Capitolo 4

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Capitolo 4

Cominciò a torturarsi le mani indeciso sul da farsi. Abbassando lo sguardo notai dei segni rossi sul polso.

Gli presi le mani delicatamente e guardandogli i bracci vidi numerosi tagli. Alcuni erano cicatrici,altri erano lievi segni rossi ed altri ancora sembravano ancora incrostati di sangue,segno che non se li era fatti da molto.

Mi scappò un sussulto e alzai lo sguardo sul suo,lucido,come se dovesse piangere da un momento all'altro.

"Ora immagino che scapperai anche tu da me" parlò con un sorriso amaro sul volto,falso.

Gli strinsi ancora di più le mani tra le mie come a dirgli che io c'ero. Ed infatti non volevo lasciarlo "Perché mai dovrei"

"Insomma...chi vorrebbe avere un amico che si taglia,che sta sempre per i fatti suoi,che non può mostrarsi in giro con le braccia scoperte perché la gente lo addita, come se avesse qualche colpa o avesse commesso un crimine"fece una pausa in cui i suoi occhi azzurri divennero ancora più scuri "Chi vorrebbe avere uno che non vive la vita,che ha sempre paura di essere uno sbaglio,che ha paura della vita e non della morte.". Sembrava arrabbiato mentre sputava queste parole con orrore.

"Perché lo fai?" fu tutto quello che riuscii a dire cercando il suo sguardo,che aveva abbassato per tornare a guardarsi le mani.

Sospirò "Ho bisogno di sfogarmi con qualcuno che non sia il mio migliore amico,che non sia Peppa e neanche i miei genitori. Tanto anche se volessi loro non hanno mai tempo per me. Sembra che il loro lavoro sia più importante della salute del loro figlio.".Tornò a guardarmi negli occhi "Se vorrai ascol-..". Lo bloccai "Ti prego,sfogati. Io ti voglio ascoltare ed aiutare se ce ne sarà il bisogno."

Mi fece  un lieve sorriso "Ok...sono autolesionista da 2 anni ormai. Tutto è iniziato così,senza che me ne accorgessi. Essendo,si dai diciamolo,un bel ragazzo,alto,biondo,occhi azzurri come il mare,atletico...molte persone che conoscevo mi chiesero se facessi il modello ma io gli rispondevo sempre di no. Un giorno,a forza di sentire sempre la stessa domanda,feci una ricerca e scoprii che c'erano numerose case di moda che cercavano giovani aspiranti modelli per servizi fotografici e sfilate. Inoltre questi ragazzi venivano pagati e pensai che infondo non sarebbe stata una cattiva idea,infondo facevo qualche foto,mi regalavano anche vestiti della marca per cui avevo posato e potevo avere soldi miei senza andare a chiederli a mio padre,anche se non ci mancano come hai potuto vedere. Ma fu lo sbaglio più grande della mia vita." Fece una pausa in cui distolse lo sguardo dal mio per poi ritornarci dopo pochi secondi.  Io non riuscivo a togliergli gli occhi di dosso:stavo attenta ad ogni minima parola.

"Appena iniziai andava tutto bene: facevo belle foto,mi pagavano alla grande,e mi dicevano solo di praticare un po' di attività fisica per mantenere il fisico. Ma pian piano il mio "piccolo successo" crebbe ed io firmai numerosi contratti,con il consenso dei miei ovvio, con altrettante numerose case di moda. Cominciarono ad impormi diete devastanti riuscendo a spedirmi in ospedale numerose volte perché il mio stomaco non riceveva più cibo,come tuttora d'altronde.

Mi obbligarono a praticare tanta attività fisica:ogni mattina,6 giorni su 7,mi sveglio alle 4 per andare a correre. Poi nel pomeriggio o appena ho un minuto libero vado in palestra e per 4 ore faccio solo addominali,stiramenti,flessioni,corsa...non ti dico come sto la sera. Le prime volte Peppa doveva farmi un massaggio altrimenti non riuscivo a dormire per i muscoli ancora in sforzo.

Insomma la mia vita era diventata un inferno. Non era più la mia di vita ma la loro:ero diventato un loro oggetto,grazie alla firma sul contratto. Ero dimagrito e non poco,ma a forza di fare ginnastica ora sono puri muscoli. Alcune volte piangevo per tutto quello che mi stava accadendo. Cominciai a soffrire di insonnia,attacchi di panico a volte.

Wounded Angel- Angelo FeritoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora