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Salve a tutte!♥

Il mio nome è Elisa, ho 16anni e altre cose poco interessanti sulla mia vita. È la prima storia che scrivo e spero veramente che riesco a conquistarvi,ci sto mettendo tutta me stessa. Essendo la prima volta non sono molto esperta, quindi perdonatemi se commetterò degli errori ed avvertitemi nel caso li facessi. Spero lascerete dei commenti per farmi sapere cosa ne pensate della mia storia.

Grazie per l'attenzione e buona lettura.♥

...

È stato il giorno più brutto della mia vita. Hai presente quando sei piccola e desideri tanto, ma davvero tanto la bambola che è appena uscita nei negozi, ma te ne sei appena fatta comprare una e allora la tua mamma decide di non prendertela? oppure quando in prima media prendi il tuo primo brutto voto, anche se avevi studiato tutto il pomeriggio, oppure quando vieni rifiutata dal ragazzo che tanto ti piace, con il quale sei sempre stata gentile, per il quale ti sei sempre vestita e truccata al meglio? Ecco, niente di tutto questo si avvicina minimamente a ciò che successe quel maledetto 12novembre, niente...

*12novembre2014, ore 7.15*

"Ariaa, svegliati! È ora di preparsi!" Sento mia madre urlare dal piano di sotto. Senza alcuna voglia, sguscio fuori dal mio morbidissimo rifugio fatto di lenzuola profumate e un gigantesco piumone. Corro in bagno e mi dò una lavata veloce al viso e ai denti, metto un filo di matita e del lucidalabbra per coprire le mie labbra costantemente screpolate, poi torno in camera e indosso dei jeans strappati, i miei preferiti, e un maglione bordeaux; sono indecisa tra mettere le vans o gli stivali, alla fine opto per gli stivali, fuori fa un freddo assurdo e non ho voglia di gelarmi i piedi. Scendo al piano di sotto e saluto mia madre che mi stampa un bacio sulla guancia, mi siedo per bere un bicchiere d'acqua prima di uscire. "BUUH!" Urlano alle mie spalle, e per poco non volo giù dallo sgabello. Mio fratello Zac è dietro di me, piegato in due e con le lacrime agli occhi dal ridere. Mi giro lentamente e gli salto addosso, urlando "BRUTTA MERDACCIA PERCHÈ DEVI SEMPRE SPAVENTARMI?!" lui non smette di ridere, mentre mi prende per la vita e mi fa fare un giro. Non posso fare a meno di scoppiare a ridere anche io, è impossibile anche solo provare ad incazzarsi con lui. Mi mette a terra e mi stampa un bacio sulla fronte, ne stampa uno sulla guancia a mia madre e poi, rivolgendosi a me dice "allora sorellina, pronta ad andare?" Io annuisco ed insieme usciamo per andare a scuola. La sua macchina è parcheggiata davanti al vialetto ed io cerco di arrivarci velocemente, il parka che ho addosso, nonostante sia pesante, mi fa sentire freddo. Dopo pochi secondi arriva anche Zac, che fa partire l'auto ed accende il riscaldamento. "Allora Aria, quale CD mettiamo?" Dice Zac frugando nel portaoggetti davanti alle mie gambe. "Linkin Park, ti preeego" sorride ed inserisce il CD, subito Castle of glasses rimbomba nell'abitacolo e io non posso far a meno di canticchiarla. "Zac, tutto bene?" Dico abbassando la musica e guardando mio fratello, che è pensieroso. "Certo piccolina, sono solo un po' assonnato" forza un sorriso guardandomi per un paio di secondi, poi si rimette a fissare la strada. Non sono per niente convinta, ma non mi va di cominciare con lui una discussione, indagherò sta sera. "Tu lavori troppo, dovresti prenderti qualche giorno di pausa dallo studio fotografico e portarmi in qualche bel posto". Fin da piccolo Zac ha avuto una grande passione per la fotografia, che ha coltivato nel tempo. Camera mia è tapezzata di moltissime foto, tutte scattate da lui e tutte meravigliose. Zac fa un sorriso e dice "magari lo farò, ma devi fare la brava e prendere un bel voto nel test di matematica di oggi." Sbuffo, io odio la matematica. Questa è un'altra tra le tante cose che abbiamo in comune, a dire il vero ne abbiamo un'infinità. Nonostante abbia 2anni in più di me, siamo sempre andati d'accordo e non gli è mai scocciato passare del tempo con me. Siamo legati, moltissimo, e per me è un punto di riferimento. "Allora... con papà?" Trovo il coraggio di chiedere. Lui alza un sopracciglio, evidentemente turbato e dice "lo sai che non riusciremo mai ad andare d'accordo, ma non importa, quella di ieri è stata una delle tante litigate, lo sai che non mi sbatterà fuori di casa e che continuerò a tormentarti." Ridacchia. Zac e mio padre non sono mai andati d'accordo, ma nell'ultimo periodo le cose sono peggiorate, mio padre non riesce ad appoggiare la scelta di mio fratello di intraprendere una carriera nel campo della fotografia, avrebbe voluto che facesse l'avvocato, come lui e mia madre, per fortuna lei è tutto il contrario di mio padre. "Ehi piccolina, stai tranquilla, okay?" Dice Zac vedendomi pensierosa. Forzo un sorriso e dico "Va bene". Arriviamo davanti la mia scuola e prima di scendere abbraccio Zac, lui ricambia stampandomi un bacio sulla fronte. Apro la portiera e faccio per scendere, quando Zac mi prende il polso e mi dice "Arrivederci piccolina, ti voglio un bene dell'anima" il suo tono di voce è strano e nei suoi occhi c'è qualcosa... non lo so, sarà solo un'impressione. Sorrido e dico "ci vediamo dopo Zac, anche io te ne voglio davvero troppo". Scendo dall'auto e mi avvio all'ingresso della prigione che hanno il coraggio di chiamare scuola. All'ingresso non vedo Mona, una mia grande amica tutto trucco e pepe. Sarà già in classe, penso, e mi avvio all'armadietto, poso i libri e vado in classe. Mona è sulla porta che si sbaciucchia con il suo ragazzo di quinta, decido di non disturbarla. Mi siedo al posto e aspetto l'inizio delle lezioni. La prima e la seconda ora passano velocemente, suona la terza e mi appresto ad uscire dalla classe per l'intervallo. Attraverso il corridoio che porta alle macchinette, tutto questo freddo mi ha messo una gran voglia di cioccolata calda, inserisco la monetina, aspetto qualche secondo ed estraggo il bicchiere di cioccolata fumante. In lontananza, in fondo al corridoio mi sembra di vedere il cappotto beige di mia madre che si avvicina, "che strano, mi sarò sbagliata" penso, ma quando noto di fianco a lei l'uomo in giacca e cravatta, realizzo che sono i miei genitori. Papà dovrebbe essere ad un'importante riunione e penso sia veramente molto strano che sia venuto qui. Con questi pensieri mi avvicino a loro... la scena che mi ritrovo davanti è a dir poco agghiacciante; mia madre è in una pozza, anzi un mare di lacrime e mio padre cerca di darle forza, tenendola stretta con un braccio per le spalle. Sto cominciando a preoccuparmi, voglio immediatamente sapere cos'è successo. Appena arrivo di fronte a mia madre, lei mi abbraccia, senza riuscire a smettere di piangere, mi stacco dall'abbraccio e le dico "ehi mamma, tranquilla... che è successo?". Lei si volta verso mio padre, disperata, ora anche io ho lo sguardo fisso su mio padre che dice, in un tono basso e rauco "Z-zac... Zac si è suicidato.." . Spalanco gli occhi e la bocca. Il bicchiere di cioccolata cade per terra. Le mie ginocchia lo seguono mentre avvicino le mani alla bocca per cercare di fermare le urla che escono dalle mie labbra e le lacrime che sgorgano dai miei occhi, incondizionatamente.

vivo per dueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora