Il lunedì mattina il suono della sveglia mi risultò più che gradito. Finalmente avrei ripreso in mano una parvenza di abitudine - avrei ricominciato a lavorare e, nel pomeriggio, avrei frequentato le lezioni di arredamento - che speravo avrebbe accelerato il processo di integrazione a quella mia nuova vita. Quindi, elettrizzata di dare inizio alla mia giornata, indossai il primo indumento che trovai - una felpa di Daniel abbandonata sul pavimento ai piedi del letto - e mi diressi in cucina per preparare il caffè. Mentre aspettavo che fosse pronto, tornai in camera e mi sedetti al fianco del corpo nudo di Daniel, che era steso prono con le braccia piegate sotto il cuscino e i capelli che gli cadevano sul volto; li spostai dietro il padiglione per baciargli una guancia e sussurrargli all'orecchio di svegliarsi. Lui mugugnò qualcosa di incomprensibile, quindi io insistetti, finché Daniel non mosse la mano a tentoni sul materasso, fino a circondarmi la vita con il braccio e trascinarmi con sé dall'altra parte del letto.
«Andiamo, Dan» lo incitai, cercando di alzarmi nuovamente, ma lui strinse la presa su di me, impedendomelo.
«Ancora cinque minuti» borbottò.
Sbuffai per scostarmi i capelli dal volto e tentai ancora di alzarmi, ma Daniel era proprio intento a non lasciarmi. Cercai quindi di scrollarmi il suo braccio di dosso, ma lui si avvicinò a me, premendo il suo petto contro la mia schiena e, vedendo che tentavo ancora di uscire dal letto, si spostò con il capo sulla mia coscia, dopo aver sollevato l'orlo della felpa sulla mia pancia.
«Proprio stamane devi fare il difficile, tu» mormorai accarezzandogli i capelli. Mi voltai verso di lui, costringendolo a spostarsi e a sollevarsi su un gomito. «Ma buongiorno, splendore» lo salutai in tono ironico.
«Perché tutta questa voglia di alzarti?» borbottò con una voce rauca che mi fece tremare le gambe.
Spostai lo sguardo dal lieve velo di barba che gli circondava il mento e la mandibola verso le sue spalle larghe ed il braccio contratto su cui si sorreggeva, fino agli addominali scolpiti e la sottile linea di peluria che dall'ombelico scendeva al centro della V pronunciata, che spariva sotto le lenzuola lasciando il resto al ricordo, più che all'immaginazione - avendo io già visto tutto ciò che si poteva trovare là sotto. Deglutii con difficoltà e mi resi conto che la sua bellezza non avrebbe mai smesso di farmi effetto.
Daniel mi scostò una ciocca di capelli dal volto, prima di accarezzarmi la guancia. «Siamo già in ritardo?»
«In ritardissimo» sussurrai mentre calava il suo volto sul mio, che lo guardavo dal basso del cuscino.
Premette le labbra sulle mie ed io sorrisi perché sapevo che nessuno dei due aveva più intenzione di alzarsi. «Allora dovremmo proprio prepararci» mormorò ancora sulle mie labbra ed io annuii, a corto di fiato.
Percorse il mio stomaco con una mano, trascinandosi la felpa con il polso come risaliva lungo il mio addome per raggiungere il seno, ma io lo scacciai con una risata quando la macchinetta del caffè emise il suo segnale acustico assordante dalla cucina. Mentre io versavo la bevanda in due tazze, dopo aver raccolto i capelli in una coda di cavallo spettinata, Daniel mi posò una mano sul fianco per passare dietro di me, estrarre un pacco di Eggo's dal surgelatore e infilarne un paio nel tostapane.
«Banana o mirtilli?» mi chiese.
«Mirtilli» risposi istintivamente, mentre tagliavo un quadratino di burro per il suo waffle, prima di risistemare la confezione in frigorifero.
Una volta seduti per fare colazione parlammo dei piani per la nostra giornata e fu chiaro ben presto che sarebbe stata stancante: io sarei stata impegnata fino alle sei del pomeriggio con il corso di arredamento, mentre Daniel avrebbe avuto una mattinata di consulenze finanziarie e una riunione nel pomeriggio per la situazione con la banca centrale tedesca. Mi assicurò comunque che sarebbe rientrato per cena, prima di mettere in ammollo le stoviglie e prepararci per uscire.
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𝑺𝑶𝑳𝑶 𝑫𝑼𝑬 𝑺𝑼𝑷𝑬𝑹𝑵𝑶𝑽𝑬
RomanceSEQUEL DI "SOLO DUE SATELLITI" "Come nell'universo, la nostra vita è basata su un sistema di bilanciamenti e contro-bilanciamenti: forze che ci spingono via, che ci attraggono, che ci sostengono, che ci spingono. A volte passa un asteroide che crea...