5- Casa Ricci

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Siamo appena arrivati a casa Ricci e Don Salvatore ci saluta a braccia aperte.
«Buongiorno Don salvatore» dico abbracciandolo e lui mi da il solito bacio sulla testa.
«Buongiorno principessa mij» la voce di papà dietro le mie spalle, inizio a piangere e lo abbraccio forte.
«M manc, assaj » dico tra un singhiozzo e un altro.
«O sacc amor mij, o sacc» dice solamente accarezzandomi la testa per poi darmi un bacio a stampo.
Saluto anche mamma e ci dirigiamo verso il tavolino.
«Ciao pietro!» lo saluto appena scende dalle scale, non lo vedevo da un secolo.
«Kylie! quanto sei cresciuta e soprattutto quanto ti sei fatta bella!» dice lui ma per l'ultimo complimento gli arriva un'occhiataccia da parte di Ciro.

«Uagliò ascoltatemi, Beppe l'abbiamo costretto nuij per farvi stare in cella assiem» inizia a parlare mio padre sorridendo leggermente.
«Dovete stare insieme, non vi dovete separare» dice Don salvatore guardandoci ad entrambi.
«c'agg a fa?» domanda Ciro guardando sia il padre che il mio.
«Nient, semplicemente state con gli occhi aperti» dice solo mia madre.

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È sera e sia io che Ciro stiamo in camera sua.
«Nazario non meritava di morire» dico guardando il pavimento con Ciro affianco a me.
«O sacc ciù ciù, avrà la sua vendetta o piecr» dice alzandomi il viso.
«Comm si bell» dice accarezzandomi la guancia e io non riesco a muovere neanche un dito.
«Buonanotte Cirù» dico sbolognandolo e dando solamente un bacio sulla guancia, per precisare all'angolo della bocca.
«Buonanotte ciù ciù» dice sorridendo per poi allungarsi vicino a me.
Mi giro dando le spalle a Ciro che non ci mette troppo tempo ad abbracciarmi.
Mi fa sentire protetta.

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Ci siamo appena svegliati ed è sabato.
Sono le 11 e controvoglia inizio ad andare verso il bagno per darmi una sistemata.
Mi faccio una doccia, mi vesto e inizio a passarmi la piastra.
«Ciù ciù » la voce roca di Ciro rimbomba dentro a quel piccolo bagno che ha in camera sua.
«Buongiorno Cì» mi giro verso di lui e gli do un bacio sulla guancia.
«Spostati nu poco, mi lavo i denti» dice sorridendo e accompagna il mio gesto con una mano sul mio fianco, a quel tocco ho mille brividi.
Si inizia a lavare i denti mentre io continuo a piastrarmi i capelli.

Siamo a tavola tutti insieme e in questi casi mi sento veramente A CASA!

«Che fate oggi?» domanda mia mamma.
Mamma è sempre stata una donna a modo e come dice anche sempre a me "Per fare bella figura parla italiano" e così sto cercando di fare ma quando mi parte la ciabatta esce la vera napoletana che è in me.
«Che ne sacc, Cì qualche idea?» domando guardando il ragazzo al mio fianco.
Mi guarda con quei suoi occhi nero pece che mi imbambolano sempre di più.
Sorride, posa la forchetta e parla «Andiamo al mare» dice e mia mamma annuì.
«Oggi ci sono i funerali core mij, gli abbiamo spostati per comodità e soprattutto pe te» dice mia madre con una piccola lacrima, mi alzo subito, mi abbasso alla sua altezza e l'abbraccio.
«Nazario starà sempr ca dint» dico toccandogli il cuore e gli do un bacio a stampo.
«Dai su, andatevi a preparare così tornate presto, alle 6 dovete essere pronti» dice mi mamma dandomi una pacca sulla spalla e io annuisco.

Stiamo io e Ciro in camera e sono veramente indecisa su cosa indossare per il mare.
«Cì aiutami» dico ridendo e mettendo i vari costumi sul letto, Ciro si mette affianco a me con le braccia incrociate.
«Over faij?» dice lui guardandomi storto.
Non capisco il motivo e infatti alzo subito istintivamente il sopracciglio.
«E ja, sto cu te» dico appoggiando la testa sulla sua spalla e lui sorrise.
Tira su un costume e sorrido.

(^il costume che indossa la prontagonista^)

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(^il costume che indossa la prontagonista^)

Ci prepariamo entrambi e iniziamo a sistemare il borsone.
Salutiamo tutti e ci dirigiamo verso la moto di mio fratello.
L'unica cosa che ho di lui.
«Cirù andiamo con questa» indico la moto e lui annuisce.
«Guid- » inizia a dire lui ma lo interrompo salendo sulla moto e accendendola aspettando che salga.
«Monta» dico facendo segno con la testa.
Sale sopra e sento le sue mani posizionarsi sui miei fianchi, quella strana sensazione inizia a farsi risentire di nuovo.
«Jamm ja» dice Ciro.

Inizio a sfrecciare per le strade di Napoli fino ad arrivare in spiaggia.
Parcheggio la moto e metto il cavalletto.
«Prendi le chiavi ciù ciù» disse ridacchiando Ciro
«Ho la capa tra le nuvole» dico per poi prendere le chiavi della moto.

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Ci siamo allungati e stiamo fumando una sigaretta.
«Rimàn se turnà in chillù postù e mmerd» sbuffo appoggiando la testa sull'asciugamano.
Stavamo entrambi a pancia in giù.
«O sacc pccrè ma almeno stiamo assieme» dice Ciro guardandomi e sorridendo.
«E già, almeno questo»

Complici.//  Ciro RicciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora