Capitolo 26

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POV MARTINA

Guardo il pavimento, muovendo contro di esso freneticamente i piedi, provocando un rumore assordante "Martina, vuoi stare calma?" sembra retorica la domanda di mio fratello.

"Mi stai dicendo davvero di stare calma? Cavolo Fran, siamo qui da due ore, di mamma non c'è traccia e non sappiamo nemmeno perché sia stato ricoverato. In questo dannato ospedale non passa nemmeno  un infermiere da almeno 30 minuti, e tu mi dici di stare calma?" non appena saputa la notizia del ricovero di papà siamo andati alla stazione lì vicino a prendere un treno direzione Buenos Aires. La strada che abbiamo percorso all'andata presentava delle interruzioni e numerose deviazioni che avrebbero costato una grande perdita di tempo.

Per questo abbiamo optato per prendere il treno, mentre gli altri ci raggiungeranno solo in seguito, non appena avranno sistemato casa. 

"Martina, Francisco!"  ci giriamo in direzione della voce maschile e vediamo arrivare in giacca e cravatta l'amico storico di mio padre, Alvaro, nonché padre di Jorge. "Appena abbiamo avuto notizie da Mariana ci siamo diretti qui immediatamente" spiega l'uomo, seguito a ruota da un'affannata Cecilia, leggermente ansante. 

"Non sono più abituata a queste fatiche, sapete qualcosa? Mariana dov'è?" ci chiede la donna, che ha gli stessi occhi verdi, meravigliosi, del figlio. "No, siamo qui da tempo, ma non ci dicono niente, nessuno sa niente, mia madre non l'abbiamo neanche vista, non ci risponde nemmeno alle chiamate" spiega mio fratello ai due, prima di abbracciarmi forte, permettendomi così di sfogare altre lacrime contro il suo petto.

Intravedo il padre di Jorge dirigersi verso uno di quei uomini della sorveglianza che non permette di accedere all'ambiente dietro la vetrata opaca, e dopo qualche secondo torna da noi "Ho dovuto inventargli di essere un fratello, ha detto che  per sta volta chiuderà un occhio, io ed un'altra persona possiamo entrare, chi viene?" alterna lo sguardo tra me e Fran. 

"Vai tu, io resto qui con Cecilia" dico convincente a mio fratello che mi guarda stranito "Perché non vai te? Studi anche medicina, è una buona cosa per te se.." "Stai scherzando? Ho troppa ansia vai tu e torna con notizie buone" forzo un sorriso, prima di sprofondare sulla sedia, portando le ginocchia al petto, per infilare la testa tra di esse, cullandomi nella mia stessa disperazione. 

"Ehi, andrà tutto bene" prova ad infondermi coraggio Cecilia "Non lo so, ho paura. Non me lo aspettavo, così all'improvviso, come un fulmine a ciel sereno.." ammetto, mentre lei annuisce pensierosa. 

"Allora, tu ed Jorge siete tornati insieme quindi" mi sorprende lasciandomi senza parole, e come lo sa? "Come fai a saperlo?" le chiedo accigliandomi, avevo detto esplicitamente ad Jorge che volevo fare l'annuncio a tutti e quattro insieme "Cara mia, Jorge è pur sempre mio figlio" sorride dolcemente "Te lo ha detto lui?" "Non direttamente, ma l'ho intuito io, e  comunque tu non mi hai smentita" divento rossa come un pomodoro.

"Il tuo fidanzato, anche se non lo ammetterebbe mai, è un tenerone. Mi chiama tutte le mattine appena sveglio e dalla sua stessa voce capisco cosa prova o come si sente. Mi ricordo che qualche giorno fa non mi ha chiamata, quindi era successo qualcosa, di buono o cattivo. Stavo iniziando a preoccuparmi quando poi però ho ricevuto la sua chiamata nel pomeriggio e la sua voce era.. wow" sussurra con occhi quasi lucidi. 

"Cosa aveva la sua voce?" "Era la stessa che aveva quando stavate insieme, quando magari era con te e si tratteneva a cena da voi, quando parlava con te al cellulare, in quei casi non so come dirlo, ma ha una voce particolare, diversa, come dire.." "Felice" completo io al posto suo facendola annuire sorridendo. 

"Non ho mai capito perché fosse finita tra voi, però sia io che Alvaro abbiamo sofferto molto, abbiamo litigato con i tuoi, anche se ultimamente le cose erano migliorate e avevamo iniziato a risentirci" "Perché avevate litigato? Per via nostra?" "Beh, ognuno difendeva il proprio figlio, Mariana ed Ale vedevano te piangere a dirotto, ma anche noi avevamo davanti l'immagine di Jorge che stava male, non usciva dalla sua camera, non mangiava" mi spiega. 

Obsesion (Jortini)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora