Capitolo 3

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Capitolo 3

EMMA'S POV

Sabato arrivò in un baleno. Erano appena le 9 di sera ma il cortile e la casa era già piena zeppa di persone. Ero stata obbligata da Step a mettermi un pantaloncino corto nero in pelle e sopra una maglia bianca scollata sulla schiena con un grande teschio nero stampato sul fronte. Non potevano poi mancare i tacchi neri vertiginosi che la mia amica mi aveva obbligato ad indossare. Mi slanciavano e mi facevano sembrare le gambe più lunghe,e poi,essendo piccola di statura,me li potevo permettere,senza aver paura di sembrare un gigante come alcune ragazze più alte di me.

"Eccoci arrivate" annunciò la mia amica mentre scendavamo dall'auto di Mike,il suo ragazzo. Ci dirigemmo verso l'entrata e appena varcata la soglia l'odore di sudore misto alcool e fumo ci invase le narici. La musica poi spaccava i timpani.

Stephenie non perse tempo e mi tirò per un braccio immezzo alla pista dove corpi sudati e svestiti si muovevano a ritmo di musica. Ogni tanto arrivava Mike con qualche bicchiere di alcool e lo buttavamo giù come fosse acqua. Non ero per niente abituata agli alcolici e quindi ben presto la nausea si fece sentire. L'odore poi non aiutava per niente quindi andai fuori a prendere una boccata d'aria. Forse quella mi avrebbe aiutato almeno un po' a rimettermi in sesto.

THOMAS'S POV

Mi guardai un ultima volta allo specchio. L'abbigliamento andava bene: un jeans nero attillato col cavallo basso che andava molto di moda,le Converse nere e la mia canotta nera un po' larga con un disegno di un lupo mannaro che attaccava. Lo so è un abbigliamento un po' tetro con tutto quel nero per andare in discoteca ma era meglio così. Visto che ero molto conosciuto vestito così i miei "amici" mi avrebbero notato meno. Misi qualche bracciale per nascondere un po' i tagli. Dentro casa tanto,con le luci da discoteca e lo scuro,nessuno li avrebbe notati. Dovevo nascondere quello che ero.

Quel pomeriggio ero andato all'ennesimo servizio fotografico e avevo ricevuto un bel po' di soldi che mi sarebbero potuti servire stasera. Tra pochi minuti Jasper sarebbe venuto a casa mia e poi insieme saremmo andati a quella benedetta festa a casa di Alice. Aveva insistito tanto perché ci andassi e non era l'unico ad averlo fatto:anche Peppa ed i miei genitori mi avevano,se si può dire,obbligato. Secondo loro uscire mi avrebbe fato bene e non ho potuto fare altro che accettare.

Il suono di un campanello mi avvisò che il mio amico era arrivato. Scesi la scalinata che mi portava in atrio,ricordandomi di prendere l'Iphone e le chiavi.

"Ehi amico!" mi salutò Jasper con una pacca sulla spalla.

"Ehi vecchio!" ricambiai il saluto.

"Dai andiamo che sono già le 11.30" mi ricordò.

"Ok,andiamo" mi fermai dalla porta "Peppa non ti preoccupare di restare qui per me. Dopo vai pure a casa. Ci vediamo domani."

"Ok,ah buon divertimento ragazzi" mi sorrise lei.

Salimmo sulla 500 e ci dirigemmo verso casa di Alice. La musica si sentiva fino ad isolati di distanza. Jasper scese davanti all'entrata mentre io andavo alla ricerca di un parcheggio,cosa quasi impossibile considerando che c'era un sacco di gente. Dopo 5 minuti di ricerca finalmente parcheggiai e poi mi incamminai verso la festa.

Ma mi bloccai non appena vidi una ragazza distesa a terra,al bordo del marciapiede,che si lamentava sottovoce. Avvicinandomi vidi che si trattava di Emma,vestita in modo provocante. Wow,non la credevo così...poco santerellina! Ma evidentemente si era vestita cosi solo per la festa. Già da domani sarebbe ritornata la ragazza semplice che avevo conosciuto,vestita con una semplice maglietta e un paio di jeans. Ed era quella la parte che mi aveva spinto ad offrirgli un frullato quel giorno da Starbucks. Non mi piacevano le ragazze che si mettevano in mostra,che andavano in giro svestite e truccate alla perfezione. Preferivo quelle semplici,timide che se ne stavano per i fatti loro,senza immischiarsi in vicende che non le riguardavano. Un pò come me insomma.

Wounded Angel- Angelo FeritoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora