CAPITOLO 7
Camminai lungo il marciapiede della spiaggia controllando se Emma ci fosse. C'era un sacco di gente,e un enorme falò era stato acceso. Ballerini e ballerine mostravano coreografie fantastiche e la gente beveva.
Era una specie di rito qui a Miami. Ci si ritrovava e si faceva festa,come per augurare una bella estate. Sentii il cellulare vibrarmi in mano. Era un messaggio di Emma "Thomas sono vicino al vecchio bar abbandonato lungo la spiaggia. Ti spiegherò perché sono li. –Emma"
Gli risposi "Devo pensare male?! No dai scherzo,tranquilla ora arrivo. –Thomas"
Camminai a passo svelto e la raggiunsi subito. Era in piedi che si guardava intorno nervosa. Era vestita con un pantaloncino corto in jeans,delle Converse grigie e un maglioncino di cotone grigio:stava da Dio!
L'abbracciai impaziente di sentirla tra le braccia. "Ciao" la salutai tra i capelli.
La sentii ridere sul mio petto "Ciao"
Solo io potevo sapere cosa si provava ad abbracciare una persona a cui tieni,visto che non ricevevo così tante coccole.
Sciolsi l'abbraccio e lei mi guardò negli occhi. Non sapeva cosa dire,il mio abbraccio era stato inaspettato.
"Ci andiamo a sedere sullo sdraio in spiaggia. Sai qui mi da un po' i brividi." E si guardò alle spalle il vecchio chiosco abbandonato.
"Si dai andiamo". Mi guidò verso il pontile dove ci sedemmo sentendo la brezza leggera scompigliarci i capelli.
Lei guardò il falò in lontananza ed io decisi di rompere il ghiaccio "Io sto aspettando"
Si girò a guardarmi confusa "Che cosa?"
La guardai sorridendo "Bhe le coccole che mi avevi promesso"
Girò il capo dall'altra parte,imbarazzata ma sapevo che stava ridendo. Non sapeva veramente come comportarsi:era così carina!
"Va bene allora inizierò io" e delicatamente la presi per un braccio cercandola di farla sedere in braccio a me.
"Thomas che vuoi fare?"
"Dai vieni,siediti in braccio". Non se lo fece ripetere e pian piano si spostò sulle mie ginocchia.
L'abbracciai e lei si appoggiò sul mio petto. In quel silenzio le parole non servivano. Bastava un gesto per dirsi tutto. "Ti ho mentito" confessai alla fine senza neanche pensarci. Con lei le parole uscivano inaspettatamente come se non fossi io a comandarle.
Si staccò dall'abbraccio e mi guardò in volto con un espressione confusa "Come...come mi hai mentito?"
"Oggi non stavo dormendo. Ero...ero svenuto." presi un respiro "Mi sono tagliato un'altra volta"
Mi bloccai vedendo lei che cercava le mie braccia e appena le trovò cercò di alzarmi le maniche ma io la bloccai "Ti prego...ti prego non farlo,ci staresti solo male" ma lei non mi ascoltò e la sentii rabbrividire appena vide i tagli. Alzò lo sguardo sul mio "Perché?"
Sospirai. Questa volta ero io che non riuscivo a mantenere il suo sguardo e quindi abbassai la testa "Mia nonna si è aggravata. Appena l'ho saputo sono andato fuori di testa. Mi sono chiuso in bagno e...e mi sono fatto del male. Peppa ha cercato di fermarmi,mi ha pregato di aprire la porta ma io non l'ho ascoltata. Dopo sono svenuto per ore e quando ti ho chiamato mi ero appena ripreso." spiegai.
Mi prese il viso tra le mani e mi costrinse a guardarla negli occhi:erano lucidi ed infatti poco dopo gli sfuggì una piccola lacrima che io asciugai con il pollice. "Non piangere,ti prego."
STAI LEGGENDO
Wounded Angel- Angelo Ferito
RomanceEmma ha 17 anni e abita a Miami con i suoi genitori. E' brava a scuola,studiosa,timida e impacciata ma con la testa sulle palle: le vita le sorride. Questo finché non conosce Thomas,ragazzo popolare,che lavora come modello e che all'apparenza sembra...