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Il cuore comincia a battere a mille, sento che da un momento all'altro potrebbe esplodere e non lasciare altro che polvere. Allungo il braccio per raggiungere la busta, la mia mano trema e quasi miracolosamente riesco ad impugnarla. Me la rigiro tra le mani, non so se sono ancora pronta a leggerla, la ferita è ancora troppo aperta e sta ancora sanguinando, abbondantemente. Mi siedo sul letto, e raccolgo i miei capelli castani in una coda mentre decido cosa fare. Prendo un profondo respiro e la riprendo tra le mani. Osservo quella semplice frase "per la mia piccolina" in inchiostro nero, nella sua calligrafia inconfindibile per me. Ho imparato a distinguerla a 5anni quando mi sedevo di fianco a lui e con la mia ingenuità lo osservavo svolgere i compiti. Poi, prendevo un foglio e cercavo di imitare ciò che scriveva. Lui era contento quando lo facevo, nonostante lo chiamassi in continuazione per sapere se avevo fatto le lettere in modo corretto. Questo semplice ricordo mi convince ad aprire la busta e a leggerne il contenuto, lui vorrebbe così.

"Piccolina mia, so che in questo momento ti senti confusa, abbandonata, ferita. Lo so bene, e mi dispiace. Ma tu sei forte e riuscirai a superare anche questa, io credo ciecamente in te e ti conosco bene. Sei una ragazza, anzi ormai una donna speciale. Affido tutto a te, d'ora in poi dovrai occuparti della mamma. So che pensi che io ti abbia abbandonata, ma non è così. Sei la cosa più importante per me e sarò sempre, sempre con te. Ti guarderò e ti proteggerò, ora sono il tuo angelo custode, probabilmente con tanto di stupende ali e coroncina dorata. Com'è la mia felpa? So che ce l'hai indosso e spero stia bene quanto a me. Ehi ehi ehi, non piangere. Anzi,ora un po' puoi farlo; prenditi un po' di tempo, so che ora ti sembra una richiesta assurda ma tu devi essere felice. Sii felice e vivi. Dovrai vivere per due, d'ora in poi. E ricorda; nonostante tutto, sempre insieme. Nella busta c'è un oggetto che voglio affidarti, ogni volta che ti mancherò ti basterà guardarlo per ricordare che io ci sarò sempre.
Ti voglio bene, troppo.
Tuo per sempre, Zac."

Le lacrime mi rigano il volto e offuscano la vista. Le parole sulla carta si attorcigliano l'un l'altra. Mi asciugo gli occhi e capovolgo la busta, mi cade in mano un braccialetto in cuoio, il braccialetto che gli avevo regalato molti anni fa, di ritorno da una gita scolastica, non se lo toglieva mai. Mentre lo infilo la targhetta in acciaio mi sfiora la pelle, è fredda. Osservo l'incisione che ancora, nonostante il tempo che ha trascorso al polso di Zac, non si è rovinata; dice "nonostante tutto, sempre insieme". È sempre stata la nostra frase e sempre lo sarà.  Devo reagire. Devo vivere. Per me, per Lui. Glielo devo. Ripongo la lettera nella busta, il più accuratamente possibile e la metto nel cassetto del comodino. Poi vado in bagno. Il riflesso nello specchio mette paura, i miei occhi sono rossi, profondamente cerchiati e gonfi. Il trucco che mi ero messa ieri mattina è colato lungo tutte le guancie. Mi sciacquo il viso, poi scendo le scale e mi dirigo in cucina. Prendo scopa e paletta e vado in salotto, devo sistemare il casino che ho combinato ieri. Ai cocci di ceramica si sono aggiunte moltissime bottiglie di liquori, tutte frantumate. Il pensiero di mio padre, l'uomo che in questo momento dovrebbe più di tutti aiutarci, mi provoca ribrezzo. Come ha potuto? Dopo aver finito di sistemare il salotto torno in cucina e preparo una tazza di the caldo per mia madre. Poi mi avvio su per le scale, busso alla porta della sua camera, sperando di non averla svegliata. "Mamma, sono le 12.56, ti ho preparato un po' di the caldo, come piace a te, con tanto limone e poco zucchero." Dico cercando di avere un tono tranquillo e rassicurante. Mia madre è seduta sul letto, forza un sorriso che non coinvolge gli occhi e prende la tazza di the "grazie, tesoro mio." La sua voce è rauca, per il troppo pianto e il suo volto è stanco. Mi siedo accanto a lei e le prendo una mano, poi dico "mamma, dobbiamo farci forza e sostenerci a vicenda, Zac avrebbe voluto così. Okay? Noi due, insieme ce la caveremo". Lei sembra stupita, come se non si aspettasse questo mio discorso, dice "ce la caveremo, noi due.." non posso far a meno di pensare a mio padre, cosa succederà adesso? "Mamma, cosa succederà adesso? Con papà?" Lei mi accarezza  la guancia e dice "non permetterò più che ci faccia del male, non merita di essere nelle nostre vite. So che questo è il momento meno adatto per i cambiamenti, tesoro, ma ci farà bene. Ma dopo il funerale di tuo fratello, domani, ci trasferiremo a Los Angeles, solo noi due." È un colpo duro, ne resto scioccata e devo metabolizzare tutta la situazione. Forse mamma ha ragione, "si, ci farà bene." Esco dalla camera di mia madre. Devo uscire, prendere una boccata d'aria e pensare. 

Io e Zac abbiamo sempre desiderato trasferirci, questa città ci è sempre stata un po' stretta e fantasticavamo sempre su posti come Los Angeles. Ma senza di lui, non sembra avere senso, come se mancasse il pezzo centrale del puzzle. Tutta la mia vita cambierebbe ulteriormente, ma ormai senza Zac in essa.. certo gli amici e i compagni di classe da lasciare a più di venti ore di viaggio di distanza. Ma questo posto è pieno di Zac, respira di Zac, e cambiare farà sicuramente bene a mia madre, credo sarebbe troppo doloroso rimanere qui e dover affrontare ogni giorno gli sguardi pieni di pena nei suoi confronti, forse lo sarebbe anche per me. Allora è deciso, ci si trasferisce lontano, a Los Angeles; il mare, il bel tempo, pieno di posti da scoprire e fotografare. A Zac sarebbe piaciuto. Torno a casa, si è fatta ormai sera e tra poco farà buoio, oltre che più freddo. Entro in casa e trovo mia madre seduta al bancone della cucina, sembra che stia un po' meglio. "Ciao mamma, ho preso la mia decisione, andremo a Los Angeles e cominceremo una nuova vita, e saremo felici." Sembra trattenere le lacrime, annuisce e dice "sono così fiera di te, se non ci fossi tu nessuno riuscirebbe ad aiutarmi." Zac saprebbe davvero aiurarti, penso, ma decido di scacciare via questo pensiero. "Allora, quando partiremo e dove staremo? E per il tuo lavoro?". "Mi hanno offerto un posto in un importante studio legale la scorsa settimana a Los Angeles, avevo deciso di rifiutare ma ho già chiamato dicendo di aver cambiato idea. È molto ben retribuito e penseranno loro a darci una casa in prossimità dello studio. Per quanto riguarda te, stavo guardando in questo momento su internet ed è pieno di ottimi licei, basta che tu scelga quello che più preferisci. Abbiamo tempo ancora 5giorni prima di andare." Dice, e nei suoi occhi vedo finalmente un po' di luce, ne sono convinta, questo l'aiuterà. "Allora adesso comincio ad inscatolare le mie cose, poi sceglierò la scuola, magari domani sera" dico sorridendo, voglio davvero essere un po' felice, almeno sembrarlo per lei. Non è che non lo sia per il trasferimento, quello non è un problema, quindi quando l'argomento sarà quello dovrò tentare di sorridere. "Va bene, ho già sistemato degli scatoloni vuoti e un paio di valigie per i vestiti in camera tua." Mi sembra serena e decido di non chiederle se mio padre già sa di questa decisione, non voglio sciupare questo momento di tranquillità. Le stampo un bacio sulla fronte, com'era solito fare Zac con me, solo con me e salgo in camera. Comincio con i vestiti, piegandoli e sistemandoli nelle valigie, fortunatamente mamma si è sbagliata e ce ne sono tre, non due. Lascio fuori un paio di completi per questi giorni. Dopo aver sistemato l'infinitá di vestiti e di scarpe, che ho riposto in un grande borsone, passo agli oggetti della camera. Prima i libri, poi mi avvicino alla parete più grande, alla quale è appoggiata la testata del letto, e comincio a staccare le foto dal muro. Sono moltissime, una più bella dell'altra. Ce ne sono, e sono le più belle, in cui vi è anche Zac; da piccoli mentre ci abbracciamo, o a carnevale io vestita da fragolina e lui da zorro, altre in cui siamo più grandi, con lo zaino in spalla, al mare. Ce n'è una fatta all'ospedale, quando Zac cadendo dalla bicicletta si ruppe il polso, la sua espressione è di dolore mista a divertimento e la mia è di terrore puro. Le ripongo tutte di fianco ai libri, poi passo ai CD della musica, tutti regalatimi da Zac. Dopo qualche ora ho finito di sistemare la maggior parte delle cose. Si sono fatte le 23.30 e decido di andare a dormire, domani sarà una lunga giornata, me lo sento.


*spazio autrice*

Allora, so che siamo solo all'inizio ma come vi sembrano questi primi due capitoli?? Spero davvero che vi piacciano, vi prego di farmi sapere le vostre opinioni, ci tengo tanto e sono emozionatissima per questa nuova esperienza che sto vivendo!♥

vivo per dueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora