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Ragazze♥
Vi prego di perdonarmi per averci messo un secolo ad aggiornare ma sono stata sommersa dallo studio!
-Premessa: questo capitolo è un po' una sorpresa, spero vi piaccia.♥
Se è così lasciate, come sempre, una stellina e un commento.♥


Apro lentamente gli occhi, tirando un sospiro di sollievo. Sbarro gli occhi quando realizzo chi sia il mio salvatore. Cameron. "Sta' più attenta" mi dice, in tono piatto. Sbatto un paio di volte gli occhi. Poi cerco di distanziare lo spazio tra di noi, senza successo. Cameron mi tiene stretta, fissandomi, come incantato. Sbuffo scocciata "okay, ora lasciami andare" dico con il suo stesso tono, così innaturale, calcolato. Esegue gli ordini e se ne va in cucina, senza aggiungere altro. Lascio andare un respiro che non sapevo di star trattenendo, scuoto la testa e mi avvio in salotto; seduti comodamente ci sono Matt e Calum, intenti a discutere su chi debba offrire il primo giro di drink. Ridacchio divertita dai loro battibecchi mentre mi avvicino a loro "wow Aria, stai molto bene" afferma Calum con i pollici alzati, quando si accorge della mia presenza. Gli sorrido mentre Matt annuisce. "Siete tutti pronti?" sento urlare Nash dal piano di sopra. Ci raccogliamo tutti davanti alla porta d'ingresso, prima di uscire. Al fondo del vialetto, di fianco all'auto parcheggiata di Luke, c'è un piccolo pulmino. Lo guardo, poi rivolgo uno sguardo interrogativo ai ragazzi. Luke alza le spalle "visto che sappiamo già che al ritorno nessuno di noi sarà sufficientemente sobrio per guidare, abbiamo deciso di affittare questo. L'autista è disposto a portarci a casa anche tardi" "ah" dico ridendo. Saliamo tutti, Calum si stravacca accanto a me "allora, sta sera ci si diverte?!" chiede entusiasta, rivolgendosi sia a me, che a Matt e Cameron che sono dietro di noi. Rifletto, senza ascoltare le risposte degli altri due; voglio divertirmi, non pensare a niente e nessuno per una sera. Mi saltano in mente le parole che mi aveva detto una sera Cameron, eravamo in un bar e Lily aveva appena passato una brutta crisi "in questi casi, l'unica soluzione è sbronzarsi" aveva detto, io gli avevo tirato un pugno sul braccio, tuttavia ora mi rendo conto che, alcune volte bisogna commetterle certe sciocchezze, pur di dimenticarsi per qualche ora di tutto. Annuisco vigorosamente a Calum, per fargli capire che sono d'accordo e lui mi schiaccia il cinque, ridendo. Arriviamo in non molto tempo al locale che ci hanno consigliato dei ragazzi in spiaggia. Entriamo; il posto è abbastanza grande, nella zona di destra vi è il bancone del bar dove un po' di gente si fa servire da bere. Al centro della sala vi è una grande pista da ballo, in fondo ad essa l'angolo del Dj, leggermente rialzato. A sinistra dei tavolini e dei divanetti. Sorrido, muovendo la testa a ritmo di musica e seguendo gli altri che si fiondano subito al bancone. "Otto birre, per favore" urla Luke ad uno dei baristi indicando se stesso e noi, in un paio di minuti siamo serviti. Sorseggio la mia birra "eddai non fare la ragazzina, avevi detto che ci saremmo divertiti" mi urla Matt dandomi una gomitata. Lo guardo con aria di sfida e butto giù tutta la birra rimanente, per poi pulirmi le labbra con il dorso delle mani. Matt e Calum battono le mani divertiti. Mi guardo intorno; le due coppiette sono sulla pista da ballo, si muovono lentamente, abbracciati. Cameron invece è appoggiato al bancone, dietro Matt e Calum e mi guarda severo, "non esagerare" mima con le labbra. Lo fulmino con lo sguardo, non può dirmi cosa devo o non devo fare. Riporto l'attenzione sui due ragazzi davanti a me "un altro giro?" chiedo divertita. Loro annuiscono immediatamente. Dopo una decina di minuti ci scoliamo un'altra birra e due bicchieri di vodka a testa. Ho la bocca intorpidita e la testa comincia leggermente a girarmi, e sono euforica. "Andiamo a ballare!" urlo a Matt e Calum che non la finiscono più di ridere. Ci avviamo tutti e tre a braccetto sulla pista da ballo, barcollanti e cominciamo a scatenarci come matti; ondeggiamo e alziamo le braccia al cielo, ridendo come pazzi. Cameron, che ancora non si è mosso dalla sua postazione continua a fissarmi, attento ad ogni mio singolo movimento. Ma che razza di problemi ha? Cerco di non farci caso ma mi sento letteralmente trapassare. Dopo qualche canzone torniamo al bancone, facendoci servire un altro drink. "Ehi bellezza, posso offrirti da bere?" sento una voce alle mie spalle, così mi volto continuando a bere la mia vodka alla ciliegia. Il tipo che mi ha fatto la domanda avrà almeno 25 anni; è alto e abbastanza robusto, una barbetta incolta biondiccia, come i capelli che gli ricadono disordinati sulla fronte. "No, grazie. Sono con degli amici" dico facendo per rigirarmi, ma il tipo mi afferra per un braccio facendomi voltare "su principessa, che problemi ti fai? Non sono mica i tuoi fratelli" dice, l'alito che gli puzza terribilmente di alcol. Spalanco gli occhi, strattonando via il braccio. Corro via, uscendo dal locale. Non mi volto indietro. Arrivo ad un albero, mi fermo e cerco di riprendere fiato. Tutto l'alcol che ho in corpo decide di uscire, vomito. Mi accascio al suolo. Piango istericamente, singhiozzando. Due mani afferrano le mie, tirandomi su di peso. Alzo lo sguardo, per trovare due profondi occhi scuri che stanno fissandomi "è tutto okay?" mi chiede Cameron a bassa voce, il tono quasi dolce. Mi asciugo gli occhi con le mani, annuendo. Perchè deve sempre vedermi in queste situazioni? Debole, fragile, esposta. "Sei.. sicura?" continua "si, sono sicura" rispondo secca. "E adesso che cazzo ti prende, eh? Uno viene a controllare come sei messa e tu fai la stronza?" mi urla contro. Spalanco gli occhi, non posso credere lo abbia detto "senti un po' da chi viene la predica! Dallo stronzo che ha fatto la stessa identica cosa l'altra sera!" sputo fuori ad alta voce, lanciandogli un'occhiata di fuoco. "Non venirmi tu a fare la predica. Tu devi farti i cazzi tuoi; la ragazzina con la vita perfetta, la famiglia perfetta non può capire ciò che succede allo stronzo che si è comportato da stronzo l'altra sera". È la goccia che fa traboccare il vaso. Gli dò uno spintone "la ragazzina con la vita perfetta?!" urlo dandogli un altro spintone "con la famiglia perfetta?! Dimmi Cameron, chi è che si è dovuta trasferire a diecimila km di distanza da casa perchè ha un padre alcolizzato, eh?! Chi è che ha dovuto affrontare, a diciassette anni, il suicidio del fratello?! Chi Cameron? Dimmelo! Tuo fratello per caso si è sparato un colpo in testa?! Tuo fratello si è ucciso a diciotto anni lasciandoti da solo?!" sbraito. Le parole escono senza che io me ne renda conto; un ammasso di frasi mischiate all'infinità di lacrime che continuano a correre, implacabili sul mio viso. Questa volta è Cameron a spalancare gli occhi. Faccio per continuare ad urlargli contro insulti, cose che probabilmente nemmeno penso ma non ne ho il tempo perchè Cameron mi si fionda addosso. Finisco violentemente contro l'albero contro cui fino a pochi minuti fa ero accasciata. In un secondo le sue mani sono sul mio volto. Affonda il suo volto sul mio. Le sue labbra sono sulle mie e premono, disperate. Ricambio il bacio, schiudendo le labbra per dare accesso alla sua lingua che comincia ad accarezzare ogni centimetro della mia, vigorosamente. Il bacio continua insistente, veloce, disperato, come se fosse questo che da troppo tempo entrambi bramavamo, desideravamo con ogni fibra del nostro essere. E mentre il bacio prosegue, le lacrime, lentamente smettono di scorrere dal mio viso. Cameron porta le sue braccia intorno alla mia vita, attirandomi più vicina a lui. Intreccio le mani intorno al suo collo prima di affondarle tra i suoi capelli, morbidi e setosi. Comincia a percorrere con le mani la mia schiena, accarezzandola lentamente e delicatamente, provocando brividi lungo tutto il mio corpo. Il bacio continua famelico, mordendoci le labbra ed esplorando l'uno la bocca dell'altra. Dopo quelle che potrebbero essere ore o solo pochi secondi ci stacchiamo. Cameron appoggia la sua fronte sulla mia "non sei più sola" sussurra. Lo guardo negli occhi, senza sapere cosa dire. Colma il vuoto stampandomi un bacio sulla fronte, prima di abbracciarmi. Affondo il volto nel suo petto, inspirando il suo profumo. "Rientriamo, stai tremando" mi sussurra dopo un po'. Ho freddo, è vero, ma non è l'unico motivo per cui tremo, ma per tutto quello che è successo in questa serata. Annuisco, mi prende la mano avviandosi dentro e io gliela stringo forte, ho bisogno di lui. Una smorfia di dolore gli si forma sul viso, lo guardo interrogativa fermandomi, poi porto la sua mano davanti alla mia faccia; le nocche sono violacee, così come le dita. Spalanco la bocca "cos'hai combinato?" chiedo, un po' preoccupata. Alza le spalle e, in tono innocente, dice "ho pestato il tipo che ti ha importunata". Un sorriso si forma sul mio volto mentre bacio delicatamente, ad una ad una, le sue nocche. Sorride anche lui e potrei quasi scommettere che arrossisca in volto. Rientriamo nel locale; sono tutti ubriachi, "Okay, credo sia l'ora di tornare a casa" dico aiutando Emily ed Hanna che non si reggono in piedi. Dopo molte lamentele e scene penosamente ubriache io e Cameron riusciamo a portare tutti sul pulmino; l'autista sembra divertito mentre cerco di convincere Matt a salire, protesta sostenendo di essere una tartaruga e affermando che le tartarughe vanno veloci e non hanno bisogno dei pullman. Alla fine Cameron lo porta su di peso. Ci sediamo negli ultimi due posti, Cameron mi avvolge un braccio intorno alla vita. Mi accoccolo contro il suo fianco. Mi risveglio, non sono più in pullman, ma tra le braccia di Cameron. Batto un paio di volte le palpebre per focalizzare dove sono "ehi, ben svegliata" sussurra in tono dolce, sorrido. Stiamo salendo le scale e nonostante io mi sia svegliata continua a portarmi in braccio "potevi svegliarmi" dico "dormivi così bene" dice, sorridendo. Qualcosa è cambiato, nel suo tono, nel suo sguardo, è come se fosse più dolce. Arriviamo in stanza, Cameron mi appoggia delicatamente sul letto. Vado in bagno e mi cambio velocemente, poi mi sciacquo il volto e torno in stanza; Cameron è seduto sul letto con la schiena appoggiata sulla testiera del letto, le gambe distese. I capelli sono scompigliati ed è senza maglietta. Sento il cuore accellerare mentre mi avvicino al letto. Cameron mi guarda, intensamente. Allunga la mano, gliel'afferro. Solo quel piccolo contatto mi causa un brivido lungo tutta la colonna vertebrale. Mi siedo accanto a lui, senza dire nulla mentre mi passa un braccio intorno alla vita. Appoggio la testa sulla sua spalla. "Che succede? Sei silenziosa" chiede a bassa voce Cameron, interrompendo il nostro silenzio. "Nulla.." dico, senza riuscire a convincere nemmeno me stessa. "Aria." il suo tono si fa più duro mentre si gira leggermente verso di me, afferrandomi il volto per costringerlo a guardarlo negli occhi "dimmi cosa non va" mi intima. Penso qualche secondo. "Adesso, ti faccio pena, vero?" sputo fuori, Cameron spalanca gli occhi "come hai detto, scusa?" chiede, il tono sinceramente confuso "ho visto come mi guardi, come mi parli, sei diverso. Ti faccio pena per quello che ti ho raccontato. E io non voglio. Ecco perchè non l'ho mai raccontato a nessuno" dico tutto d'un fiato, le lacrime che minacciano di uscire. Cameron sorride leggermente, "non mi fai pena. Io ti ammiro, perchè vorrei avere anche solo la metà della tua forza, del tuo coraggio. E ti guardo così perchè sei bellissima" conclude, prima di avvicinarsi e baciarmi, dolcemente le labbra. Il cuore mi batte a mille, quasi esplode dal petto, per le parole che ha appena detto, non gli faccio pena. "Ora sarà meglio dormire" dico trattenendo uno sbadiglio. Cameron ridacchia, divertito. Ci stendiamo e Cameron avvolge il braccio intorno alla mia vita e si avvicina lentamente, facendo intrecciare le nostre gambe. Sorrido, sentendo il suo petto sollevarsi ed abbassarsi contro la mi schiena. "Non ho ancora sonno" afferma dopo un paio di minuti. Sbuffo, voltando la testa verso di lui "cosa vuoi fare, allora?" "baciarti" afferma seriamente. Sorrido avvicinandomi e baciandolo delicatamente, una, due volte. Cameron mi attira più vicina a lui, approfondendo il bacio. Poi, passa a concentrarsi sul mio collo, mentre io giocherello con i suoi bellissimi capelli.
Dopo un lungo, lunghissimo bacio Cameron ha sonno. Mi addormento abbracciata a lui, con una stranissima sensazione allo stomaco e il sorriso sulle labbra. "Non sei più sola" sono le ultime parole che sento, sussurate all'orecchio.

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