata da suo marito, mentre distoglievo lo sguardo. Avrei dovuto dare tempo al tempo, ma non riuscivo a smettere di chiedermi se Marianne si rendesse conto di quanto male James le stesse facendo, o se ancora negasse tutto a se stessa.

𝑺𝑶𝑳𝑶 𝑫𝑼𝑬 𝑺𝑼𝑷𝑬𝑹𝑵𝑶𝑽𝑬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora